Torino, inceneritore del Gerbido, la Fillea chiede di fermare il cantiere

Torino – 1° aprile 2012 – A fronte dell’ennesima tragedia sul lavoro nel cantiere dell’inceneritore del Gerbido la Fillea Cgil chiede di fermare il cantiere. Di seguito, il comunicato stampa inviato ieri dalla Cgil agli organi di informazione.

A Torino ancora una tragedia sul lavoro

Oggi all’inceneritore del Gerbido è morto un operaio, altri due feriti gravemente.

Cgil e Fillea Torino: «Si fermi il cantiere»

 

Oggi nel cantiere dell’inceneritore del Gerbido l’ennesima tragedia: un operaio è morto e altri 2 sono stati feriti gravemente. Nello stesso cantiere il 3 marzo ha perso la vita Antonio Carpini di 42 anni. La stessa opera, la stessa impresa e – segnale inquietante – gli incidenti sono avvenuti sempre di sabato. Le indagini facciano il loro corso, ma questa volta si fermi il cantiere.

Donata Canta, segretaria generale della Cgil di Torino e Dario Boni, segretario generale della Fillea di Torino, dichiarano: «La qualificazione dell’impresa, la prevenzione e la formazione dei lavoratori, le responsabilità dell’appaltatore e del committente, l’organizzazione del lavoro: si faccia chiarezza ma si fermi il cantiere».

Il 13 marzo gli edili torinesi scioperavano per denunciare la situazione di emergenza straordinaria che colpiva i cantieri torinesi. Sempre il 13 marzo, nell’incontro prefettizio si chiedevano l’attivazione di un tavolo istituzionale e un piano straordinario di controlli nei cantieri della nostra provincia.

«Il ministro Fornero – sottolineano Canta e Boni – ha dichiarato che non intende abbassare la guardia, ce lo dimostri con i fatti: con misure concrete finalizzate operativamente ad introdurre forme di miglioramento e controllo, mantenendo collegati precariato, lavoro grigio e nero, catena del subappalto, massimo ribasso e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro».

Ricordiamo che ci sono stati otto morti in cinque mesi e quattro feriti gravi. Uno o due morti alla settimana non colpiscono come la tragedia Thyssen ma sono ugualmente gravi e meritano lo stesso impegno, la stessa indignazione e la stessa capacità di reazione. Certo, a partire dal sindacato, ma anche da parte delle istituzioni, della Città e del Governo.

Torino, 31 marzo 2012

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Fonte: Ufficio Stampa Cgil Torino

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