Santena – 13 marzo 2011 – Santena cambia ha organizzato una conferenza stampa per spiegare le ragioni della nascita di questo gruppo consigliare. L’incontro con i mezzi di informazione si è svolto sabato mattina nella sede dell’associazione culturale Europa.
L’incontro è iniziato con una premessa di Roberto Ansaldi, capogruppo di Santena cambia: «Abbiamo indetto una conferenza stampa per spiegare compiutamente alla città, le ragioni della costituzione di questo gruppo unico. Sono motivazioni non banali che vanno ben oltre la somma aritmetica dei tre gruppi di minoranza usciti dalle urne nel 2007. Le ragioni stanno nella situazione generale in cui si trova Santena. Dopo quattro anni di amministrazione Nicotra-ter, la città sembra un po’ come un’auto che è in riserva. Questa – secondo noi – è la situazione, guardando i dati di fatto, senza nessuna strumentalizzazione; senza nessuna visione pessimistica che pur ci viene sempre addebitata dall’attuale maggioranza guidata da Benny Nicotra. Io credo che basti fermarsi a parlare con le persone, leggere alcuni articoli, o farsi un giro per Santena per arrivare a capire che la città – sotto tanti aspetti – oggi è con poca benzina. Noi crediamo che i fattori che hanno portato a questa situazione, non certo bella per la nostra città, siano tre: un fattore sociale; un fattore di non corretta gestione delle risorse; la non gestione assoluta del territorio».
Ha quindi preso la parola la consigliera Cetty Siciliano, che è intervenuta in merito ai problemi sociali: «Santena, forse più ancora dei paesi limitrofi, soffre per le centinaia di posti di lavoro che ha perso e che ancora sta perdendo. Se tanti cittadini sono più poveri, ovviamente sono le fasce più deboli a pagarne il prezzo maggiore. Negli anni abbiamo visto aumentare l’addizionale Irpef e la bolletta del servizio raccolta rifiuti, ma nei vari consigli comunali non abbiamo registrato nella maggioranza l’affanno e l’impellenza di trovare soluzione ai tanti problemi economici dei cittadini di Santena».
Cetty Siciliano ha aggiunto: «Ci spiace che spesso siano state vane le varie iniziative con cui chiedevamo un maggiore aiuto da destinare al sociale; così come sono state inascoltate le nostre richieste sulla necessità di avere, in consiglio o nelle commissioni, un chiaro quadro delle aziende in crisi o dei cittadini in grave stato di disagio economico. Noi crediamo invece che le difficoltà di un paese e dei suoi cittadini vadano invece costantemente monitorate e condivise con tutte le forze presenti sul campo e che ci si debba sempre confrontare su temi cosi delicati e importanti».
La consigliera ha proseguito: «Per quanto riguarda la nostra unione, in questi anni il dialogo e il continuo confronto, auspicato da me e da tanti sin dall’inizio, ha prodotto buoni frutti e ha permesso alle tre forze di opposizione di amalgamarsi e poi di unirsi nel gruppo di Santena cambia. Tra noi consiglieri c’è sempre stato un rapporto paritario in cui ciascuno ha arricchito il gruppo con le proprie esperienze e competenze. A tal proposito ricordiamo con piacere il contributo del consigliere Bruno Ferragatta, sempre disponibile all’ascolto, al confronto e prodigo di consigli. Siamo certi che il nuovo gruppo proseguirà su questa strada di democrazia e collaborazione, mantenendo sempre viva l’attenzione sui tanti problemi di Santena».
Roberto Ansaldi ha quindi affermato: «Noi riteniamo che questa amministrazione sia stata particolarmente carente nella gestione delle risorse. Quando i soldi sono pochi bisogna razionalizzare la spesa. Occorre confrontarsi su ciò che si spende, cercando soprattutto di investire in progetti, in obiettivi, concreti, in un qualcosa che resti alla città. Questa amministrazione invece ha continuato a gestire il bilancio come se nulla fosse accaduto. Negli ultimi anni lo Stato ha tagliato di brutto le risorse e questa maggioranza non è stata in grado di creare una catena del valore. Abbiamo continuato a disperdere le risorse in tanti piccoli capitoli che non lasciano traccia tra i cittadini».
