Santena – 5 giugno 2011 – Mons. Cesare Nosiglia ha incontrato i giovani dell’Unità pastorale 57, che riunisce le parrocchie di Cambiano, Marocchi, Moriondo, La Longa, Favari, Poirino, Santena, Trofarello, Valle Sauglio e Villastellone. L’appuntamento si è svolto lo scorso 1° giugno, alle 21, al teatro Elios.
L’arcivescovo di Torino è stato accolto dalle parole di benvenuto rivolte da una giovane, Paola, a nome di tutti i giovani nell’Unità pastorale 57: «Arriviamo da esperienze diverse, siamo desiderosi di fonderle per costruire un cammino comune. Con lo stesso entusiasmo con cui lavoriamo per sentirci più uniti vogliamo accogliere lei, certo che sarà un compagno prezioso in questo nostro percorso».
«Questo momento è per noi – ha aggiunto la giovane – una splendida occasione per conoscere lei, nuova guida della nostra diocesi. Siamo pronti a seguire i percorsi che ci indicherà. Per questo desideriamo metterci in ascolto e ricevere da lei parole che ci aiutino a crescere nell’unità tra le parrocchie e nella comunione fraterna, offrendo la nostra diversità come contributo a una inesauribile fonte di ricchezza da cui attingere ogni volta che il nostro cammino ci sembrerà arido. Da questa stessa ricchezza speriamo di imparare a essere sempre più aperti e attenti nei confronti del prossimo, di ogni figlio di Dio, che – vicino o lontano, nello spazio o nel cuore, incontriamo nella nostra vita di cristiani. Ancora di cuore benvenuto».
Mons. Cesare Nosiglia si è rivolto ai giovani parlando per oltre un’ora, una chiacchierata volata via veloce: «Questo di stasera è il sessantesimo incontro con i giovani della diocesi. Con oggi ho terminato le tappe che mi hanno portato a incontrare voi giovani in tutte le unità pastorali».
L’arcivescovo è partito da alcune figure che lo hanno indirizzato alla fede: genitori, catechisti, animatori e comunità parrocchiale di Campo Ligure, dove ha trascorso infanzia e giovinezza. «Alle superiori ho percepito dentro di me la necessità di mettermi in ricerca». Rivolto ai ragazzi ha detto: «Un giovane deve cercare, non può accontentarsi degli orizzonti ridotti che spesso la società e la mentalità prevalente offre. Nelle superiori ho cercato Cristo, ho scelto di seguirlo e di diventare cristiano. Ho capito che dovevo farmi prete per mettere al centro l’incontro con Cristo e non solo con i suoi insegnamenti».
Mons. Nosiglia ha affermato: «Quando si è giovani come voi si ha nel cuore qualcosa di nuovo. Ho cercato di camminare sulla strada del Signore. L’ho fatto aiutato da tante figure che mi hanno indirizzato e consigliato. Il Signore ci mette sempre vicino qualcuno che ci aiuta. Anche oggi che sono vescovo di Torino sento l’esigenza di avere un padre spirituale». L’arcivescovo ha invitato i giovani «a crescere con Cristo, facendo esperienze concrete».
Mons. Nosiglia ha riassunto gli anni del seminario, i successivi anni di studio della Bibbia a Roma e il lavoro nell’ambito della Cei, in ambito catechistico ed educativo. Molto seguita dai ragazzi la parte in cui mons. Nosiglia ha ricordato i tredici anni vissuti a fianco di Giovanni Paolo II: «Lui aveva un grande feeling con voi giovani. Ricordava sempre che essere giovani non è solo una questione anagrafica. E’ una vocazione, una consegna. Ha rivolto ai giovani continui inviti al protagonismo, a rendersi responsabili, a non chiudersi mai nel cerchio ristretto del gruppo chiuso, in comode cittadelle impermeabili agli altri. Giovanni Paolo II non adulava i giovani; cercava di farli volare alto. Aveva stima di voi giovani».
«Voi giovani nella chiesa – ha detto mons. Cesare Nosiglia – dovete essere le sentinelle del terzo millennio. Dovere stare in alto, sugli spalti. Dovete avere gli occhi rivolti verso il futuro. Dovete dare speranza a tutti di vedere i tempi nuovi. Non dovete mai scoraggiarsi davanti alle difficoltà presenti oggi numerose, ma non insormontabili. Voi giovani siete chiamati a cogliere i segni di speranza presenti nel nostro tempo. Anche nel passato – la Bibbia lo insegna – la gente spesso non si accorge dei tanti segni che Dio manda e compie».
Sempre rivolto ai presenti nel teatro Elios, l’arcivescovo ha detto: «Io ho bisogno di voi giovani, che mi diate forze e speranza in questa diocesi, che la diate anche alle vostre comunità. Chiedo a voi di essere forti e convinti nella fede, carichi di amore vicendevole, carichi di spirito di servizio. Il bene “buca” la vita delle persone. Una fede piccola, grande quanto un minuto granello di senape, può fare grandi cose».
Mons. Cesare Nosiglia ha chiuso l’incontro chiedendo ai giovani che andranno a Madrid, all’appuntamento della Gmg 2011, di «lasciarsi stupire da questa esperienza. Dio ha dei momenti in cui ci interpella in modo particolare; si serve di alcuni momenti forti in cui in modo esplicito mi fa capire qualche cosa. L’appuntamento di Madrid, va vissuto in questa prospettiva, di attesa e di desiderio, che il Signore si riveli a ognuno e in qualche modo parli. Sono certo che il Signore non deluderà le attese di voi giovani. Anche in un incontro con due milioni di giovani Cristo ha la capacità di parlare a ognuno di voi. E questo è l’augurio che vi faccio per l’appuntamento di Madrid dal 15 al 22 agosto, in occasione della giornata mondiale della gioventù».
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Archivio audio
Il saluto rivolto a Mons. Cesare Nosiglia dai giovani dell’Unità pastorale 57.
2011giu01 saluto dei giovani all’arcivescovo
L’intervento dell’arcivescovo è stato preceduto dalla lettura di un brano del Vangelo (Gv 1,35-41). Di seguito, la lettura e la prima parte dell’intervento dell’arcivescovo di Torino.
2011giu01 mons. Cesare Nosiglia – prima parte
La seconda parte dell’intervento di mons. Cesare Nosiglia.
2011giu01 mons. Cesare Nosiglia seconda parte
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