Santena – 20 giugno 2012 – Con Giancarlo Chiesa, responsabile economico Coldiretti Torino, facciamo il punto sull’andamento della stagione produttiva degli asparagi di Santena e delle terre del Pianalto.
«Siamo a metà giugno e, direi, si può iniziare a fare un primo bilancio della campagna produttiva degli asparagi 2012 – afferma Giancarlo Chiesa –, in linea con l’andamento delle ultime annate. Questa che volge al termine è stata una campagna mediamente buona, specialmente dal punto di vista economico. E’ invece risultato anomalo l’andamento climatico stagionale. Infatti, soltanto a fine aprile-inizio maggio, c’è stato un brusco e repentino ritorno di freddo con le temperature che, più che primaverili, sembravano quasi invernali. Questo ha fatto sì che, le 50 aziende di Santena e dei comuni vicini che producono l’asparago di Santena e delle terre del Pianalto hanno avuto, in media, un calo produttivo, quantificabile tra il 15 e il 20 per cento, dovuto alle temperature basse, anomale rispetto al periodo. Questo ha comportato che, a differenza degli anni scorsi, c’è stata una produzione abbastanza lineare. Nei due mesi di raccolta non ci sono stati eccessi produttivi, non si è intasato il mercato con produzioni eccessive, per cui le aziende hanno venduto bene i loro turioni».
Giancarlo Chiesa aggiunge: «Le 50 aziende di Santena e dei comuni vicini per commercializzare le loro produzioni di asparagi praticano la vendita diretta, in linea con la filosofia del chilometro zero portata avanti dalla Coldiretti. In pratica, la stragrande maggioranza di queste aziende vende direttamente in azienda oppure è presente sui mercati rionali di Torino o dei comuni della cintura. Naturalmente parte della produzione finisce nelle cucine dei ristoranti della zona. Poche aziende, tre o quattro, conferiscono le loro produzioni al Caat, Centro agro alimentare torinese: questi asparagicoltori non hanno vita facile rispetto alla concorrenza perché si devono confrontare con le produzioni che arrivano dalla Puglia e dalla regione Lazio. L’asparago di Santena e delle terre del Pianalto comunque, a livello organolettico, si differenzia bene dalle produzioni quasi industriali che arrivano da centro e sud Italia. Le nostre 50 aziende commercializzano un turione inconfondibile: mentre da Lazio e Puglia arrivano asparagi tutti verdi le produzioni locali sfornano un asparago tradizionale, con una parte di bianco perché il turione viene tagliato al di sotto della superficie del terreno. Questo aumenta i costi di lavorazione, di taglio e di raccolta, però differenzia il prodotto locale dagli altri. Sempre i turioni locali hanno poi una parte verde unita a quella bianca da una parte più rossastra».
Quanto produce ogni anno un ettaro di asparagi?
«Le 50 aziende locali che fanno asparagi dispongono di asparagiaie con gli ibridi Eros e Marte che, grazie al lavoro compiuto con la genetica e alla tecnica colturale, arrivano a produrre annualmente dai 70 ai 100 quintali ad ettaro, l’anno. Gli ibridi hanno turioni con diametro robusto e regolare. La varietà Argenteuil ha invece rese che vanno dai 60 ai 70 quintali sempre l’anno e sempre per ettaro: questa varietà ha una produzione maggiore di asparagina – turioni più piccoli – che è comunque molto apprezzata nei ristoranti locali. Alcuni coltivatori hanno piantato asparagiaie con una antica varietà locale santenese: produce ancora meno dell’Argenteuil però i turioni hanno l’innegabile vantaggio di tenere più a lungo le brattee chiuse».
Negli ultimi anni la produzione di asparagi è aumentata?
«Una cosa che va detta è poi questa: negli ultimi anni, segnatamente da quando l’asparago è entrato nel Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino, la superficie delle asparagiaie è andata aumentando sensibilmente. Negli ultimi 6-7 anni sono pressoché raddoppiate. In città come nei comuni vicini gli asparagicoltori sono aziende a conduzione familiare: per le piantine che utilizzano per le asparagiaie si rivolgono a vivaisti specializzati. Un tempo le zampe venivano autoprodotte e spesso il mal vinato in breve tempo minava le coltivazioni. Oggi i vivai professionali sfornano piantine indenni dalle patologie più frequenti degli asparagi, fusarium in testa, all’origine del devastante mal vinato».
Spesso si fa confusione rispetto ai marchi degli asparagi: qual è la realtà?
«La situazione è questa. Negli anni indietro, in Camera di commercio di Torino, all’ufficio brevetti, è stato registrato il marchio Aspars ‘d Santena. Gli asparagi sono poi inseriti nei Pat – Prodotti agricoli tradizionali del Piemonte. Infine, gli Asparagi di Santena e delle terre del Pianalto fanno parte del Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino. Per l’Asparago di Santena è del tutto privo di fondamento parlare di asparagi doc. La Coldiretti e i produttori degli asparagi non hanno mai presentato domande per ottenere la doc e neppure sono intenzionati a farlo».
