SANTENA – 3 novembre 2023 – Jacques Bigoni(ì), l’Italo-Francese che tanto bene ha fatto all’Italia. Trent’anni fa arrivò un bus dalla Francia. Suscitò prima vergogna e poi orgoglio. Santena si svegliò più consapevole del suo ruolo, dei doveri e delle responsabilità verso la memoria Patria. Un gemellaggio dizigotico che esalta le identità e le differenze tra Francia e Italia, tra Santena e Plombières-les-bains.
C’è viaggio e viaggio. Quello del 27-28-29 ottobre 2023, a Plombières è stato un ritorno per il consolidamento delle relazioni stabilite trent’anni fa. Esattamente nel 1993. Che per Santena hanno significato grandi cambiamenti. Tra i quali:
-l’ideazione di un’Associazione di Volontari impegnati a promuovere e valorizzare un immenso patrimonio culturale legato alla storia patria;
-il gemellaggio con la città francese;
-la collaborazione con la città di Torino per il funzionamento di un bene di cui è la fortunata erede;
-il rilancio dell’attività della Fondazione Camillo Cavour e il suo sostegno;
-l’investimento di milioni di euro dell’Unione Europea e dello Stato per la ristrutturazione del Castello e dell’ex Museo Cavouriano;
-l’essere sede di tre eventi di rilievo nazionale: il 17 marzo, giornata dell’Unità nazionale, dell’Inno, della Bandiera e della Costituzione; il 6 giugno, cerimonia unica ufficiale e popolare, in ricordo della morte di Camillo Cavour; il 20 settembre, consegna del Premio nazionale Camillo Cavour.
Ci sono viaggi che ricongiungono. Questo ottobre Plombières les Bains è diventata Ville Impèriale. E’ entrata nel circuito delle Città dell’Imperatore Napoleone III, ma con una sua specificità. Che la contraddistingue dalle altre Villes perché è un luogo dove lo spirito europeista sovrasta una visione solamente nazionalista. Ciò è dovuto al fatto che l’accordo segreto del 1858 tra Regno di Sardegna e Francia era conseguente all’alleanza formata in Crimea per contrastare il tentativo russo di influenzare la politica mediterranea ed europea. Perché era interesse comune porre fine all’ingerenza dell’Austria nella Pianura Padana e nel resto della Penisola. Perché in prospettiva c’era la costruzione del Canale di Suez e il suo collegamento con il tunnel ferroviario del Frejus. I motivi dell’invito di Santena sono molteplici. Perché si vogliono riallacciare i rapporti tra le scuole, sospesi dall’epidemia mondiale del Covid. Perché è il trentesimo anniversario dell’avvio rocambolesco delle relazioni. Ma non solo. Perché il gemellaggio rappresenta una storia di interessi comuni e differenti tra Francia e Italia. Oggi più che mai attuali alla luce della costruzione del nuovo tunnel ferroviario del Frejus, della necessità del miglior utilizzo dei tunnel viari alpini tra i quali rientra quello del Monte Bianco, dell’urgenza di avere una costituzione degli Stati Uniti d’Europa.
Il 1993 non fu un caso. In verità era scritto nel destino. Bisognava solo che qualcuno facesse scattare la scintilla tra queste due piccole cittadine d’Europa intimamente legate tra loro. Da due personaggi con grandi responsabilità nel percorso di costruzione dell’Unione Europea. Due protagonisti del 1848. Uno, rivoluzionario, simbolo del nazionalismo, dell’imperialismo francese e protettore dello Stato pontificio. Il Presidente della Repubblica Francese nel 1848, che nel 1852 fece il salto diventando Imperatore. L’altro, un agricoltore, imprenditore e giornalista impegnato a prevenire con il riformismo i rischi di burrascose rivoluzioni. Un politico capace di rappresentare gli interessi delle categorie sociali emergenti nella Penisola e di destreggiarsi nelle alleanze con la Francia e con la Gran Bretagna. Una delle figure politiche tra le più significative nella storia d’Italia e d’Europa, caratterizzata dal patriottismo e dall’antilocalismo . Ci sono viaggi che si snodano e poi convergono.
Singolare fu quello del 1993 del pullman di Francesi diretti a rendere omaggio alla Tomba di Camillo Cavour. Un viaggio da favola. Con viandanti ignari di rendere un grande servizio alla cultura e alla memoria degli Italiani e degli Europei. Il capo della spedizione era Jacques Bigoni (1923-2000), sindaco di Plombières dal 1989 al 1995. La cui famiglia veniva da Ardesio, in provincia di Bergamo e immigrò a Plombières dopo la prima guerra mondiale. Bigoni in più era suocero di uno dei più famosi italo-francesi, quel Michel Platini, centrocampista della Juventus, figlio di immigrati dal Piemonte e dal Bellunese.
