SANTENA – 22 maggio 2010 – Nel Consiglio comunale di ieri sera, 21 maggio, l’interpellanza sull’outlet è stata ritirata dopo una breve discussione. Di seguito, il commento a quanto accaduto scritto dai quattro capogruppo di opposizione – Roberto Ansaldi dell’Udc, Bruno Ferragatta dell’Unione centrosinistra, Domenico Galizio di Insieme per Santena e di Edoardo Tamagnone di Progetto Santena – che ha per titolo “Nicotra e Miano: sull’outlet la colpa è delle opposizioni”.
Nicotra e Miano: sull’outlet la colpa è delle opposizioni!
Se ci fosse un premio a chi la spara più grossa, a Benny Nicotra e Massimiliano Miano avrebbero l’oscar. Ieri sera in Consiglio comunale nell’ambito della discussione – parziale, perché alla fine abbiamo ritirato l’interpellanza – il sindaco e Miano sono riusciti ad affermare il seguente principio: se l’outlet non si farà è perché le minoranze hanno segnalato su di un blog locale che l’amministratore della Promos era stato indagato alcuni anni fa e, quindi, la Promos si sarebbe offesa e l’intervento lo farebbe -forse- da un’altra parte.
Il bello della democrazia è che ognuno è libero di vendere le panzane che ritiene più opportune; il problema semmai è di trovare qualcuno disposto a comprarle, ma questo è altro argomento.
Sull’outlet village ai Ponticelli è opportuno riepilogare i fatti, che sono gli unici elementi tangibili e certi.
– Il 27 novembre 2009 il sindaco in Consiglio comunale dichiara che l’ipotesi outlet è una pura invenzione delle minoranze.
– Il 2 dicembre 2009 la Promos presenta però alla maggioranza una bozza di progetto.
– Il 13 dicembre 2009 il sindaco annuncia un imminente Consiglio comunale aperto prima di Natale e dichiara di “…portare a completa trasparenza il percorso di questo progetto…”.
– Il 7 gennaio 2010 il sindaco conferma l’imminente Consiglio comunale aperto e dichiara che “..sull’ outlet dovrà decidere la città … quando ne sapremo di più potremo prendere una decisione a ragion veduta. Si presenteranno e capiremo se sono seri e se hanno le risorse per realizzare l’intervento“. Il Consiglio comunale aperto non viene però mai convocato.
– Il 15 febbraio la Promos protocolla un accordo di programma per l’intervento – cosa saputa ufficialmente soltanto ieri sera – e a cui non ci sono atti conseguenti da parte del Comune. In Consiglio comunale, che per legge è l’unico titolato a decidere sulla materia urbanistica, non viene portato nulla in discussione.
– Cala il silenzio sulla vicenda del progetto all’ ex fornace Mosso; non viene data alcuna risposta ufficiale alla proposta della Promos e non c’è traccia dello stesso nella relazione previsionale e programmatica allegata al bilancio annuale e pluriennale, approvata il 26 Aprile 2010.
– Il 7 maggio 2010 le minoranze chiedono con una interpellanza che si riferisca in Consiglio Comunale sullo stato dell’arte del progetto.
– il 18 maggio mattina – giorno del Consiglio comunale – il consigliere Miano ed altri otto consiglieri di maggioranza, riscoprono l’argomento e con un blitz presentano un ordine del giorno, che non può però essere discusso in quanto in palese contrasto con il regolamento del Consiglio comunale. L’opposizione, che non conosce il testo dell’ordine del giorno, consente che l’argomento sia presentato come mozione collegata alla propria interpellanza.
– il 20 maggio rossosantena.it pubblica il testo dell’ordine del giorno, diventata mozione, in cui chiede che “…sia dato pieno mandato al sindaco a riprendere le trattative con la società Promos srl affinché il territorio di Santena possa rientrare nella rosa dei siti valutabili per la realizzazione dell’outlet” . Il principio è condito con una serie di accuse all’opposizione rea di “…insinuare l’esistenza di operazioni poco trasparenti da parte di questa amministrazione e della società Promos, alimentando preoccupazioni tra la cittadinanza e gettando fango su alcuni componenti della giunta nonché sui soci della società predetta”.
