SANTENA – 24 novembre 2024 – Tetti Giro. Nel Settecento una borgata “comunista” di Chieri e di Santena. Una conferma del ruolo fondamentale del Cattolicesimo nella storia dell’Unità d’Italia e nella emancipazione della donna a livello universale. Attenzione: gli argomenti trattati sono ancora di grande attualità.
Siamo nel 1750, in una borgata di Chieri, appartenente al territorio della parrocchia di Santena. Sono anni in cui il riformismo cattolico, nato dal Concilio di Trento (1545-1563), si misura con le idee Illuministe sostenute dalle innovazioni tecnologiche, dalla scienza, dalla proprietà e dalla produttività del lavoro. Sulla scena sociale si affacciano nuove figure interessate a cambiare l’assetto della vita delle comunità e tra queste emergono le donne. Tetti Giro testimonia ciò che accadde nella provincia di Torino, nel giovane Regno di Sardegna e in Europa. Una conferma di quanto Santena –allora Borgata di Chieri, lo sarà fino al 1879– sia un sito importante della storia patria. Una città museo che integra e arricchisce il polo museale cavouriano.
Nel 1750 a Tetti Giro viveva una comunità cattolica di contadini particolari, proprietari di particelle registrate sui catasti, i quali sapevano far fruttare il lavoro della terra. La fede rafforzata dai legami parentali era l’elemento forte di un’identità che chiedeva di essere rappresentata. C’erano dunque le condizioni perché decidessero di costruire in loco una loro cappella in cui praticare il culto secondo un modello assai diffuso in tutta la cristianità, ispirato alla vita delle prime comunità descritte negli Atti degli Apostoli. Una costruzione realizzata dal popolo, non dal clero, non dalla nobiltà. Un edificio loro. In condominio. In proprietà collettiva indivisa. Lo ribadisce bene il testo dell’articolo 1 della convenzione rinnovata nel 1893 “La cappella di Tetti Giro fin dalla sua fondazione ed in perpetuo è comune fra tutti i proprietari della frazione di Tetti Giro, i quali adempiono all’obbligo che ha ciascuno di essi di concorrere proporzionalmente alle spese occorrenti per il mantenimento della Cappella e alla celebrazione della Messa festiva. Ogni comunista ha sulla cappella gli stessi diritti, non potendo esservi fra i comunisti distinzione alcuna per anzianità o per maggior quota di concorso”. Più chiaro di così non può essere. Né Marx, né San Francesco potevano essere più chiari dei Tettigiresi. Il tutto è descritto in dettaglio nel volume “Santena da Villaggio a Città” dello storico Carlo Smeriglio da pag. 138 a pag. 145.
L’edificio fu dedicato alla Santissima Vergine della Concezione. Una scelta non banale, che confermava l’attenzione verso le donne. Che, in quanto madri, vedevano crescere il loro peso sociale sia nella Chiesa, sia nello Stato. Sia nella religione, sia nella società. La procreazione era sempre più oggetto di attenzione, così come il matrimonio con i suoi risvolti nell’annullamento, nel fidanzamento e nella combinazione tra famiglie. Anche i rapporti prematrimoniali creavano forti preoccupazioni, considerata l’alta percentuale di spose che partorivano prima di nove mesi dalle nozze e il numero crescente di donne incinte che venivano abbandonate prima del matrimonio. Di conseguenza saliva il numero di nascituri illegittimi, privi di protezione, votati alla povertà, all’orfanotrofio e all’affidamento a famiglie interessate a sfruttarli. La Chiesa e i Governi in quegli anni dovevano inoltre fare i conti con l’alta percentuale di bambini morti e abbandonati e con l’aborto praticato in forme barbare che spesso causavano la morte della madre e del feto. Un feto che, avendo un’anima, doveva essere salvato dal peccato originale con il battesimo. Grande attenzione era infine dedicata al parto e al dopo parto, all’allattamento tramite balie bagnate, ai rapporti coniugali, mentre la contraccezione allora si limitava al Coitus interruptus, peraltro considerato peccato.
La Chiesa intervenne proponendo un modello che puntava sulla verginità fino al matrimonio. La figura della Madonna, in opposizione ai Protestanti contrari al suo culto, fu rilanciata con determinazione. Nel 1708, quarantadue anni prima della costruzione della cappella di Tetti Giro, la concezione senza peccato tra Anna e Gioacchino, i genitori di Maria, fu inserita nel calendario liturgico da Clemente XI. La data venne stabilita all’8 dicembre cioè nove mesi prima della Natività di Maria fissata all’8 settembre. In questo modo Maria, preservata dal peccato originale, era considerata persona vivente fin dall’atto di concepimento e non da quando si sentiva il primo movimento. Ed ecco che di conseguenza, per traslazione, tutte le donne e i loro figli dovevano essere considerati sacri e in vita fin dal momento del loro concepimento. E ciò a maggior ragione perché tutti erano portatori del peccato mortale, che poteva essere esorcizzato solo con il battesimo. Da qui deriva la contrarietà all’aborto da parte dei Cattolici. Del resto anche gli Illuministi si schierarono a favore dell’allattamento materno considerato un elemento base del patriottismo e del nazionalismo. Così come furono contro l’aborto perché ritenevano fondamentale il diritto di ogni feto di nascere in quanto persona che, come cittadino, meritava di essere tutelato dallo Stato nel diritto di vivere. L’Illuminismo Cattolico agiva in favore delle donne e dei nascituri con ciò rafforzando il maternalismo rispetto al predominante paternalismo. Intitolando la chiesa alla Beata Vergine della Concezione i comunisti cattolici tettigiresi fecero un’operazione rivoluzionaria. Di spirito femminista. Dedicando il luogo di culto al concepimento della giovane Maria, avvenuto con l’intervento diretto dello Spirito Santo, sancirono una modalità che sacralizzava la condizione delle donne e dei nascituri. Anticipando ciò che cento anni dopo sarebbe diventato uno dei dogmi più importanti della Chiesa Cattolica. Il Dogma della Immacolata Concezione, stabilito da Papa Pio IX l’8 dicembre 1854, in pieno periodo Risorgimentale. Alla vigilia della fine del Potere Temporale. Della proclamazione di Roma Capitale. Della realizzazione dell’Unità d’Italia.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 25 novembre 2024
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IMMAGINE sopra il titolo del post: Tetti Giro visto da Google Maps. Fonte: www.google.it/maps/@44.9472284,7.759655,2028m/data=!3m1!1e3?entry=ttu&g_ep=EgoyMDI0MTExOS4yIKXMDSoASAFQAw%3D%3D