I viaggi devono avere un senso. Molti sono normali, burocratici, ripetitivi e standardizzati. Alcuni diventano speciali come se una forza sconosciuta li orientasse verso singolari destini. Solo così si spiega l’avventura innescata dai “Plombinois” partiti per una meta sbagliata e arrivati là dove dovevano arrivare. Come se lo spirito di Camillo Cavour li avesse spinti a smuovere una situazione diventata imbarazzante per Lui e per tutti i suoi contemporanei. Perché la casa in cui si era formato, dove erano raccolti i suoi affetti famigliari, dove volle essere sepolto era chiusa da tempo. Non accessibile al pubblico e ai visitatori per mancanza delle necessarie risorse per il funzionamento. Chi ne faceva le spese erano gli antenati e le antenate che lavorarono e agirono per rendere la Penisola prima indipendente e unita in un unico Stato. E i giovani Italiani che con la chiusura del Castello di Santena e della Tomba venivano deprivati dell’usufruizione di un luogo primario della storia patria.
I Francesi fecero una deviazione. Prima puntarono sulla città di Cavour, vicino a Pinerolo, e sbagliarono meta. Per fortuna incontrarono il Sindaco, o chi per esso, che, colta al volo la situazione prese in mano il timone. Alzò il telefono e chiamò il municipio di Santena. Dall’altra parte della linea chi gli rispose fece capire che c’erano dei problemi. Il Castello e la Tomba del principale protagonista del processo culminato con l’Unità d’Italia erano di fatto chiusi al pubblico per carenza di risorse.
Quel Sindaco rimase di stucco. Cinquanta occhi transalpini, molti discendenti di immigrati di origine italiana, lo puntavano in trepidante attesa. Allora insistette. Chiese che si facesse ciò che andava fatto. Aveva tutte le ragioni dalla sua parte. Perché un luogo della memoria così importante qual é Santena va sempre reso accessibile ai visitatori, ai turisti, agli studiosi e agli studenti. Passato il primo imbarazzo, Santena fortunosamente si attivò. Fu chiamata la Fondazione Camillo Cavour che allora aveva sede a Torino. Da una seconda linea telefonica si interpellò la buonanima del Professor Giorgio Lombardi, perché desse una mano. Intanto i Francesi erano in viaggio verso la giusta meta: Santena. Si rimase col fiato sospeso per una buona mezz’ora. Il tempo di raggiungere il presidente Ippolito Calvi di Bergolo che concesse l’autorizzazione straordinaria per la visita. Limitata alla sola Tomba, monumento nazionale dal 1911.
I Santenesi reagirono. Rimase loro giusto il tempo di togliere le ragnatele e la polvere. I Francesi arrivarono dopo pochi minuti. Avevano tra le braccia un mazzo di fiori che deposero nella Tomba. Poi fecero un minuto di silenzio. Di sicuro davanti agli occhi dei discendenti degli immigrati passarono le immagini dei loro cari. Delle fatiche che dovettero fare per integrarsi nella società in cui avevano riposto le speranze di una vita migliore. Poi felici uscirono sulla piazza Visconti Venosta per scambiare i saluti con i presenti, insieme ai numeri di telefono. Prima di ripartire invitarono Santena a partecipare alle celebrazioni previste per il luglio del 1993 per il 135° anniversario dell’incontro segreto tra Cavour e Napoleone III. Incontro nel quale furono gettate le basi per l’alleanza anti-austriaca all’origine della rivoluzione del 1859, della II seconda Guerra di Indipendenza, delle Annessioni e dell’Unificazione della Penisola. I Francesi erano orgogliosi per aver raggiunto il loro obiettivo.
I Santenesi, provarono vergogna. Si resero conto di avere grosse responsabilità di fronte all’Italia e all’Europa. All’imbarazzo per la magra figura subentrò subito dopo l’idea di dover fare qualcosa per non deprivare gli Italiani, in particolare le giovani generazioni, della conoscenza dei sacrifici e delle fatiche affrontate dai loro antenati per rendere l’Italia un Paese dove chi ci nasce e ci vive può considerarsi ben fortunato. Subito fu chiaro che il Castello, la Tomba, il Parco, l’Archivio, la Torre e la Cascina Nuova erano un patrimonio di valore nazionale, europeo e mondiale che la comunità santenese e torinese dovevano a tutti i costi salvare dall’oblio e dalla sottovalutazione.
Anche nel viaggio a ritroso di trent’anni il destino è entrato in campo. Mentre si preparava l’incontro tra le rappresentanze di Plombières e di Santena è stata individuata la tomba di Jacques Bigoni. E’ nel cimitero della frazione di Ruaux. Un luogo sacro, tipico della religiosità della “Gallia Belgica” di Romana memoria. Con tombe essenziali, simbolo di una fede raffinata, abituata a distinguere tra ciò che è dei vivi e ciò che è dei morti. Domenica 29 ottobre le delegazioni di Plombières e di Santena hanno depositato un vaso di ciclamini provenienti dalla città di Camillo Cavour sulla tomba di Bigoni. Con questo gesto si è inteso ringraziare quel gruppo di viandanti che nell’aprile del 1993 arrivò avventurosamente a Santena dandole la sveglia sull’importanza del patrimonio storico culturale che ha la fortuna di ospitare. Che ha il dovere di salvaguardare, di promuovere, di valorizzare e di rendere accessibile insieme alla Fondazione Camillo Cavour, alla Città di Torino, alla Regione Piemonte e allo Stato, senza dimenticare l’ausilio dato dai Volontari della Associazione Amici di Camillo Cavour.
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 3 novembre 2023.