– Il resto è cronaca di ieri sera: i gruppi di opposizione ritengono che, oltre ad essere pretestuose le accuse alle opposizioni, non sia logico dare mandato in bianco a qualcuno per trattare una cosa così importante; senza cioè nemmeno sapere cosa è stato proposto e senza aver visto neanche il progetto del soggetto attuatore.
Nota di colore: è strano che il Consiglio si potesse riunire solo questa settimana in cui la Lega non era presente per impegni della sua capogruppo. Ci risulta inoltre che l’alleato del PdL abbia mandato una nota di protesta feroce anche perché della delega in bianco pare non ne sapesse nulla; ma, ovviamente, si sono guardati bene dal farne menzione.
Per evitare quindi questa delega senza senso, ritiriamo l’interpellanza facendo così decadere anche la mozione collegata e chiediamo invece che l’argomento sia discusso in un Consiglio comunale, da tenersi anche a breve, in cui si possa visionare il progetto della Promos e si possa innestare un ragionamento complessivo e trasparente. Se delega deve essere, a nostro avviso, delega può esistere solo dopo aver visto le carte ed avere le idee ben chiare sull’argomento.
Alcune altre considerazioni.
– E’ ridicolo addossare le colpe alle opposizioni quando da dicembre il sindaco e la sua maggioranza non hanno fatto nulla per dare riscontro alla proposta della Promos. Pare di tutta evidenza che, semmai, la cosa è rimasta nel cassetto perché la maggioranza, oltre ad aver avuto innumerevoli problemi di sedie, non ha una posizione univoca su questo progetto.
– L’argomento outlet ha avuto una genesi anomala e poco chiara. Di regola la società che intende realizzare l’intervento si propone in comune e l’amministrazione comunale, conosciuti gli aspetti peculiari dell’iniziativa, identifica dove la stessa si possa realizzare ed a quali condizioni la cosa sia fattibile. Nel caso specifico è successo l’esatto contrario. Un parente di un assessore ha prima opzionato per conto terzi i terreni – ritagliandosi e dichiarando la sua percentuale di utile, oltre a fornire assicurazioni sui tempi della variante urbanistica. I proprietari dei terreni hanno successivamente mandato una lettera per il cambio di destinazione d’uso ed alcuni mesi dopo la Promos manda il progetto proprio su questi terreni. ll tutto con l’amministrazione comunale silente e che non ha affatto esercitato la propria funzione.
L’opposizione non ha voluto prestare il fianco a decisioni in cui non è mai stata coinvolta e che non trovano neppure concorde la maggioranza stessa come si registrava dalle molte – troppe – assenze che manifestavano il disagio nei confronti del progetto.
Detto in altri termini, le opposizioni vogliono solo chiarezza e trasparenza: nessuno è concettualmente contro l’outlet village, ma ci sembra corretto che la città sappia di cosa si tratta; di quanto valgono le sue innegabili positività – posti di lavoro ed oneri di urbanizzazione –, ma anche le negatività – la viabilità, le conseguenze sull’economia esistente, la fine che faranno la Laria e la fornace Mosso che sono nell’area individuata, l’assetto idrogeologico, gli impatti ambientali ecc – che sono naturali in un intervento come quello proposto.
Infatti, il compito della pubblica amministrazione è essenzialmente quello di far prevalere il pubblico interesse – ossia massimizzare le positività e minimizzare le negatività – ma per poterlo fare bisogna avere le idee chiare su ciò che è stato proposto e innestare di conseguenza una analisi corretta e seria, senza scorciatoie o deleghe in bianco e, soprattutto, senza alcun secondo fine o terzo scopo.
Santena, 22 maggio 2010
Roberto Ansaldi, capogruppo Udc
Bruno Ferragatta, capogruppo Unione centrosinistra
Domenico Galizio, capogruppo Insieme per Santena
Edoardo Tamagnone, capogruppo Progetto Santena.
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