SANTENA – 2 novembre 2024 – «Papa Francesco ci ricorda che c’è una santità quotidiana cui tutti siamo chiamati a vivere». Questo ha detto il parroco, don Beppe Zorzan, durante l’omelia della celebrazione di Ognissanti. Ieri. Al cimitero comunale.
Come consuetudine ieri l’altare è stato allestito sull’ossario, sito nel centro del cimitero santenese. Sul terrazzo posto in cima agli otto scalini c’erano il parroco don Beppe Zorzan, il coro parrocchiale, guidato dal M° Andrea Antonielli, e una pattuglia di collaboratori parrocchiali. Davanti all’ossario sono state sistemate poco meno di 200 sedie bianche. Tutte le sedie erano occupate. Ben di più la gente in piedi, intervenuta per la funzione. La celebrazione è iniziata con la lettura dei nomi di tutti i santenesi defunti nel 2024.
Durante l’omelia il parroco don Beppe Zorzan, tra le altre cose ha detto questo: «“Perché cercate tra i morti colui che è vivo?”. È quello che dicono gli angeli nel mattino di Pasqua alle donne che si recano nel sepolcro. E lo trovano vuoto». Rivolto ai presenti, il parroco ha continuato così: «Noi veniamo qui per portare un fiore, un segno di ringraziamento, sulla tomba dei nostri cari. Ci prendiamo cura della loro tomba e di questo luogo che segna l’appartenenza alla nostra famiglia, alla nostra comunità. Ma questa domanda, che gli angeli rivolgono alle donne, nel mattino di Pasqua, ci dice una cosa importante. Il cimitero è il luogo della memoria che custodisce i corpi dei nostri cari, ma questa non è la casa dei nostri cari. La casa dei nostri cari, come ci dice san Paolo, nelle sue lettere è il cielo. E’ la vicinanza con Dio. E’ il paradiso. Quella è la meta cui, tutti noi, siamo chiamati».
Il parroco ha ancora aggiunto questo: «La celebrazione di queste due feste – la solennità di Ognissanti e la commemorazione dei defunti – che sono intimamente legate, una all’altra, ci ricorda questo. La meta del compimento finale della nostra vita è il paradiso. E oggi siamo qui per fare festa. Oggi è una festa, per tutti i nostri cari, pensandoli accanto al Signore, in paradiso. I santi sono tutti coloro che hanno raggiunto il paradiso. La Chiesa ci propone i santi come modelli e amici da seguire. Persone che, più di tutte, hanno saputo vivere la carità, la fede e la speranza. Hanno saputo amare come Gesù Cristo. Persone che di fronte alle difficoltà della vita non i sono scoraggiate. Non hanno mai perso la speranza. Non hanno mai perso la fede e si sono abbandonati fiduciosi nelle mani di Dio. I santi sono questo: persone che la Chiesa ci offre come modello. Persone che ci dicono che se ce l’hanno fatta loro possiamo farcela anche noi. Perché la santità è una comune vocazione. Di tutti i cristiani. Papa Francesco ci ricorda che c’è una santità della porta accanto. C’è una santità quotidiana cui tutti siamo chiamati a vivere. Nella misura in cui mettiamo in opera e viviamo concretamente il Vangelo. Nella misura in cui ci sforziamo di amare. Di voler bene a tutti. Di saper perdonare. Nella misura in cui, di fronte alle difficoltà della vita, come la morte dei nostri cari, non perdiamo mai la speranza e sentiamo in noi il desiderio di poterli incontrare un giorno. Nella misura in cui la nostra fede ci rende sempre più convinti che il cimitero non è il luogo della fine della nostra vita. Il luogo ultimo della nostra vita, dove continuerà in modo nuovo, è appunto la vita eterna». Il parroco ha chiuso così l’omelia della messa di Ognissanti 2024: «Oggi preghiamo per i nostri cari, per i nostri famigliari, per tutte le persone che hanno fatto parte della storia della nostra comunità. Li ringraziamo per tutto quello che sono stati e hanno rappresentato per ciascuno di noi. Chiediamo al Signore che, davvero, ci aiuti a vivere nella santità. Cercando di mettere in pratica, ogni giorno, la sua Parola. E di affidarci, completamente, nelle sue mani».
Sin qui l’omelia del parroco nel giorno più affollato dell’anno al cimitero comunale. In chiusura, per la cronaca si ricordano monumenti e lapidi pubbliche, presenti all’interno del cimitero comunale santenese. Subito a destra dell’entrata c’è una lapide “A ricordo di Andrea Giacone”, opera dell’Aido, nel maggio 2021. Ancora a destra dell’entrata ci sono due lavagne ondulate in corten, che riportano l’elenco dagli alpini santenesi, deceduti a partire dal 1918 e fino al 2018. 65 persone in tutto. Poco più avanti nell’aiuola c’è il monumento, eretto dal Gruppo Alpini di Santena. Tre alpini, stilizzati, un’asta che sorregge il tricolore e una scritta: “…se vedi qualcuno faticare sulle strade della vita che spesso sono più impervie dei sentieri di montagna, non lasciarlo solo: ha bisogno di te e della tua preghiera”.
Restando sempre all’entrata del cimitero, a sinistra c’è una croce di pietra, con sotto la scritta “La città di Santena ai suoi figli migliori, caduti per la Patria. 1943». A lato della croce due lapidi cimiteriali con scritto: “Musso Giuseppe – 1922-1944” e Tosco Giovanni – 1922-1945”. Due partigiani santenesi, trucidati dai nazifascisti.
Ancora all’entrata, sulla destra, poco più avanti, una lapide commemorativa, con il logo del comune e la scritta: “Città di Santena. Santena ricorda i suoi concittadini vittime della pandemia Covid-19. Questa targa sia in memoria per l’intera comunità”. Firmato “L’Amministrazione comunale. 20 marzo 2022”. Sotto una seconda targa, con questo testo: «Buongiorno a tutti, sono la figlia di una vittima del covid. Ringraziamo l’amministrazione per questo nobile gesto, in ricordo di tutte le vittime covid. In questi due anni di pandemia è stata cancellata la migliore generazione. Quella che, senza studi, ha saputo educare i propri figli, quella che, senza risorse, li ha aiutati durante la crisi. E’ venuta a mancare la generazione che più ha sofferto, che ha avuto molte difficoltà, ma che hanno saputo sollevare il Paese. Sono morti da soli e, spaventati, se ne sono andati senza un addio, quelli che hanno dato meno fastidio. Ovunque voi siate, sarete sempre nei nostri cuori e credo che possiate essere fieri di noi. Grazie a tutti per la partecipazione. Santena, 20 marzo 2022”.
Subito dietro l’ossario, nell’aiuola sita poco davanti a un blocco loculi, c’è un altro monumento, posto dalla Città di Santena “Ai caduti senza Croce”. Il monumento è dedicato ai santenesi morti nelle varie guerre che non avuto una degna sepoltura, una lapide o una semplice croce.
In chiusura del post, all’uscita del cimitero comunale, si segnalano due cartelli con una serie di indicazioni. Il primo riporta le regole del bon ton per i visitatori del cimitero.
Il secondo cartello è un avviso che ricorda ai visitatori che qualora notassero persone che si aggirino con fare o atteggiamenti sospetti o assistessero a fatti e episodi che necessitino l’intervento di forze di polizia possono chiamare immediatamente a Polizia locale ai numeri 011-9494391 oppure 348-2805552, oppure i numeri di pubblica utilità.