Santena – 5 dicembre 2010 – Nei giorni scorsi è arrivato il via libera dal Ministero del Lavoro alla prosecuzione della trattativa che porterà all’assunzione di 111 lavoratori dell’Ages di Santena. Il Tribunale di Asti ha rinviato la decisione in merito all’Ages in amministrazione straordinaria. Nei prossimi giorni l’imprenditore Gabriele Claudio Belforte si recherà dal notaio per firmare l’atto di costituzione della nuova ditta. In quella sede dovrebbe essere comunicato anche il nome dell’impresa che nascerà dalla cessione del ramo d’azienda dell’Ages di Santena. Ne sa di più Enrico de Paolo, Filctem Cgil che qui di seguito aggiunge alcune notizie.
Enrico de Paolo afferma: «Fanno capo all’imprenditore ingegner Gabriele Claudio Belforte la Belconn, la Plasticavi e la Chemikal. In sede di trattativa l’imprenditore ci ha anticipato che la denominazione della ditta potrebbe ancora cambiare. Probabilmente il nome verrà fuori quando si recherà dal notaio per firmare l’atto di acquisto del ramo d’azienda».
Il sindacalista spiega: «Da quanto abbiamo appreso il settore auto dovrebbe assorbire fino a un massimo del 40 per cento della produzione. Gli acquirenti dell’Ages oltre a fornire Fiat hanno avuto contatti con General Motors e Wolkswaghen. Gli acquirenti, oltre al settore automotive, si sono detti interessati ai settore della nautica, aeronautica e civile. In sede di trattativa è emerso che un aspetto su cui si punta sarà la produzione di mescole. Sempre durante il tavolo delle trattative sono stati annunciati collaborazioni con il Politecnico di Torino per sviluppare nuove tipologie di mescole. Ci hanno detto che sarà prodotto un cavo energetico. Già oggi una ditta del gruppo acquirente, la Plasticavi, di Almese, produce un cavo di trasmissione dati».
Enrico de Paolo aggiunge: «Un altro aspetto su cui abbiamo discusso è quello relativo agli interventi che l’acquirente intende effettuare prima di avviare le nuovi produzioni. Ci hanno annunciato che intendono ristrutturare il sito produttivo. Le strutture saranno revisionate e messe a norma. Uno dei problemi più grossi da risolvere è quello relativo al tetto, che contiene amianto. Ci è stata prospettata la costruzione di un impianto fotovoltaico, con un investimento di alcuni milioni di euro. L’obiettivo è anche quello di ridurre la bolletta di acquisto dell’energia necessaria al sito produttivo».
«Da quel che abbiamo potuto capire – aggiunge Enrico de Paolo – il sito produttivo santenese andrà incontro a uno stop di almeno sei-otto mesi. Per tutto questo periodo gli acquirenti ci hanno detto che pensano di utilizzare la cassa integrazione in modo massiccio, per circa 70-75 persone. Una quarantina di persone continuerà a lavorare, soprattutto per produrre mescole, un reparto che non interromperà la produzione. Già oggi l’Ages ha richieste di forniture di mescole».
Sin qui quanto appreso in merito alla trattativa. Da Enrico de Paolo arriva anche una riflessione più complessiva, relativa alla vicenda Ages per come è andata sviluppandosi negli ultimi anni: «Due anni fa, abbiamo cercato la strada del Tribunale per impedire che la ditta fallisse. Con la gestione Di Sora ci siamo andati molto vicini al fallimento. Avevamo il fondato timore che fosse l’azienda stessa a portare i libri in Tribunale: questo ci avrebbe impedito sia di chiedere l’accertamento dello stato passivo, sia di poter condurre l’azienda in amminsitrazione straordinaria. Dunque l’arrivo dell’amministrazione straordinaria ha evitato il fallimento che vedevamo profilarsi all’orizzonte. Noi, una volta partita l’amministrazione straordinaria, contavamo di avere due anni a disposizione prima che il tribunale pronunciasse una sentenza. Noi speravamo di poter tirare avanti per almeno due anni in modo da poter andare incontro a un periodo un po’ meno nero dal punto di vista occupazionale. In sostanza noi in 24 mesi speravamo di poter uscire dalla grave crisi economica che attanagliava il Paese. Purtroppo questo non è successo: anzi, la crisi si è aggravata e oggi, dopo due anni di amminsitrazione straordinaria, dobbiamo registrare un peggioramento della crisi che ha colpito un po’ tutti i settori produttivi, ma soprattutto il settore automotive».
«Dico questo – aggiunge Enrico de Paolo – perché la nostra speranza era quella di riuscire a sistemare se non tutti i 350 lavoratori, almeno un buon numero. Oggi invece ai lavoratori Santenesi si sono aggiunti gli esuberi di Asti e Ceprano e una soluzione che consenta di dare lavoro a trecento persone non è mai stata nell’orizzonte degli obiettivi conseguibili. Noi speravamo in due anni di poter godere degli effetti positivi portati dal miglioramento della situazione congiunturale: invece la crisi è strutturale e non si intravedono inversioni di tendenza. Anzi, la crisi occupazionale sembra aggravarsi sempre più. Il comportamento del Governo non ci ha dato una mano; non sta facendo praticamente nulla per risollevare l’occupazione. La Fiat continua a perdere colpi. L’Ages stessa ha visto ridurre le commesse che arrivavano dalla casa automobilistica torinese. In questa situazione l’offerta della Belconn, relativa a 111 lavoratori è stato il massimo che siamo riusciti a portare a casa dopo una stagione di mobilitazione senza uguali. Ovviamente questo non era certo il nostro obiettivo iniziale. All’inizio noi speravamo di poter portare a casa molto di più. Purtroppo non è stato possibile. Il passaggio di 111 lavoratori è stato il massimo che siamo riusciti a strappare».
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