Santena, reportage da “La feria de la mentira”

Santena – 9 aprile 2012 – Domenica 1° aprile scorso si è svolta “La feria de la mentira”. Di seguito, le interviste realizzate in piazza Aimerito e un po’ di immagini della giornata di contro informazione organizzata in città.

L’intento della giornata  era chiaro. Nella pagina Facebook di presentazione è scritto: «“La Feria de la Mentira” Giornata della Contro-Informazione è realizzata per dare voce a tutti quei comitati, gruppi ed associazioni, che ogni giorno gridano e lottano su una problematica sociale, politica, ambientale, ma soprattutto umana, che i politicanti e i media di regime tacciono. E se ne parlano lo fanno a singhiozzo e male, ma questo urlo di dissenso e di aiuto noi lo riteniamo la vera voce della gente. La giornata non è organizzata e finanziata da nessun movimento politico, ma da operai, artigiani e genitori, che grazie alla solidarietà di tutti i gruppi partecipanti hanno fatto si che l’evento potesse essere creato. “La Feria de la Mentira” ovvero “La fiera della menzogna” la vendita dell’informazione falsificata e controllata che Tv e giornali ogni giorno ci offrono. Santena oggi darà voce all’altra informazione …quella della gente comune, di liberi cittadini, liberi pensatori e grandi sognatori per un mondo diverso. L’alternativa c’è basta conoscerla».

A La feria de la mentira ci sono andato di mattina e nel pomeriggio per intervistare i gruppi presenti e scattare qualche immagine. Il servizio lo metto in rete solo oggi perché, come tutti sanno, io aggiorno il blog nel tempo libero e questa settimana hanno avuto la precedenza le notizie relative alle elezioni comunali.

Il primo banchetto che ho trovato in piazza Aimerito è stato quello di Emergency. Sotto il gazebo bianco di Emergency ci sono i volontari del gruppo locale guidato da Liliana Lisa. Oltre ai consueti gadget – magliette e libri – l’associazione fondata dal medico milanese Gino Strada che dal 1994 ad oggi ha curato oltre 4 milioni e mezzo di persone, vittime della guerra e della povertà, distribuiva le cartoline per le donazioni del 5 per mille. Il codice fiscale di Emergency è 971 471 101 55.

Vicino c’era il gazebo di Libera con i volontari del presidio di Santena Villastellone, intitolato a Libero Grassi. Oltre alle magliette sui tavolini c’erano i prodotti di Libera terra, alimenti coltivati nelle terre confiscate alle mafie.

Sotto un altro gazebo trovo i volontari dell’Acat – Associazione club delle famiglie con problemi alcol-correlati. Sul tavolino ci sono opuscoli informativi  sui problemi causati dal bere, contenenti messaggi di speranza: l’alcolismo non è una fatalità, dall’alcolismo si esce.  Il metodo che viene proposto per liberarci di questo male è quello basato sull’approccio ecologico sociale adottato dal club degli alcolisti in trattamento. Una metodologia studiata e proposta da uno psichiatra croato, il prof. Vladimir Hudolin.

Tra i banchetti presenti i volontari torinesi del Coordinamento No inceneritore, rifiuti zero Torino. Sono preoccupati dell’inceneritore che sta sorgendo al Gerbido e raccolgono le firme a sostegno di una petizione per dire no all’inceneritore  e per incentivare la raccolta differenziata, il riciclo e il recupero di materia.

Nel pomeriggio, mentre sono tra i banchetti mi raggiunge Jonny, uno degli organizzatori: «Io e Peo abbiamo dato l’anima per organizzare questo evento. Vorrei venisse scritto tutto quello che succede veramente oggi in questa piazza e non altro, come siete abituati a fare voi giornalisti. Una cosa cui tengo è che venga detto dello striscione  posizionato sotto il palco che recita “No Vat, più autodeterminazione, meno vaticano”. Siamo in due che abbiamo organizzato il tutto e tu prima di fare interviste in giro devi venire da noi a chiedere il permesso».

