SANTENA – 10 gennaio 2009 – Via libera del ministero del Lavoro a nuova cassa integrazione straordinaria per l’Ages. La durata della cassa dipenderà dal pronunciamento del Tribunale, chiamato nei prossimi giorni a decidere sul futuro del gruppo, tenendo conto della relazione appena presentata dal commissario giudiziale. Sono questi i risultati dell’incontro svoltosi il 9 gennaio 2009 a Roma, presso il ministero del Lavoro. All’incontro hanno partecipato: Maurizio Civardi, commissario giudiziale dell’Ages; il responsabile del personale dell’Ages Bifulco; Enrico de Paolo e Simona Lancellotti – entrambi esponenti della Filcem Cgil e Gerardo di Martino, della Rsu e altri esponenti di sindacati e Rsu di Asti e Ceprano. Obiettivo della riunione la richiesta di cassa integrazione per il gruppo Ages, a seguito dell’ammissione alla procedura dell’amministrazione straordinaria.
Enrico de Paolo, Filcem Cgil, spiega: «Alla presenza di tre funzionari del ministero la riunione è iniziata con un intervento del commissario giudiziale che ci ha informati di avere presentato al Tribunale di Asti la relazione sulla situazione del gruppo e sulle prospettive future. Ora il Tribunale ha trenta giorni di tempo per esaminare la documentazione – credo siano duecento pagine – e prendere una decisione. Tre sono le strade possibili: il fallimento; l’amministrazione straordinaria, per la durata di un anno con, al termine, la cessione dei beni aziendali; l’amministrazione straordinaria per la durata di due anni, con l’obiettivo del risanamento».
«I funzionari del Ministero – prosegue Enrico de Paolo – hanno spiegato che, a oggi, in attesa del pronunciamento del Tribunale non è dunque possibile definire la durata della cassa integrazione da concedere ai lavoratori del gruppo Ages. In attesa delle decisioni della sezione fallimentare del Tribunale ordinario di Asti il Ministero ha proposto di stilare un verbale della riunione in cui si afferma che ai lavoratori viene concessa la cassa straordinaria e che le modalità verranno definite successivamente alla dichiarazione del giudici. Dunque un nuovo incontro a Roma sarà calendarizzato per definire la durata della cassa: si tratterà di una formalità, ovvero mettere nero su bianco che la cassa verrà concessa in base alla causale individuata dal Tribunale per far proseguire le sorti del gruppo».
Enrico de Paolo, aggiunge: «Durante l’incontro abbiamo informato i rappresentanti del ministero che i lavoratori sono in attesa di conoscere le decisioni in merito alla concessione del terzo anno di cassa integrazione chiesto per riorganizzazione aziendale. Lo scorso mese di novembre l’anno è terminato ma l’ok per questo terzo anno di cassa non è ancora arrivato. I lavoratori attendono una risposta perché, qualora non venisse autorizzata, dovranno presentare domanda al Tribunale per le relative spettanze. Senza questa cassa aumenterebbe anche il passivo che il Tribunale sarà chiamato a valutare entro il 26 marzo 2009. Entro pochi giorni, il Ministero si è impegnato a fornire una risposta in modo che i lavoratori sappiano come comportarsi per il conteggio delle richieste delle spettanze».
Dunque, per i lavoratori, tra le buone notizie arrivate a Roma c’è la certezza di poter contare ancora su nuova cassa integrazione. L’avvio della procedura di amministrazione straordinaria consente infatti di poter ripartire con la cassa integrazione. In situazioni normali non è possibile accedere ad altra cassa integrazione se negli ultimi cinque anni sono già stati autorizzati tre anni di cassa.
Enrico de Paolo conclude: «Nei prossimi giorni ci attiveremo presso i Comuni dove risiedono i lavoratori per ottenere l’anticipo del pagamento della cassa integrazione in attesa del via libero definitivo. A Torino, grazie a un accordo siglato dalla maggioranza dei Comuni della Provincia, i lavoratori si vedranno anticipare 600 euro mensili. Quando poi arriverà l’autorizzazione della cassa i lavoratori prenderanno la differenza tra i 600 euro e il cosiddetto massimale di cassa».
Chiusa la riunione con il Ministero le organizzazioni sindacali e le Rsu di Santena, Asti e Ceprano, si sono confrontate con il commissario giudiziale in merito ai lavoratori che saranno messi in cassa integrazione a partire dal prossimo lunedì e fino a fine gennaio. Nello stabilimento di Santena, che conta 363 addetti, la cassa riguarderà 190 persone. Ad Asti, che raggiunge i 136 addetti, le persone in cassa integrazione saranno 14. La situazione più pesante dal punto di vista occupazionale si registra a Ceprano, dove a fronte di 98 addetti, entreranno in cassa integrazione settanta persone. Nei prossimi giorni con le Rsu dei diversi stabilimenti saranno definiti i criteri da utilizzare per la rotazione: la presenza di situazioni diverse nei vari siti produttivi non ha consentito di definire criteri omogenei validi per tutto il gruppo Ages.