Santena – 24 aprile 2012 – La Fondazione Camillo Cavour ha conferito al giornale La Stampa di Torino il titolo di “Benemerito della fondazione Cavour”. La consegna della relativa pergamena, al direttore de La Stampa, Mario Calabresi è avvenuta ieri, lunedì 23 aprile, alle ore 18, nel salone diplomatico.
Nerio Nesi, presidente del Cda della Fondazione Cavour e dell’Associazione Amici di Camillo Cavour, si è rivolto così a Mario Calabresi: «Caro direttore, a nome della Fondazione Cavour e dell’Associazione Amici della Fondazione, le porgo il benvenuto nel castello della famiglia Benso di Cavour. La ragione ufficiale sella sua visita è il titolo di “Benemerito”, che l’assemblea dei Soci fondatori ha unanimemente conferito al giornale che lei autorevolmente dirige, con la seguente motivazione: “Per la precisa documentazione dei valori e degli ideali, del pensiero e della azione del Conte di Cavour. Per il costante appoggio all’attività della Fondazione durante le celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità nazionale”».
«E’ stata una decisione facile, questa – ha aggiunto Nerio Nesi – per gli undici Soci fondatori – Città di Torino, Regione Piemonte, Provincia di Torino, città di Santena, Associazione Amici, Fondazione Einaudi, Fondazione Burzio, Società Bolaffi, Contessa di San Martino, Mario Garavelli, Nerio Nesi – perché le ragioni che l’hanno motivata sono state sotto gli occhi di tutti. Basterebbe ricordare quello che lei scrisse nella presentazione del libro Torino Tricolore”: “Quando pensammo di distribuire a Torino la bandiera italiana insieme al giornale si alzarono molte obiezioni: «Non è più nel cuore degli italiani, oggi non è più tempo per queste cose, la patria non la sente più nessuno». Così decidemmo di distribuirne 20mila e ci sembravano fin troppe. Alle otto del mattino però erano già esaurite e il nostro problema fu gestire una massa di lettori che protestava ai centralini e con gli edicolanti perché non l’aveva trovata. Cercammo di correre ai ripari comprando le bandiere in ogni angolo d’Italia e prima dell’arrivo del presidente Napolitano riuscimmo a distribuirne altre 58mila. Alla fine la comprarono quasi 80mila persone e la città la espose su ogni balcone e ad ogni finestra”».
Nerio Nesi, sempre rivolto al direttore Mario Calabresi, ha continuato: «Caro direttore, La Stampa e tutti i suoi collaboratori – voglio ricordare in particolare Massimo Gramellini che è stato l’oratore ufficiale nelle celebrazioni del Conte di Cavour il 6 giugno scorso – ci hanno aiutato molto in questi ultimi anni. Sono certo che La Stampa ci aiuterà anche nei prossimi anni, che saranno per noi di particolare importanza perché tra qualche mese inizieranno i grandi lavori, che trasformeranno il castello nel Museo nazionale Cavour e le vecchie scuderie in un centro culturale di primaria importanza, nel quale sarà collocato, tra l’altro, l’archivio storico di alcune tra le più importanti famiglie del risorgimento italiano. Infine vorrei rivolgerle un appello. La Stampa è un giornale che Torino considera uno dei suoi beni preziosi, ma La Stampa è anche un grande giornale nazionale, tra i primissimi, non solo per tiratura, ma anche per autorevolezza: una posizione che la sua direzione ha rafforzato. Proprio per questo La Stampa ha il dovere di richiamare tutti gli italiani, giorno per giorno, a una profonda svolta morale, nei comportamenti personali e in quelli collettivi, per la difesa della dignità di tutto il paese e di ogni cittadino, in nome dei grandi principi e dei grandi valori che furono alla base del pensiero e dell’azione del Conte di Cavour. Per questa svolta morale non bastano, anche se sono necessari, leggi e regolamenti: occorre un cambiamento radicale del nostro modo di essere, della concezione stessa della nostra vita. Occorre ridare a tutti la passione della politica, intesa come interesse generale della collettività nazionale, senso dello Stato. Senza questo cambiamento, l’Italia non avrà un altro risorgimento».
«E’ con questi sentimenti – ha proseguito Nerio Nesi – che consegno a La Stampa il titolo di “Benemerito della Fondazione Cavour”. Anche a nome dei vice presidenti della Associazione Amici della Fondazione, Marco Fasano e Irma Genova, e del consigliere di amministrazione dalla Fondazione, Gianfranco Bordin, desidero farle un dono personale, come riconoscimento alla sua persona e alla sua famiglia, che ha conosciuto il dramma e sopportato il dolore. E’ la copia di un articolo comparso nel primo numero di un giornale che ha avuto una parte importante nella storia d’Italia: Il Risorgimento. Quest’articolo fu scritto il 15 dicembre 1847, il suo autore era un uomo di 36 anni che si chiamava Camillo Cavour. Questo articolo, scritto quando Camillo Cavour non era ancora direttamente entrato nella vita politica – fu eletto deputato l’anno seguente -, si concluse con un appello più che mai attuale. “Facciamo sì che tutti i nostri concittadini, ricchi e poveri, i poveri più dei ricchi, partecipino ai benefici della progredita civiltà, delle crescenti ricchezze, ed avremo risolto pacificamente, cristianamente il gran problema sociale, ch’altri pretenderebbe sciogliere con sovversioni tremende e rovine spaventose”».
Prima del conferimento del titolo Nerio Nesi ha letto i messaggi inviati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, dal sindaco di Torino Piero Fassino, dal presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo, dell’assessore alla Cultura e alle politiche giovanili della Regione Piemonte Michele Coppola. Alla consegna della pergamena erano presenti: il vice presidente del Consiglio regionale del Piemonte Roberto Placido, l’assessore alla Cultura della città di Torino Maurizio Braccialarghe, il comandante dell’arma di Torino col. Roberto Massi, il comandante del nucleo carabinieri Tutela e patrimonio culturale cap. Guido Barbieri, il delegato del Comando regionale militare Nord, il presidente dall’associazione Costantino Nigra Roberto Favero, il delegato delle Fondazioni Burzio ed Einaudi Alberto Sinigaglia. Assente il Comune di Santena.
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