Io spiego che non ho intenzione di chiedere nessun tipo di permesso e che continuerò a girare liberamente tra i banchetti seguitando a fare le interviste. Sempre in buone maniere gli dico di darsi una calmata.  A Jonny chiedo perché è stata organizzata la “Feria de la mentira”. Lui risponde: «Perché vogliamo ritornare a riconquistarci questi paesi della provincia. Sono tutti compromessi. I ragazzi non hanno identità. Vogliamo riprenderceli perché la mafia edilizia li sta snaturando. Noi vogliamo riprenderci questi paesi. L’iniziativa parte da alcune persone libere che hanno messo in piedi questa iniziativa. Non abbiamo cittadinanza noi organizzatori. L’importante è che tu scriva quello che qui oggi veramente succede. E ci tengo che parli anche con Peo, un altro degli organizzatori».

Uno dei banchetti è pieno zeppo di libri: è quello del centro di documentazione “Il Cubo”, di Chieri. Un rappresentante del centro di documentazione, spiega : «Abbiamo aderito volentieri all’iniziativa sin da quando mesi fa ci è stata proposta. Abbiamo aderito subito a la Feria de la mentira, anche per tutto quanto è successo e sta succedendo a Santena. Ci sembrava importante aderire ed esserci come movimento, insieme a tutti gli altri movimenti presenti qui oggi. Noi qui abbiamo allestito un banchetto per presentare un po’ tutte le nostre attività che vanno dall’adesione al Coordinamento No TangEst di Torino, fino all’iniziativa dei libri di strada, dove ognuno può scegliere di portarsi a casa uno o più libri che esponiamo, lasciando una offerta, libera. Sono libri usati che ci vengono portati da amici e  sconosciuti  e noi diamo la possibilità a tutti di poterli leggere a buon mercato. L’iniziativa libri di strada ci sembra una forma di scambio molto più intelligente del prezzo dell’acquisto. Il nostro centro di documentazione è a Chieri, in piazza Dante. In queste settimane stiamo lavorando per far partire anche un’altra iniziativa legata ai vestiti usati».

Sempre il giovane del Centro di documentazione aggiunge: «Le nostre iniziative sono alternative al sistema capitalistico e contro il consumismo. Siamo contro lo spreco delle risorse. Tra le nostre attività periodiche c’è anche una cena a offerta libera a partire da alimenti recuperati dalle bancarelle del mercato. Si tratta di cibo che altrimenti finirebbe scartato solo perché non risponde ai canoni estetici alimentari della cultura imperante. Molte nostre iniziative cercano di contrastare l’aumento della povertà che colpisce in particolare modo le fasce deboli. Un altro nostro impegno che non viene mai meno è quello di cercare di ragionare su che cosa significa antifascismo oggi. Noi sappiamo che non dobbiamo fermarci al 1945: la cultura e la pratica fascista oggi sono ancora ben presenti e radicate».

Un altro banchetto è quello del Coordinamento Asti est. Uno dei giovani spiega: «Noi coordiniamo due attività di occupazione a uso abitativo, in una vivono 13 famiglie, nell’altra 6. Si tratta di due locali di Asti che erano abbandonati. Queste famiglie avevano un problema abitativo e si è pensato di occupare due spazi abbandonati: uno è un edificio del ministero della Difesa, l’altro in passato era utilizzato dall’Asl. Abbiamo realizzato spazi sociali pro famiglie: c’è una biblioteca, uno spazio teatro, una scuola popolare, facciamo serate benefit. Siamo un movimento, non siamo un gruppo politico. Ci muoviamo per affermare il diritto alla casa che spesso viene negato».

Il giro dei banchetti prosegue. Arriviamo al gazebo che accoglie la palestra popolare Dante di Nanni, sita a Torino, in zona San Paolo. Davide ci spiega: «E’ ormai due anni che nel quartiere San Paolo di Torino all’interno del Csoa Gabrio esiste la palestra popolare Dante Di Nanni. Essa è nata con l’intento di offrire in un quartiere popolare come San Paolo uno sport libero dalle logiche del profitto, guidato da criteri antisessisti, antifascisti e antirazzisti. In palestra si possono frequentare corsi di pugilato, thia box, thai chi, autodifesa femminista, e arrampicata. Sono frequentati da sportivi e non, di tutte le età, sesso e provenienza, ciascuno concorre con un contributo all’autogestione e nella crescita della palestra, realizzano un intreccio di percorsi e conoscenza prezioso e unico».

