Una pausa per lo spirito – proposte di riflessione per i giorni dall’8 al 14 aprile 2012

Santena – 8 aprile 2012 – Di seguito, alcune proposte di riflessione, per i giorni dall’8 al 14 aprile 2012, tratte dalla liturgia del giorno, con commento alle letture domenicali.

Domenica 8 aprile 2012

Noi siamo testimoni

In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme. Essi lo uccisero appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno e volle che si manifestasse, non a tutto il popolo, ma a testimoni prescelti da Dio, a noi che abbiamo mangiato e bevuto con lui dopo la sua risurrezione dai morti. E ci ha ordinato di annunciare al popolo e di testimoniare che egli è il giudice dei vivi e dei morti, costituito da Dio. A lui tutti i profeti danno questa testimonianza: chiunque crede in lui riceve il perdono dei peccati per mezzo del suo nome».

At 10, 34a.37-43

Cercate le cose di lassù

Fratelli, se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio; rivolgete il pensiero alle cose di lassù, non a quelle della terra. Voi infatti siete morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria.

Col 3,1-4

Vide e credette

Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.

Gv 20,1-9

 

Nel buio ognuno deve salvarsi da solo…

Maria di Magdala va al sepolcro quando era ancora buio. È il buio di questo mondo. Il buio, poi, in realtà entra facilmente anche nei cuori degli uomini, li rende opachi, così poco luminosi di vita! Nel mondo vince la violenza, tanto che sembra essere indispensabile. Vince la spada, vince la prudente neutralità di Pilato, che capisce tutto, che non vuole uccidere Gesù e che in qualche modo vorrebbe anche salvargli la vita, ma che non sceglie di difenderlo (come i nostri buoni sentimenti, quando non si schierano da una parte, quella dell’amore, o quando restano nani, se non li facciamo crescere, se non ne accettiamo le conseguenze, il prezzo!). Nel mondo vincono i trenta denari di Giuda, il desiderio di possedere, l’idolatria delle cose anche se si giunge a vendere quello che abbiamo di più bello ed alla fine si cade nella disperazione. Vince la facile violenza dei soldati, brutale, senza prezzo, facile come il pregiudizio. Vince la violenza assassina della folla, anonima, terribile, senza volto. In fondo vincono i discepoli che hanno salvato se stessi. Gesù è uno sconfitto. Nel buio ognuno deve salvarsi da solo, come avvenne nella notte dell’arresto di Gesù, l’ora delle tenebre. È il buio profondo che avvolge chi è nella notte della guerra, che incombe come una minaccia che sembra rendere impossibile la convivenza tra gli uomini, che cancella la vita di interi paesi, nutrito dagli interessi di chi si arricchisce con le armi. È il buio che spegne la debole luce dei bambini malati di AIDS in Africa. È il buio che smorza il lucignolo fumigante dei vecchi abbandonati e precipitati nell’abisso del cronicario da cui sembra impossibile risalire. È anche il buio del nostro cuore, che non trova perdono, spento dalla rassegnazione. Appena giunta al sepolcro Maria vede che la pietra posta sull’ingresso, pesante come lo è la morte, è stata ribaltata. Corre subito da Pietro e da Giovanni: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro!”. E aggiunge con tristezza: “Non sappiamo dove l’abbiano posto”. La speranza sembra del tutto smarrita, inghiottita dal nulla. È la vittoria completa del male. È la disperazione di tante donne che non possono nemmeno piangere il corpo del figlio. È lei a muovere Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava. Anche loro “corrono” immediatamente verso il sepolcro vuoto. È una corsa che esprime bene l’ansia di ogni discepolo, di ogni comunità, del mondo intero che ha bisogno del Signore, di futuro, di eternità, di qualcosa che non deluda e non finisca. Tutto cambia con la resurrezione. Il cuore inizia a correre, i sentimenti ritrovano forza. Anche noi possiamo riprendere a correre! Possiamo andare di nuovo incontro all’altro. La vita non è finita! La speranza non è nel passato! Non vincono la nostalgia, il cinismo, il disperato desiderio di salvarsi da soli. La felicità della Pasqua non è senza il dolore della croce: è la vittoria su quel dolore! La felicità non è una vita senza pianto, ma sono le lacrime asciugate dall’amore! Per questo la Pasqua è anche fretta: l’amore ha fretta di raggiungere l’amato. Alla tomba giunge per primo Giovanni, il discepolo bambino, il discepolo dell’amore. Entra Pietro nel sepolcro e poi anche l’altro discepolo. “Vide e credette”. Fino ad allora, infatti “non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risuscitare dai morti”. Questa è spesso la nostra vita: la fatica di credere che la vita possa risorgere. È facile per noi rassegnarci di fronte al male, alla logica della violenza, così evidente e terribile nella vicenda di Gesù. La Pasqua viene ad aprire le porte del cuore, che si chiudono nella tristezza, nel senso di fallimento, nella delusione. Quando un po’ del buio del male viene vinto, quando la disperazione dell’angoscia trova una piccola luce d’amore, quando le lacrime vengono asciugate e la solitudine trova compagnia, quando un estraneo diviene fratello, quando viene la pace, quando un debole è consolato, quando chi muore è accompagnato dall’affetto e si affida alle mani di Dio, ecco che il mondo risorge. “Morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora vivo trionfa. Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu Re vittorioso portaci la tua salvezza”. Crediamo di più nella forza dell’amore che ha vinto il male! Non abbiamo paura! Cristo è risorto e non muore più! È la nostra forza, la nostra gioia, il nostro futuro. “Cristo è risorto! Veramente è risorto!”.

