SANTENA – 4 agosto 2023 – A fine agosto don Filippo Romagnoli, 31 anni, conclude il suo incarico come viceparroco a Santena, Cambiano e Villastellone. Servizio svolto a partire dal giugno 2020. L’intervista di saluto.
«Diciamo che il primo anno nelle tre parrocchie – informa don Filippo Romagnoli – è stato un po’ di riscaldamento. In tempo di pandemia da covid, l’impegno principale erano i funerali. Poi, fortunatamente, se pur lentamente, siamo tornati alla normalità. Di fatto, con la partenza del viceparroco don Mauro Grosso, di colpo ho preso in mano tutto quello che spettava al viceparroco che prima condividevo con don Mauro. Mi sono trovato con una botta di impegni. Ad esempio, visitare i malati delle tre parrocchie, suddivisi tra tre sacerdoti è cosa ben diversa da svolgere questo servizio in due: io e il parroco. Il tempo impiegato è aumentato. Io comunque sono affezionato a questo servizio che mi piace e svolgo volentieri».
Don Filippo Romagnoli l’intervista di fine mandato la concede mentre sale su e giù da una scala per fissare le tende bianche alle finestre della sala parrocchiale: «Con la fine del regime pandemico il rapporto con i parrocchiani si è normalizzato ed è decollato. I giovani delle tre parrocchie sono molto impegnati e bene inseriti nei rispettivi comuni. Quasi tutti sono volontari che prestano servizio in una o più associazioni. Io arrivavo da Torino e lì, in genere, i giovani hanno meno impegni nel mondo civile».
«Nei giovani delle tre parrocchie – aggiunge don Filippo Romagnoli – ho constatato e vedo davvero tanto entusiasmo. Per guadagnarsi la fiducia dei giovani ci vuole tempo. Con alcuni di loro ero appena riuscito a iniziare un discorso. Cambiare parrocchie dove presterò servizio, da questo punto di vista, mi spiace un po’. Ricomincerò tutto da capo nelle parrocchie di Mappano e Leinì, dove sono stato destinato dall’arcivescovo. E lo farò volentieri».
Don Filippo, tra una tenda e l’altra aggiunge: «Percepisco Santena come una bella comunità. Una parrocchia che ha dietro una storia importante. Uno sente anche una certa responsabilità. Ci sono tante strutture, a cominciare dall’Oratorio San Luigi. Le storie dei tre paesi sono diverse, ma coloro che portano il loro contributo nelle tre comunità parrocchiane vivono la fede con responsabilità: giovani, adulti, famiglie e anziani».
In questi anni tutti hanno colto la gestualità e i particolari atteggiamenti posturali di don Filippo durante le funzioni religiose. I parrocchiani hanno imparato a rallentare il giusto durante le cerimonie. Don Filippo Romagnoli risponde così: «Sono convinto che non sarò certo io ad aumentare la fede eucaristica che sicuramente i miei predecessori hanno insegnato. Una attenzione da questo punto di vista spero veda sorgere nei parrocchiani una domanda che, se ben indirizzata, può diventare anche un motivo di riflessione sulla centralità della messa. Oggi si va a messa per scelta. Una riflessione sulla messa penso possa aiutare le persone nel loro percorso di fede».
«Come vorrei essere ricordato? – don Filippo non ci pensa su e dice – come il mitico don Matteo della famosa serie televisiva. Svolgendo servizio in tre parrocchie dovevo necessariamente darmi una mossa». In televisione don Matteo si muove in bici: don Filippo è più veloce ancora. «Nei primi tempi mi muovevo con un Liberty, donato da una giovane, Novella. Ho visto che era cosa buona e funzionale. Grazie a lei ho imparato ad apprezzare le due ruote. Oggi mi muovo nelle tre parrocchie su una Honda NC700…».
Le tende del salone di casa parrocchiale sono quasi tutte al loro posto. Come chiudere l’intervista? «Un pensiero particolare lo voglio indirizzare al parroco don Beppe Zorzan e al viceparroco don Mauro Grosso, per il cammino che abbiamo percorso insieme. In questi anni ho concelebrato con il compianto don Matteo Migliore. E ho assistito all’estrema unzione di don Giovanni Griva. Vorrei chiudere ringraziando di cuore tutti i parrocchiani per la pazienza che hanno avuto con me. Ricorderò nella preghiera i cristiani di Santena, Cambiano e Villastellone. Grazie ancora. A tutti… ».