Santena, il discorso del sindaco Benny Nicotra per il 2 giugno 2010

Santena – 4 giugno 2010 – Di seguito, il discorso che il sindaco Benny Nicotra ha rivolto ai cittadini in occasione della Festa della Repubblica, celebrata il 2 giugno scorso.

Discorso per la Festa della Repubblica

2 giugno 2010

Ho avuto occasione negli anni scorsi di ricordare come la Costituzione  della Repubblica italiana è stata l’evento che in qualche modo ha contrassegnato il passaggio dell’Italia nella èlite ristretta dei grandi Paesi democratici.

Gli anni del dopoguerra videro poi uno straordinario periodo di crescita economica, che ci portò ad aggiungere alla condizione di democrazia parlamentare la qualifica, ancora più elitaria, di grande Paese industriale. Qualifica che conserviamo ancora oggi, nonostante tutti i problemi e le crisi economiche succedutesi in questi 64 anni.

Mi sia consentito di fare un po’ il nazionalista: l’Italia resta ancora al sesto-settimo posto tra le potenze industriali, sostanzialmente alla pari con il Regno Unito, benché, soprattutto in questo ultimo decennio, siano entrati i classifica Paesi di dimensioni enormi, per popolazione e superficie, come la Cina, l’India, il Brasile.

Certo, ci sono anche difficoltà, il grande debito pubblico, che limita grandemente i nostri margini di manovra, e la scarsa natalità che, a partire da qualche decennio, ci ha portato a mancare di nuove leve sul lavoro, sostituite da lavoratori stranieri, che ormai danno un contributo fondamentale alle entrate dell’Inps.

Resta però il fatto che, in un’epoca come quella moderna, continuamente agitata da un turbinio di mutamenti economici e sociali, noi italiani abbiamo tenuto le posizioni dal punto di vista economico, occupando inoltre un ruolo di primo piano, costruttivo e di prestigio, nelle principali organizzazioni internazionali, delle quali figuriamo anche fra i maggiori finanziatori.

Possiamo dunque celebrare la ricorrenza del referendum del 1946 con orgoglio e con soddisfazione: fu l’inizio di un percorso estremamente felice per il nostro Paese, che ci ha portato a occupare un ruolo importante in questo grande e complicato mondo moderno.

Che questo tipo di evoluzione non sia affatto scontata lo dimostrano le vicende di altri Paesi  – europei, si badi bene, non del terzo mondo – come la Grecia, di cui tutti vediamo le difficoltà, ma anche della Spagna, che con il suo premier solo due anni fa si gloriava di averci superato per prodotto pro capite.

Si può tranquillamente dire, insomma, che abbiamo fatto una buona scelta adottando la Repubblica, ma non solo: dobbiamo soprattutto essere fieri del fatto che abbiamo saputo farla vivere e prosperare in questi 64 anni, e questo è un risultato che non era per nulla scontato, venendo da un ventennio di dittatura e da una guerra civile.

E’ senz’altro vero che il sistema politico italiano mostra una elevata litigiosità. Io stesso provo un grande fastidio nell’assistere a quelli che il presidente del mio partito ha giustamente definito “pollai televisivi”, ma, anche qui, non scordiamoci che ci sono stati periodi, non troppo lontani, in cui si aveva a che fare con attentati e movimenti terroristici. Oggi la conflittualità si limita alle parole, non si ricorre più alle armi. Non è poco: talvolta ce lo dimentichiamo.

Visto che parlare di questi anni di regime democratico porta a fare una riflessione sull’unità del Paese, vorrei oggi parlare brevemente di un nostro concittadino, Tullio Fabrizi, alla cui vita è stata dedicata una piccola biografia. Tullio è abruzzese ed è un po’ il simbolo di tutti coloro che sono venuti a Santena dal Sud; si sono trovati bene e ci sono rimasti per tutta la vita.

Lui è stato uno dei primi, perché venne qui nel 1943 e durante gli ultimi anni della guerra si fece onore alla base antiarea del Gamenario. Molti lo seguirono poi negli anni Sessanta e Settanta, raddoppiando la popolazione della nostra città e integrandosi perfettamente con gli abitanti del luogo. Gli dedichiamo un saluto affettuoso come rappresentante di un buon esempio della unità degli italiani.

In conclusione di questo intervento, c’è un ultimo argomento che vorrei accennare. La Festa della Repubblica quest’anno non può prescindere da un tema che è a un tempo storico e di attualità, cioè la celebrazione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, che scadrà fra un anno circa.

Il tema è di grande rilievo per tutti, ma per Santena è veramente d’obbligo, visto che la nostra città ospita la dimora e lo splendido parco di una degli artifici principali della unificazione, il nostro amato Conte di Cavour.

A celebrare l’evento fra pochi giorni sarà qui il presidente della Repubblica: Giorgio Napolitano ha infatti confermato la sua presenza a Santena per il prossimo 6 giugno, quando il sepolcro del “Grande Tessitore” dell’Unità d’Italia verrà restituito al pubblico dopo i lavori di conservazione.  E’ un grande onore per la città e io sarò presente a nome di tutti i concittadini per porgergli il nostro saluto.

Benny Nicotra
Sindaco di Santena

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