Comunità di Sant’Egidio

 

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Lunedì 9 aprile 2012

Le donne corsero a dare l’annuncio

In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno».
Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all’orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi.

Mt 28, 8-15

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Martedì 10 aprile  2012

Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto

In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto». Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò subito ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.

Gv 20,11-18

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Mercoledì 11 aprile 2012

I loro occhi erano impediti a riconoscerlo

Ed ecco, in quello stesso giorno, [il primo della settimana,] due [dei discepoli] erano in cammino per un villaggio di nome Èmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò loro: «Che cosa?». Gli risposero: «Ciò che riguarda Gesù, il Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i capi dei sacerdoti e le nostre autorità lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e lo hanno crocifisso. Noi speravamo che egli fosse colui che avrebbe liberato Israele; con tutto ciò, sono passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; si sono recate al mattino alla tomba e, non avendo trovato il suo corpo, sono venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati alla tomba e hanno trovato come avevano detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Disse loro: «Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui. Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi, perché si fa sera e il giorno è ormai al tramonto». Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma egli sparì dalla loro vista. Ed essi dissero l’un l’altro: «Non ardeva forse in noi il nostro cuore mentre egli conversava con noi lungo la via, quando ci spiegava le Scritture?». Partirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone!». Ed essi narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.

Lc 24, 13-35

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Giovedì 12 aprile 2012

Perché siete turbati: sono proprio io!

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella Legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

Lc 24, 35-48

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Venerdì 13 aprile 2012

Sapevano bene che era il Signore

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po’ del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatrè grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.

Gv 21,1-14

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Sabato 14 aprile 2012

Li rimproverò per la loro incredulità

Risorto al mattino, il primo giorno dopo il sabato, Gesù apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva scacciato sette demòni. Questa andò ad annunciarlo a quanti erano stati con lui ed erano in lutto e in pianto. Ma essi, udito che era vivo e che era stato visto da lei, non credettero.
Dopo questo, apparve sotto altro aspetto a due di loro, mentre erano in cammino verso la campagna. Anch’essi ritornarono ad annunciarlo agli altri; ma non credettero neppure a loro. Alla fine apparve anche agli Undici, mentre erano a tavola, e li rimproverò per la loro incredulità e durezza di cuore, perché non avevano creduto a quelli che lo avevano visto risorto. E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura».

Mc 16,9-15

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