«A nostro modo di vedere – ha detto Ansaldi – occorreva fare una revisione complessiva della gestione della risorse, cercando di creare in ogni settore quello che viene chiamata la catena del valore. Occorreva invece ridurre i costi della Giunta; agire con interventi su fonti rinnovabili; dare i contributi alle associazioni sull’effettiva ricaduta sociale. Su questi elementi noi pensavamo che si potesse operare. Abbiamo anche costituito un gruppo di lavoro con risultati abbastanza significati. Una amministrazione seria avrebbe dovuto fermarsi e cercare di gestire le poche risorse a disposizione in maniera costruttiva, cercando comunque per ogni esercizio finanziario di lasciare un qualcosa alla città. Un altro aspetto preoccupante è quello relativo alla gestione del territorio, ma su questo relaziona il collega Domenico Galizio».
«Noi vorremmo cercare di introdurre un concetto che non è certo tipico dell’amminsitrazione che ci sta governando – ha iniziato Domenico Galizio –: avere a cuore il territorio. Significa occuparsi del territorio, in quanto terreno che si sviluppa su una certa superficie con le persone che interagiscono su questa porzione di territorio. Avere a cuore il territorio non significa fare una scelta di tipo sentimentale o romantica senza vedere quello che capita. Significa però non fare scelte scellerate, soprattutto significa non compromettere il territorio che sta diventando sempre più un bene prezioso e raro, la cui disponibilità va misurata e centellinata secondo le effettive esigenze. Significa quindi gestire il territorio nel migliore dei modi. Il che non significa negarsi allo sviluppo, assolutamente.Le accuse che verranno fuori saranno queste: di essere uno stop a quello che è l’inarrestabile progresso; nulla di più falso. Occorre rendersi conto che sono cambiati i tempi e bisogna cambiare anche il modo di gestire lo sviluppo e il progresso. Ci sono stati gli anni di opportunità per cui venti giornate di terreno a Santena erano utili per insediamento tipo Ages o altro, perché creavano occupazione. Oggi ci sono situazioni dove le venti giornate di terreno possono essere utilizzate diversamente, sempre con possibilità di fruizione per i cittadini, intendendo l’utilizzo per esigenze abitative o produttive, però commisurate alle effettive realtà. Dal 1990 al 2006 a Santena sono stati cementificati 50 ettari di terreno, che rappresentano il 20 per cento di quello che è l’intero territorio impermeabilizzato comprendente abitazioni, costruzioni e strade. Il 20 per cento è quanto è stato impermeabilizzato in questi ultimi anni. E’ un dato preoccupante che deve essere tenuto presente da chi andrà a fare delle scelte urbanistiche nei prossimi anni a Santena. Dico questo perché il territorio non può essere consumato per fare cassa, senza costruire infrastrutture, ma semplicemente per finanziare la spesa corrente»
Domenico Galizio ha continuato: «Occorre rapportarsi con il territorio in maniera dinamica. Occorre avere a cuore il territorio. Significa non considerarlo una sorgente da spillare, a seconda di esigenze quotidiane o spicciole, e poi disperarsi nel momento in cui si scoprisse che questa sorgente si è esaurita.E’ un territorio che abbiamo ricevuto in uso dai nostri padri e dovremo poter dare ai nostri figli, almeno nelle stesse condizioni, possibilmente migliori visto che l’evoluzione dell’umanità dovrebbe portare a dare qualcosa di meglio di quello che abbiamo avuto in eredità. Ciò significa che le attività produttive esistenti non devono essere impedite o comunque costrette a localizzarsi altrove. Non si può neanche pensare che uno che arrivi per occupare 200mila metri quadrati sia visto come salvatore dell’umanità. Evidentemente è un interlocutore con cui fare di conto e ragionare e con cui si devono fare discorsi che vanno di là dall’interesse dei costruttori. Occorre agire in riferimento agli interessi del cittadino, in tutti i suoi aspetti. In questo