Davide chiude così «Mi hanno detto che non dovevo parlare con i giornalisti, faccio uno strappo» e mi passa dei volantini informativi della palestra. Uno dei giovani rivolto agli altri aggiunge: «Ma in qualche modo deve vivere pure lui che scrive». Io spiego che da anni gestisco il blog senza ricavarci nulla, come attività di servizio della città e gli passo un bigliettino di rossosantena.it

Proseguendo il mio giro tra i gazebo incontro uno degli organizzatori – Peo – che spiega: «Era giusto dare una serie di informazioni che la carta stampata e la  televisione non riferiscono mai e tengono ben nascosta. Oggi in piazza Aimerito abbiamo riunito piccoli comitati, gruppi e associazioni popolari. Ritengo  che essi siano la vera vita della gente. Abbiamo organizzato questa giornata di contro informazione con il ricorso a conoscenze e amicizie. Oggi, fianco a fianco, ho riunito un bel po’ di ideologie  che sono anche molto divise tra loro. L’iniziativa sta andando bene. Mi sembra sia riuscita. Non mi interessa venga riferito chi ha organizzato la feria de la mentira a Santena. Si tratta di un regalo che abbiamo voluto fare alla cittadinanza e ai giovani. L’importante è che venga riferito quali sono le presenza in piazza oggi. Il resto non mi frega. Io non rappresento nessuno. Anzi, fammi il favore di non citarmi neanche».

Tra i banchetti c’è anche un’area di laboratorio e divertimento che, per tutta la giornata sarà affollata di bambini. In piazza sono presenti alcuni giocolieri e musicisti di strada, tra cui Oppe le sua chitarra e il gruppo teatrale Giallo Palo.

Continuo il giro e arrivo al banchetto di Paolone: «Sono del collettivo comunista piemontese aderente al movimento no tav. Sono qui con il mio banchetto di materiale comunista e no tav. Ci sono spille, magliette, libri, dvd e cd musicali. Va di più tutto il materiale No Tav e il mitico Che. Ho anche i sigari cubani.  Parte del ricavato va agli esponenti del movimento No Tav che sono stati arrestati e a Luca Abbà. Ho partecipato volentieri a questa iniziativa anche perché qui siamo nella città di origine del parlamentare Stefano Esposito, un politico che – se pur in buona e numerosa compagnia – ha sempre contrastato il movimento No Tav».

Il banchetto vicino è quello della sartoria del riciclo, con articoli di cucito in stoffe riciclate da campionari e bauli di nonne e zie. Mario spiega: «Noi lavoriamo materiale di recupero. Usiamo i ritagli per fare tutto. La stoffa mi arriva attraverso il passaparola. Gli articoli vengono messi in vendita nei mercatini e là dove riesco a ottenere spazi. Il nostro intento è far capire che tutto può essere riutilizzato. La gente è attratta dalla mia bancarella colorata. Il mio è un hobby che conduco con la mia compagna, Alice e mia figlia, Melissa».

A fianco c’era il banchetto della ong  Peace games, aderente alla Uisp, con materiale artigianale: indumenti, sciarpe e borselli, ma non solo. Una volontaria spiega: «lavoriamo alluminio e bambù, parte del ricavato va a un progetto di cooperazione internazionale che da 15 anni portiamo avanti in Messico, nel Ciapas».

Tra i banchetti presenti gli studenti universitari del Collettivo di Lingue di Torino, che propone eco-notes realizzati con carta di recupero. Gli eco-notes sono esposti sopra un tavolo che come tovaglia ha le bandiere No Tav.

