SANTENA – 3 maggio 2010 – Francesco Migliore, capogruppo Pdl, commenta il tentativo dei Grillini santenesi di filmare la seduta del consiglio comunale.
![Francesco Migliore Francesco Migliore, capogruppo Pdl](http://rossosantena.it/wp-content/media/Francesco-Migliore-224x300.jpg)
Francesco Migliore inizia così il suo intervento: «Il gesto dei componenti la locale compagine del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo – intendo il tentativo in parte andato a buon fine di riprendere i lavori del Consiglio comunale dello scorso 26 aprile – è sicuramente eclatante. Di quelli che, senza dubbio, fanno sensazione e che, se non altro, servono a far parlare del movimento stesso nella sua componente santenese, avendo addirittura portato alla momentanea sospensione dei lavori consiliari».
«Premesso questo – prosegue Francesco Migliore – ritengo che, stante la assoluta necessità di verificare a breve la legittimità di una tale azione in riferimento alla normativa sulla privacy e l’utilizzo che di quanto registrato si intende eventualmente fare, non ci si trovi certamente di fronte ad una questione particolarmente “spinosa”. I lavori del Consiglio comunale sono pubblici, nell’accezione più ampia del termine, e quanto avviene durante le sedute del nostro parlamentino cittadino è ovviamente riportato, oltre che dagli atti deliberativi depositati presso le competenti sedi comunali e liberamente consultabili, anche dalle cronache dei giornali locali nonché dello stesso blog che in questo momento mi ospita».
Francesco Migliore prosegue: «Eventuali riprese audiovisive nulla possono aggiungere e nulla togliere a quanto già liberamente e comodamente a disposizione dei cittadini realmente interessati alle cose dell’amministrazione locale. Il Consiglio comunale non è mai stato e non è certo oggi un consesso segreto e questa azione dei grillini, per quanto di discreto effetto poiché effettivamente inconsueta in realtà medio-piccole quali quella santenese, è chiaramente identificabile in uno dei momenti di “rottura” che fisiologicamente contraddistinguono il codice genetico dei movimenti che si presentano al pubblico con propositi “rivoluzionari”. Rompere gli schemi è sicuramente qualcosa di originale e ha una certa presa sull’opinione pubblica ma, come già affermavo in un mio intervento a commento dei risultati delle elezioni regionali di poche settimane fa – e in questa sede torno a ripetere – ciò che davvero metterà alla prova il futuro del movimento in questione, e ce lo consegnerà in una dimensione più tangibile, sarà la contestualizzazione in un disegno organico e coordinato, ovvero concretamente attuabile, dei proclami diffusi in sede di propaganda elettorale».
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