senso noi vediamo il Piano regolatore, che sarà una scelta da fare quanto prima.L’attuale Prgc è già molto datato – e mostra anche i segni del tempo che è passato – ed è in scadenza. Un nuovo piano va fatto per due ragioni. In assenza di un piano regolatore la crescita è necessariamente disordinata. Noi vogliamo riproporre il piano regolatore in termini autentici dello strumento; si chiama piano regolatore, non piano costruttore, non piano edilizio. Si costruisce evidentemente, ma innanzitutto si deve regolare, si deve cercare di guardare il territorio nella sua complessità. Non si può fondare il rapporto con i cittadini come fa questa amministrazione dicendo “vi farò il piano regolatore”, dando per esplicito e per implicito che il piano regolatore significa che qualcuno potrà costruire. Questo tipo di approccio deve cessare. Deve cambiare. Quando diciamo Santena cambia intendiamo anche questo. Non vogliamo fare appunto i romantici o gli spaesati, ma vogliano fare i pratici, concreti, quelli che hanno i piedi per terra, ma cambiare quelle che sono le attuali dinamiche che evidentemente a Santena – se vediamo come è attualmente – non hanno portato sostanziali vantaggi. Si può fare meglio per cui vale la pena di cambiare».
Domenico Galizio ha proseguito: «Rispetto alla formazione del gruppo Santena cambia dico solo una cosa: io ne sono particolarmente contento per numerose ragioni. Nel 2007 ero autenticamente dispiaciuto di vedere disperdere le forze. Allora ricordo anche che c’erano stati diversi contratti per cercare fusioni che non hanno avuto esito felice.Dico questo per dire che l’intenzione di fare qualcosa di più, che andasse oltre le tre singole liste, c’era anche prima del maggio 2007. Ci siamo arrivati adesso, dopo 3,5 anni. Qualcuno potrà dire che è stato troppo lungo; qualcun altro che è stato troppo presto. Il sindaco Nicotra in consiglio si è subito lamentato che la campagna elettorale è iniziata troppo presto. L’unificazione è capitata adesso, è un bene che sia successo ora. Siamo in un contesto nazionale dove la tendenza delle forze politiche è al frazionamento. Anche a Santena si segue il trend nazionale. Un grande gruppo di maggioranza ha provveduto in questi anni a polverizzarsi, a frantumarsi e a ricompattarsi in modo più o meno convinto. Santena cambia rappresenta una inversione di tendenza rispetto alla situazione nazionale. E’ un fatto positivo, va anche a merito a chi l’ha compiuto. Dico questo perché certi commenti apparsi sul blog rossosantena sono un po’ miserelli. Uno può stare nella partita o non starci, ma comunque si dovrebbe vedere un elemento positivo nella vicenda. Se io avessi un avversario preferirei averlo ben individuabile, un interlocutore anche forte, che magari mi prefiggo di battere, ma comunque un interlocutore credibile e compatto. Santena cambia lo è. Il percorso è stato lungo, con qualche inciampo, ma – tutto sommato – direi che anche con i tre gruppi distinti abbiamo fatto delle buone cose. Abbiamo impedito delle operazioni che erano veramente disastrose. E qui ritorno al discorso sul territorio e vorrei dire una cosa che deve essere chiara e limpida: non sia mai imputato ai tre gruppi di opposizione alcuna responsabilità per avere perso l’opportunità dell’outlet che è sfumato per la incapacità e la frantumazione della coalizione di maggioranza.A noi non è mai stato dato neanche modo di entrare nel merito dell’argomento, comunque la pensassimo.Saper gestire e programmare il territorio significa anche non perdere opportunità come quello dell’outlet: che è stato perso dalla mancata predisposizione di strumenti urbanistici che potessero tranquillamente allocare questo intervento. L’outlet è stato perso a causa di una visione miope di quello che è la gestione del territorio. Io sono convinto che i signori della Promos abbiano avuto paura di avere a che fare con degli incapaci e sprovveduti e quinti di non potersi affidare in mani rassicuranti».