Uno dei banchetti è quello che chiede il rispetto dell’esito del referendum del 12-13 giugno scorso sull’acqua pubblica. Sotto il gazebo ci sono i volontari del Comitato acqua pubblica Torino che propongono una campagna di disobbedienza civile contro la Smat che continua a caricare sulla bolletta una quota non lecita: il profitto che è stato abrogato con il referendum.

Tra i banchetti anche un gruppo di operatori sociali che in questi giorni è in lotta contro i tagli che si stanno praticando al welfare e ai diritti sociali. In piazza c’era una delegazione del presidio che si riunisce davanti al comune di Torino. Uno di loro riassume così la ragioni della battaglia che stanno conducendo: «Le Asl non assolvono i pagamenti nei confronti delle cooperative che gestiscono i servizi del Comune di Torino. La città di Torino è in pesante arretrato e molti operatori non stanno percependo lo stipendio e non sono sicuri di poterlo ricevere nei prossimi mesi. A Torino le risorse disponibili per le politiche sociali  nel 2012 hanno subito un taglio del 35 per cento rispetto all’anno precedente. Possiamo fare finta di niente, possiamo credere che è colpa della crisi, oppure possiamo scegliere di organizzarci con altri, per difendere quei diritti sociali scritti nella nostra costituzione e provare a costruire un nuovo modello sociale».

Un altro banchetto ancora è quello dei volontari di “Che te lo dico a fare”, una community di blogger indipendenti che  si occupa di sovranità monetaria, signoraggio bancario, reddito di cittadinanza. Sotto un altro gazebo ci sono volontari che raccolgono firme contro le scie chimiche. Questi spiegano: «Ormai da anni nei cieli di tutto il mondo stanno andando avanti operazioni clandestine di irrorazioni chimiche fatte in atmosfera. I veri motivi sono ovviamente ignori, visto che nessuno li rivela. Di certo c’è che il fenomeno è ormai osservabile da chiunque abbia ancora la voglia di alzare gli occhi al cielo. Aereo bianchi, senza contrassegno e non identificabili ai radar, solcano quotidianamente i nostri cieli, lasciando dietro di sé scie di varia natura». Altri volontari ancora mi spiegano: «E’ molto probabile che i terremoti degli ultimi anni – Haiti e Giappone – siano stati realizzati artificialmente con la struttura denominata Haarp, che usa una tecnologia semisegreta ad onde elettromagnetiche ad altissima potenza». Prendo nota e passo oltre. Arrivo al gazebo dei panini: ordino e pago un panino vegetariano e una bottiglietta di acqua, naturale. L’aria è fredda. Torno da Paolone e acquisto una felpa No Tav. E’ calda.

Durante la giornata tutti i gruppi presenti sono saliti sul palco per presentare le loro attività. L’ultima parte de La feria de la mentira ha visto esibirsi sul palco: il gruppo Neekoshy & Alma che ha proposto reggae raggamuffin; il santenese Dodo Armonica kid con Andrea D’Andrea ha proposto del robusto blues; gli Arturocontromano hanno inondato la piazza di sonorità ska-rock; in chiusura i Rankore, gruppo  di punk militante.

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Altre immagini dell’evento

 

 

 

 

 

 

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Nota di filippo tesio.

Prima ancora che il reportage venisse pubblicato Peo, Jonny e una certa Elisa mi hanno indirizzato una serie di insulti indicibili, il più carino dei quali era “giornalista infame”, ma va anche segnalato l’inedito: “Comunista cattolico intellettuale non partigiano”. Dopo la pubblicazione del pezzo sul blog le frasi da facebook mi sembra siano state rimosse. Invito gli autori a consultare un qualsiasi dizionario rispetto al termine “infame” che ritengo del tutto improprio se indirizzato a  me. Nonostante tutto continuo a pensare che un altro mondo sia possibile, se non altro più educato e rispettoso degli altri. Naturalmente ora su facebook sono arrivati nuovi commenti che pongono in evidenza che nel pezzo non avrei riportato tutto. Ricordo che non ho mai avuto pretese di completezza e, come sempre, qualcosa mi è sfuggito. Attendo articoli sull’iniziativa scritti da altri giornalisti che siano maggiormenti esaustivi.