Santena, commemorazione 151° della morte di Camillo Cavour, l’intervento di Andrea Tronzano a nome della città di Torino

Santena – 9 giugno 2012 – Andrea Tronzano, consigliere comunale a Torino è intervenuto nella cerimonia di commemorazione di Camillo Cavour nel 151° anniversario della morte che si è tenuta il 6 giugno scorso nel complesso cavouriano. Di seguito l’intervento di Tronzano.

Andrea Tronzano, consigliere comunale, intervenuto in rappresentanza della città di Torino, ha detto: «Grazie mille. Innanzitutto saluto le autorità civili e militari. Saluto il presidente del Consiglio regionale, il sindaco di Santena e l’on Nesi. Saluto anche i giovani presenti e saluto anche i genitori che hanno portato i loro nipoti e figli perché anche da queste cose, anche se sembra retorica, si parte per costruire un comune sentire, una identità comune. Grazie dunque anche ai giovani, ai genitori e ai nonni».

«Io sono particolarmente onorato – ha aggiunto Andrea Tronzano – e voglio anche io spendere qualche parola. Quando il presidente del Consiglio comunale di Torino mi ha indicato per rappresentare la città di Torino io ho subito detto va bene. Qui, secondo me, viene rappresentata una figura, uno statista, importantissima. Oggi è il 151°  anniversario della sua scomparsa. Tra le altre cose mi piace ricordare la sobrietà del loculo dove sono site le spoglie mortali di Camillo Benso, perché questo è anche un segnale di quello che era la statura morale di quella persona».

Tronzano ha proseguito: «Camillo Benso è stato un patriota dell’Italia. Fu protagonista del Risorgimento e propositore delle idee liberali, oltre che del progresso civile ed economico. Camillo Benso infatti credeva nel progresso, che per lui era soprattutto intellettuale e morale, poiché la riteneva una risorsa della dignità e della capacità creativa dell’uomo. A tale convinzione si accompagnava la certezza che la libertà economica fosse essenziale all’interesse generale perché destinata a favorire tutte le classi sociali. Uomo politico e diplomatico, fu proprio Cavour a porre le basi del progetto politico, nonché a conseguire l’unificazione della nostra penisola, facendo leva non tanto sull’aspetto militare, quanto sulla diplomazia e sul trionfo delle libertà costituzionali e civili, in cui credeva strenuamente. Io sottolineo questi passaggi perché credo che siano significativi rispetto all’agire politico che ognuno di noi ha e deve avere oggi».

«Nella situazione spinosa in cui verteva l’Italia prima dell’unificazione – ha proseguito Tronzano – la figura di Cavour ebbe un’importanza storica fondamentale. Se a nord infatti si faceva sempre più pressante la presenza austriaca. A sud il regno Borbonico era già stato assoggettato al dominio dello Stato d’oltralpe. Cavour riuscì a destreggiarsi tra le difficoltà, portando a compimento il suo progetto. L’importanza storica del personaggio ha trovato recenti lodi nel discorso del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, in occasione del 150° della nostra Nazione, ha celebrato la figura di Cavour dipingendolo come “Massimo, sapiente artefice e regista dell’unificazione italiana”. Regista è una parola piuttosto adeguata quando si parla di Cavour. L’Italia nella seconda metà del 1800 infatti viveva fra tensioni politiche opposte, c’erano i Garibaldini, ma anche i Mazziniani della Giovane Italia e, oltretutto, bisognava tenere conto dell’autorità del re senza sottovalutare le sempre più presenti influenze provenienti dagli Stati europei che iniziavano ad estendere il proprio dominio sulla penisola italiana. Egli utilizzò la diplomazia e mise in funzione una strategia che riuscì a portare a compimento l’unificazione dello Stato italiano sotto un unico stendardo nazionale. Promosse il libero scambio, i grandi investimenti industriali – soprattutto in campo ferroviario, lui riteneva le infrastrutture importantissime per lo sviluppo del nostro territorio – e la cooperazione fra pubblico e privato. Cavour nell’agiografia postunitaria dall’anno della sua morte fu ritenuto il “Padre della Patria” da un illustre personaggio come Giuseppe Verdi. Il conte è stato ricordato in vari modi. Due città hanno aggiunto il suo nome a  quello originale come Grinzane Cavour, dove Cavour fu sindaco e Sogliano Cavour per celebrare la ritrovata unità nazionale. Sono diverse le targhe ricordo anche al di fuori dei confini italiani. Nel 2010 è stata coniata la moneta da due euro commemorativa, che lo raffigura».

Tronzano ha chiuso così: «Insomma, non mi resta che ringraziare i sindaci qui presenti perché – e lo ricordo ai cittadini – loro sono veramente i primi facitori di bene comune e io ne conosco molti di quelli qui presenti e hanno una rettitudine morale importante che deve essere da esempio a chi fa politica come possiamo essere noi e da esempio anche per i giovani. Non mi resta che omaggiare lo statista e le sue opere che possono somigliare alle nostre, ma che non possiamo pretendere le eguaglino, ma solo sperare di prenderle ad esempio. Vi ringrazio molto».

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