Domenico Galizio ha detto: «Santena cambia intende riportare Santena alla normalità. Il problema è che Santena, nel corso della sua storia ha visto poca normalità. Ha visto sempre situazioni abbastanza complicate. Per normalità intendo anche che – viste le ultime notizie di cronaca di questi giorni relative all’usura – noi vorremo che la città venisse ricordata per notizie più positive rispetto a quello che ha visto il coinvolgimento di delinquenza privata, amministrazione pubblica e gestione dell’ordine che doveva tutelare sia sulla delinquenza privata sia sull’amminsitrazione pubblica. Vorremo che anche in questo Santena, dal 2012, se non prima, la città cambi perche è veramente l’ora di finirla».
Roberto Ansaldi è nuovamente intervenuto in merito al territorio: «Senza uno strumento serio e trasparente di pianificazione si fornisce poi l’opportunità a operazioni mordi e fuggi, tipo quella intentata alla Masseria, dove alcuni soggetti vorrebbero venire, costruire, monetizzare e poi scappare via. Questa sono operazioni da evitare anche perché questi tipi di operazioni sono deleterie dal punto di vista della gestione del territorio. Ricordo a tutti che Santena, per la sua collocazione rappresenta l’imbuto del bacino del Banna. Quindi ogni cementificazione che si fa sul nostro territorio, o a monte, porta modifiche e peggiora le condizioni del rischio di esondabilità. Quando si parla di pianificazione e gestione del territorio dobbiamo anche avere un occhio di riguardo sotto questo punto di vista.E bisognerà anche che Santena si faccia carico di dire la sua, di interloquire con chi sta a monte del nostro territorio, in modo che vengano evitate ulteriori cementificazioni e impermeabilizzazioni; tutto ciò in ottica di gestione complessiva del territorio. E qui occorre anche fare riferimento al Ptc – Piano territoriale di coordinamento – elaborato dalla Provincia e che la Regione sta valutando. Occorrerà vedere che nel Ptc siano stati presi in considerazione anche questi aspetti perché c’è il rischio che tutta una serie di interventi incidano sulla nostra sicurezza rispetto ai pericoli portati dal torrente Banna».
Roberto Ansaldi ha chiuso così la conferenza stampa: «L’amministrazione guidata da Benny Nicotra si è distinta per la non gestione di tre fattori fondamentali: gli aspetti sociali; le risorse e il territorio. Non dimentichiamoci mai che, insieme, i tre gruppi che si sono sciolti e hanno dato vita a Santena cambia, in tutto rappresentano il 60 per cento dell’elettorato santenese. Alla luce delle cose ricordate in conferenza stampa giudichiamo estremamente carente la gestione dell’amministrazione Nicotra-ter in questi 4 anni. Da cittadini santenesi abbiamo sentito la responsabilità degli oltre 4.000 cittadini che ci hanno dato il loro consenso, se pur in modo separato. Vista questa situazione ci siamo sentiti la responsabilità addosso di dare alla città almeno una possibilità alternativa e credibile rispetto alla gestione di questa amministrazione».
«Abbiamo creato un gruppo unico – ha detto Roberto Ansaldi – che si chiama Santena cambia per la serie di ragioni che abbiamo esposto. Il nome è anche indicativo del modo di intendere la vita amministrativa, in modo assolutamente diverso. Noi speriamo che questo gruppo unico porti in maniera seria a una vera alternativa credibile, tra circa un anno: una lista civica dei cittadini.Santena cambia è oggi la somma dei tre gruppi consiliari di opposizione che vorrebbe evolvere, nell’arco di questo anno, in una alternativa all’attuale maggioranza guidata da Benny Nicotra. Santena cambia è intesa come lista civica dei cittadini, aperta a tutti coloro che credono e pensano che a Santena si potesse fare di più e si possa in futuro fare anche meglio».
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