Roberto Ghio, vicesindaco, tra le cariche possedute ha quella di presidente dell’associazione produttori dell’asparago. Nei giorni scorsi ha annunciato che lascerà la presidenza: «Per novembre, alla fine dall’annata agraria, riunirò i produttori di asparagi per rinnovare la presidenza. Le dimissioni arrivano dopo la nomina a vicesindaco e assessore. Il mio augurio è che l’associazione possa proseguire con lo stesso impegno e i medesimi intenti: la promozione del prodotto tipico, l’incremento delle superfici investite ad asparagi e il rilancio della varietà locale santenese».
Roberto Ghio aggiunge: «Come assessore all’agricoltura l’impegno è quello di riunire i coltivatori per vedere quali iniziative possiamo mettere in cantiere per promuovere l’asparago e gli altri prodotti agricoli di qualità cittadini, pomodori e insalate fra tutti. Ora la stagione degli asparagi si sta chiudendo, intendo comunque lavorare per vedere se esiste la possibilità di aprire a Santena un mercato dei coltivatori dove gli agricoltori possano vendere direttamente le loro produzioni. Tra i progetti che la Giunta ha allo studio vi è la realizzazione di una nuova area mercatale, sita lungo via De Gasperi. Il progetto dell’area mercatale prevede anche la costruzione di una tettoria. Ragionerò con i coltivatori per vedere se questa struttura potrà accogliere i produttori».
Sin qui il pezzo di chiusura dell’annata produttiva degli asparagi di Santena del Pianalto. Ora segnalo due sviste in cui nelle scorse settimane è incappato un prestigioso bisettimanale locale. Lo faccio anche perché, quasi ogni mattina vedo l’indirizzo Ip del caporedattore che si insinua fra i post blog. Leggendo, magari prenderà provvedimenti.
Asparagi d’oro. Venerdì 13 aprile 2012, a pagina 30, sul bisettimanale di zona, esce un pezzo su due colonne così titolato: “Nella stagione degli asparagi sono gustosi qualità e prezzi”. Una novantina di righe dove, tra l’altro, si scrive: – “…Contando che una asparagiaia in piena produzione offre un raccolto sui 100 quintali/ettaro all’anno, l’affare è ghiotto. Perché 100 quintali, anche solo a 4 euro al chilo, significano 400.000 euro”. Il pezzo, non firmato, prosegue con una dichiarazione virgolettata attribuita proprio a Roberto Ghio: «Il calcolo è giusto. Però, se la coltivazione dell’asparago cresce per superficie solo del 3-4% l’anno, qualche motivo ci sarà». Fine della prima citazione. Naturalmente il calcolo non era giusto perché 100 quintali a 4 euro il chilo fanno 40.000 euro e non 400.000. L’assessore ha chiamato il cronista – lui sa bene chi è – che non ha saputo riferire altro che si trattava di uno sbaglio di stampa. Tra l’altro Roberto Ghio spiega che l’intervista era stata fatta qualche mese prima e il pezzo è stato rinfrescato per l’occasione con gli esiti visti. La testata non ha mai rettificato nulla e in città più d’uno, allettato da 400mila euro l’anno per ettaro, sta pensando di comprarsi un po’ di terreno per piantare asparagi…
Asparago “Doco” Una seconda imprecisione che segnalo riguarda proprio la Doc o meglio la “Doco”. Sempre sul bisettimanale locale, questa volta a pagina 32 dell’edizione del 25 maggio, in un pezzo a piena pagina, titolato “Bilancio e scuola in mano alle donne. La giunta Baldi punta sui giovani ”, tra le altre cose il cronista Mario Grieco – questa volta il nome c’è – scrive: “L’ex presidente della Pro loco Roberto Ghio, leader dell’associazione che dà il marchio agli asparagi “doco”, si occuperà di attività produttive, turismo e patrimonio. La sua strategia di base sarà di mettere in contatto fra loro gli imprenditori locali: «Industriali, ma anche artigiani, commercianti e agricoltori. In breve tempo vorrei creare delle “consulte” per far incontrare gli imprenditori e per sapere noi del Comune come andare incontro alle loro esigenze».
Il marchio “Doco” forse è una invenzione del cronista, ma non è finita: ecco cosa riferisce Roberto Ghio: «Oltre a non avere la più pallida idea del fantomatico marchio degli asparagi “doco”, vorrei far presente che non parlo con quest’ultimo cronista da prima delle elezioni. Come abbia fatto a intervistarmi senza chiamarmi proprio non lo so».
Attendo gli strali del caporedattore e mi piacerebbe fossero rivolti anche a qualcun altro. Sin da subito dico che mi capita di sbagliare e prontamente rettifico, così come nei post del blog ci sono sicuramente molte imprecisioni: interviste fatte all’insaputa degli amministratori no, mai. Informo il caporedattore che io leggo sempre le pagine del bisettimanale, qualche giorno dopo l’uscita: prendersi qualche buco è salutare, aiuta a stare più sulle notizie e penso sia sempre meglio che andare spesso a rimorchio.
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