Santena – 11 febbraio 2012 – L’incontro con il testimone di giustizia Pino Masciari, organizzata dal neonato presidio di Libera di Santena e Villastellone giovedì scorso ha riempito l’aula magna della scuola media Falcone: 90 i presenti. Dietro al tavolo, accanto a Pino Masciari c’erano la referente di Libera Piemonte Maria Josè Fava, con Cristina Caravetta e Paola Fazzolari, referenti del locale presidio. L’incontro è iniziato con un saluto del commissario prefettizio Giuseppe Zarcone. Non si è trattato di un intervento di circostanza: per la prima volta in città dalle autorità è arrivata una parola chiara: nel nostro territorio l’usura c’è e si sospetta siano presenti anche fenomeni estorsivi.
«Buonasera a tutti – ha esordito il commissario prefettizio Giuseppe Zarcone –. Devo dire che la presenza qui questa sera non era per me programmata. Stamattina però due ragazze del presidio di Libera di Santena e Villastellone sono venute per consegnarmi l’invito al dibattito di questa sera. Ero già a conoscenza dell’incontro, tanto è vero che avevo scritto due righe, un indirizzo di saluto, perché non avevo in programma di partecipare. Pensavo di tornare a casa stasera, dopo la giornata di lavoro a Santena e a Torino. Poi, stamattina, a mano a mano che passavano i minuti, chiacchierando con queste due ragazze, mi è venuta la carica di non mancare a questo incontro. Secondo me il coraggio e l’entusiasmo di questi ragazzi e di tutti coloro che hanno dato vita a questo presidio di Libera è veramente encomiabile. Mi sarei sentito veramente a disagio a non essere presente qui questa sera. Mi sembrava che non potevo proprio mancare. Sicché ho deciso di fermarmi e, in qualche modo, mi sono organizzato con la mia famiglia».
Giuseppe Zarcone ha aggiunto: «Libera è una delle associazioni più impegnate sul fronte della lotta alle mafie. Noi in Prefettura lavoriamo molto con questa associazione; quindi è estremamente importante una sua presenza anche qui in città. Va riconosciuto il peso e la capacità di queste persone nel lottare contro le mafie. Quando uno pronuncia la parola mafia o la parola ‘ndrangheta si pensa subito ad alcune zone del nostro Paese dove queste realtà esistono e sono radicate. Purtroppo però non possiamo nasconderci dietro un dito. È un dato di fatto che queste forme di criminalità organizzata, non da adesso, ma da tempo, non sono più relegate e confinate in alcune zone del mezzogiorno d’Italia, ma si sono ramificate, si sono espanse, proprio come una piovra con i suoi tentacoli, un po’ dappertutto nel nostro Paese. E, purtroppo, esistono anche in Piemonte. Diciamo le cose come stanno; in Piemonte la mafia e la ‘ndrangheta esistono. In provincia di Torino la ‘ndrangheta esiste e sta addirittura tentando di infiltrare anche nelle amministrazioni comunali. Non è presente solo a livello di tessuto imprenditoriale e sociale, ma si sta infiltrando anche in alcuni Comuni. Ve lo posso dire con cognizione di causa perché faccio parte di una commissione, nominata dal Prefetto di Torino in un Comune della provincia, dove c’è questo aspetto. Per ora stiamo lavorando, vedremo se i sospetti si riveleranno fondati. Sta di fatto che si sono colti dei segnali che hanno indotto a prendere i provvedimenti conseguenti».
«Di fronte a questo tipo di situazione la società civile deve indubbiamente reagire e deve reagire con forza – ha aggiunto il commissario Giuseppe Zarcone –. Ma reagire non vuol dire fare i piagnoni. A Santena non serve dire hanno messo la bomba e nessuna parla, oppure hanno incendiato il dehor di un bar e nessuno parla. Bisogna parlare. Bisogna denunciare. Chi sa deve parlare. Deve parlare nelle sede competenti, con le persone competenti, nelle dovute forme; deve collaborare nello svolgimento delle indagini. A molto poco, addirittura a nulla, serve fare i piagnistei a mezzo stampa. Bisogna collaborare con atti concreti e questo significa che chi sa deve denunciare. In questo senso mi sembra che l’associazione Libera possa dare un prezioso aiuto nel venire incontro a chi decide di uscire allo scoperto per denunciare questo tipo di fenomeni. In particolar modo, nel nostro territorio, anche qui a Santena – è inutile nascondersi dietro un dito – è presente la realtà dell’usura e si sospetta sia presente anche il fenomeno delle estorsioni. Si tratta di cose gravi, che hanno anche un impatto sociale molto brutto. Voglio dire, tutti i reati sono negativi, per carità, qualunque reato è brutto, però ve ne sono alcuni che, tra l’altro, hanno un particolare indice di disvalore sociale e che quindi vanno combattuti in maniera ancora più ferma e seria. Quindi di fronte quella che chiamiamo usura e estorsione, di fronte a quella che si può chiamare mafia, a quella che si può definire ‘ndrangheta, chi sa deve parlare».
Poi il commissario ha continuato così: «Mi spiace molto; mi ha veramente ferito, mi ha indignato, leggere il giornale La Stampa questa mattina perché non si possono accumunare queste questioni gravissime e delicate alla giusta e dovuta reazione di chi amministra temporaneamente il Comune di fronte a offese, non a critiche, nei riguardi di chi ha fatto il suo dovere a effettuare il servizio di sgombero neve. Mi sta benissimo la critica. Mi sta benissimo sentire dire che lo spazzaneve è passato in ritardo. Mi sta bene sentire dire che ci sono i cumuli di neve che creano disagio, ma non mi sta bene leggere in un blog che ci si chiede quanti Schettino ci sono a Santena. Questo è gravissimo. Però così come si ha la forza di dire queste cose io mi aspetto che altrettanto vigore si abbia nel denunciare i fatti di criminalità organizzata: sia usura, sia estorsione».
Il commissario ha chiuso così: «Occorre segnalare qualunque elemento utile a consentire alla magistratura e alle forze di polizia di lottare efficacemente contro questi fenomeni. Se non facciamo attenzione, se non li combattiamo in maniera efficace noi qui, tra qualche anno saremo veramente inguaiati. E non parlo solo di Santena, ma di tutto il Nord Italia perché, lo ripeto, è un dato di fatto: la malavita ormai è presente anche qui al Nord».
Ringraziando il commissario per il suo intervento, Filippo Tesio, moderatore dell’incontro ha detto: «Dovessimo anche chiudere qui questa sera l’incontro organizzato da Libera è già servito a molto perché, per la prima volta in città, dagli amministratori è arrivata una parola chiara. L’esistenza in città di usura ed estorsione non è più negata. C’è anche un altro aspetto da sottolineare: nel passato chi era sotto il giogo dell’usura come poteva denunciare tale situazione se in Comune il sindaco si professava amico di chi il corso della Giustizia ha poi dimostrato essere responsabile di tali fenomeni?».
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