SANTENA – 5 agosto 2023 – Popillia japonica ha messo il primo piede nel Bacino della Banna. Mangia pure le liliacee, asparagi, e le salicacee, pioppi. Gli abitanti del Distretto del Cibo devono dare una mano segnalandone prontamente la presenza. Il metodo corretto è la lotta integrata.
Non è importante come la battaglia all’Oidio della vite del 1850. Quella fu una delle più importanti del Risorgimento. Che fece l’Unità d’Italia. Che risolse il problema della rovina di migliaia di mezzadri e proprietari di vigneti grazie all’impiego dello zolfo siciliano. Che creò grande consenso verso il progresso rappresentato dal nuovo governo nato dopo la rivoluzione del 1848. Che gettò le basi per la creazione di servizi pubblici, antenati del settore fitosanitario. Allora scesero in campo Camillo Cavour, neo ministro dell’agricoltura, i suoi contemporanei e l’Accademia di Agricoltura di Torino.
Lotta integrata nel rispetto della natura Oggi in prima linea ci sono tecnici, scienziati, agricoltori, cittadini e istituzioni. Il nemico è diverso. Allora si trattò di un fungo. Oggi di un insetto arrivato forse dal Giappone di cui é originario. Forse dal Nord-Est degli Stati Uniti dove è immigrato ai primi del Novecento. Comunque sia, é entrato clandestinamente in Europa, pronto a colonizzarla. E ha scelto come punto di partenza la zona del Parco del Ticino. Lungo il fiume che nel 1850 segnava il confine tra il Regno di Sardegna e il Lombardo-Veneto.
Si sospetta sia sbarcato nel vicino aeroporto internazionale di Malpensa. Il primo avvistamento è del 2014. Poi si è diffuso esponenzialmente. Nel 2015 i comuni piemontesi infestati erano 6. Nel 2017 erano già saliti a 88. Nel 2021 a 385.
Per contenerne la diffusione, l’Unione Europea e la Regione col servizio fitosanitario sono intervenute con una strategia rientrante nella lotta integrata. Sono state istituite due zone. Quella infestata e quella cuscinetto. Nella prima si combatte per evitare i danni alle produzioni agricole e alimentari, ai boschi, alle piante, al paesaggio, alle aziende agricole e ai consumatori. Nella seconda si tiene sotto osservazione il territorio, pronti a intervenire con decisione sui primi focolai. Fondamentale è la vigilanza dei contadini e della popolazione perché si facciano subito le segnalazioni ai Comuni. E soprattutto alla Regione piemonte.fitosanitaria@regione.piemonte.it. Per ora le misure adottate non ne hanno limitata la diffusione. Man mano la superficie si sta allargando a macchia d’olio. Nel 2022, in Piemonte, la zona infestata ha raggiunto i 6.720 Kmq e la zona cuscinetto 4.745 kmq. Stessa progressione vale per la Lombardia. Mentre sta già premendo sui confinanti Canton Ticino, Val d’Aosta e in Emilia in Provincia di Piacenza.
Marcia sul Bacino della Banna Guardando la carta regionale si nota che lo scarabeo cerca di entrare nel Bacino idrografico della Banna. Prima ha percorso a ritroso l’area irrigata dal Canale Cavour, risalendo dal Ticino al Po. Adesso sta montando la collina Torinese da Chivasso, Settimo, San Raffaele Cimena, Gassino, Rivalba, Castiglione, San Mauro. Pronta a passare lo spartiacque per scendere sul versante della collina Torinese, per raggiungere la sottostante pianura alimentare del Pianalto e del Carmagnolese. Intanto un primo Comune, Sciolze, è inserito tra gli infestati. Come contromossa, la zona cuscinetto si è allargata ai comuni di Andezeno, Arignano, Cambiano, Chieri, Isolabella, Mombello, Moncalieri, Montaldo, Moriondo, Pavarolo, Pecetto, Pino, Poirino, Poirino, Pralormo, Riva, Santena, Trofarello e Monteu Roero.
Attenti agli asparagi La Popillia japonica è un coleottero alloctono dannoso, polifago, che mangia foglie, frutti e fiori. L’adulto è lungo 8-12 mm e largo 5-7 mm. Di colore verde ramato vivace. Nella parte finale dell’addome spuntano 12 ciuffi di peluria bianca, 5 sui due lati e due al centro. La larva –nelle sue tre mute passa da 13 a 30 mm– ha la testa di colore nocciola e il corpo biancastro. L’adulto è particolarmente vorace. In poco tempo è in grado di rendere una pianta allo stato spettrale. Divora infatti il verde delle foglie lasciandone solo le nervature. La sua presenza va dalla tarda primavera a settembre. 300 sono le specie di piante di cui si ciba. Tra queste la vite, i pioppi (Salicacee) e, per quanto riguarda gli ortaggi, le melanzane e i fagiolini. Si nutre pure delle Liliacee, di cui fanno parte gli asparagi. Per questo a Santena e nel Pianalto la vigilanza è importante. Con un occhio rivolto a un piccolo appezzamento in zona infestata dell’Ossola, in cui è coltivata la varietà Santenese, dove da quest’anno, sotto geometrica vigilanza, si controlla se la Popillia mangia le foglie d’asparago.
Armi rispettose dell’ambiente Che fare oltre all’osservazione dei suoi movimenti? Per contrastarla e contenerla momentaneamente si usano apposite trappole ormonali oppure insetticidi pesanti. Purtroppo dannosi per l’ambiente circostante, per l’humus, per i diversi organismi che convivono con le piante, per gli insetti utili, per gli animali, compresi gli umani. E allora si ricorre alla lotta integrata alla ricerca e in attesa di batteri, virus insetti, funghi e uccelli capaci di danneggiare e eliminare la giapponese in modo naturale. Un approccio culturale e francescano ben diverso da quello sterminatorio chimico dei decenni passati.
Chi vuole saperne di più vada sul sito della Regione Piemonte o su quello dell’Accademia dell’ Agricoltura di Torino dai quali si accede alla normativa in vigore a livello Europeo, Statale e delle Regioni Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna nonché a documenti scientifici* che sono serviti da base per questo articolo.
P.S. Quella contro la Popillia non sarà importante come la battaglia del 1850. Forse non è fra le più significative di questo secolo. Nulla al confronto con l’eventuale vittoria sulla Flavescenza dorata della vite. Eppure il modo in cui viene affrontata ci insegna come si dovrebbe stare al Mondo. Come si deve convivere e sperare nella natura.
Gino Anchisi
da Santena la città di Camillo Cavour, 5 agosto 2023.