Agricoltori nel bacino del Banna.  Puntata 368

SANTENA – 11 febbraio 2024 – Per le piccole aziende agricole ci vorrebbe Camillo Cavour. La transizione è la riforma dell’agricoltura. Gli agricoltori sono le vere sentinelle dell’ambiente e il loro lavoro va rispettato garantendo un giusto reddito. E’ in crisi la rappresentanza sindacale e politica degli interessi.

Anche qui c’è fermento. Contro un certo ecologismo che crede i contadini nemici dell’ambiente, nonostante sia evidente che non sono le aziende agricole ad aver rovinato la natura e il paesaggio. Contro l’Unione Europea, la burocrazia statale, regionale e comunale e i sindacati agricoli. Contro la grande distribuzione e la catena degli intermediari che si mangiano il valore aggiunto del lavoro. Contro l’agricoltura industriale che porta con sé il conto-terzismo, la soccida, la monocoltura, la finanza e i fondi d’investimento. Al rombo dei trattori la politica e i partiti hanno scoperto che non basta usare le espressioni Green Deal e Farm to Fork  per tutelare il territorio, la salute delle persone e la redditività delle aziende. Nell’affrontare la transizione l’Europa e gli Stati nazionali devono fare i conti con il fattore lavoro, la produttività, la redditività e la riconversione delle aziende e delle colture. Una cosa è certa. L’agricoltura oggi ha bisogno di una riforma alla Cavour. L’Europa, con la Von der Leyen, adesso s’è messa da parte. Ha ceduto il mazzo agli Stati nazionali perché facciano, se sono in grado, i conti con gli interessi delle multinazionali, dell’agroindustria, delle superpotenze e delle aziende agricole.

Distinguere tra i comparti. Guardando, da queste terre, ai cortei dei trattori ci si rende conto che bisogna distinguere. Tra le aziende agricole e i territori. Tra le zone climatiche e i differenti sussidi. Tra gli allevatori, i cerealicoltori, i viticoltori, gli olivicoltori, i frutticoltori. Tra l’orticoltura della Città Metropolitana Torinese. Un comparto frammentato in piccole aziende, con alta intensità di lavoro manuale, produttrici di cibo salutare, che il conto-terzismo e l’industrializzazione non sono in grado di garantire in qualità, quantità e prezzo. 

Nel Bacino del Banna cambia il clima, manca l’acqua… L’agricoltura è in crisi. In gioco c’è la redditività delle imprese, la riconversione delle produzioni e l’assetto sociale della comunità. Evidente è il bisogno di una politica che intervenga sulla crescita dimensionale delle aziende agricole puntando sull’associazionismo e non sulla grande proprietà industrializzata. Favorendo il ricambio delle persone e l’immissione di giovani imprenditori non provenienti dal mondo agricolo. Intervenendo sui terreni incolti e asserviti e definendo la sostenibilità delle attività sul territorio. La scarsità dell’acqua nei secoli, da queste parti, ha aguzzato gli ingegni. Il Bacino è un grande catino, in sponda destra del Po, circondato dalle basse colline del Roero, del Monferrato e del Chierese. Totalmente privo di montagne che trattengano le nuvole di pioggia. Quest’area della Città Metropolitana da secoli è un Distretto del Cibo. Che oggi con il cambiamento climatico ha bisogno di investire risorse nella riconversione aziendale e nel ciclo integrato dell’acqua. Per produrre alimenti naturali, freschi e buoni, a chilometro zero e a tempo zero. Per garantire un certo grado di autonomia alimentare al Piemonte. I Comuni, il Distretto del Cibo, la Città Metropolitana, la Regione devono realizzare un progetto per utilizzare al meglio l’acqua per l’irrigazione, per le attività produttive e per l’alimentazione animale e umana. Un Piano Regolatore del territorio agricolo che preveda: la costruzione di nuovi invasi e di riserve idriche domestiche e aziendali sotterranee; la gestione associata della rete dei canali e dei fossi e dei pozzi; l’uso dei terreni, la lotta agli sprechi domestici, aziendali e agricoli; la tutela delle falde profonde e superficiali; l’individuazione del numero sostenibile di animali da allevamento: i suini in particolare.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour,  11 febbraio 2024

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