Dalle ore 22 del 1° dicembre l’Ages ha sospeso l’attività produttiva

SANTENA – 1° dicembre 2008 – Oggi l’Ages, a partire dalle 22, ha fermato la produzione. La storia della giornata la fanno due comunicati: il primo è della direzione, il secondo della Rsu. I commenti arrivano dai lavoratori attorno al fuoco, in presidio ininterrotto davanti ai cancelli, dal 3 novembre scorso.


Con un comunicato, emesso nel primo pomeriggio, la direzione aziendale scrive: “Si comunica a tutti i dipendenti che l’azienda, causa attesa comunicazione ufficiale della sentenza da parte del Tribunale di Asti sull’amministrazione straordinaria, sospende temporaneamente le attività produttive nello stabilimento di Santena. Pertanto, alle ore 22 del giorno 1° dicembre 2008 cesserà il proseguo della produzione, salvaguardando le attività di gestione e la sicurezza degli impianti. Sarà cura dell’azienda avvertire le maestranze del ripristino delle attività di produzione”.


La Rsu, in risposta, hanno preparato un comunicato sindacale che recita: “A riguardo del comunicato aziendale Ages del 1° dicembre 2008, riguardante la sospensione dell’attività produttiva, la Rsu ritiene tale interruzione non giustificabile e pertanto chiede al responsabile del personale di indicare la copertura retributiva di tale sospensione oppure di riprendere immediatamente l’attività produttiva”.
La cronaca della giornata la raccontano alcuni componenti della Rsu, a sera inoltrata, poco prima delle 22, attorno al fuoco, davanti ai cancelli; anche oggi, molte delle solite facce, sono lì per dare continuità a un presidio che va avanti dal 3 novembre scorso. “In mattinata – spiegano – tramite il capo del personale abbiamo chiesto di poter avere un incontro con la proprietà per conoscere le ragioni del mancato pagamento dei salari di novembre. La proprietà non ci ha voluti incontrare ma ci ha fatto dire dal capo del personale che il blocco dei pagamenti sarebbe stato suggerito dai loro avvocati, in attesa del pronunciamento del Tribunale di Asti sull’amministrazione straordinaria”.
“Nel primo pomeriggio – continua un altro operaio – i lavoratori sono stati messi chi in libertà, chi in ferie e chi in cassa. Anche per avere spiegazioni su questo comportamento abbiamo chiesto ragione al responsabile del personale. In risposta, ci ha detto che, in accordo con l’Unione industriale, la proprietà stava preparando un comunicato”.
Un altro lavoratore aggiunge: “Appena abbiamo avuto il comunicato della proprietà abbiamo sentito il sindacato e i legali. Questo documento padronale ha un solo significato: quello della serrata. A fronte di questo, come Rsu, abbiamo concordato un comunicato sindacale”.
“Ora stiamo discutendo sul che fare – spiegano, illuminati dal fuoco della stufa che continua a bruciare legna delle pedane – le alternative sono due: appropriarci della fabbrica per continuare a produrre, oppure aspettare la sentenza del Tribunale. Una decisione che andrà presa con i nervi saldi. Dobbiamo evitare di cadere nelle provocazioni. Io penso che la proprietà non ci abbia pagato il salario di novembre perché pensava che, così facendo, noi avremmo dichiarato sciopero smettendo di lavorare. E invece non è andata così: ancora una volta stiamo dimostrando un grande senso di responsabilità. Proprio perché siamo in difficoltà stiamo facendo di tutto per contribuire a uscire da questa brutta situazione. Speriamo davvero che nelle prossime ore il Tribunale di Asti si pronunci”.

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