Santena, verso la nomina di un nuovo segretario comunale. Lettera del segretario generale revocato

Santena – 10 luglio 2012 – «Informo che il Sindaco di Santena con provvedimento prot. n. 7277 in data 25 Giugno 2012, notificato al Segretario Comunale in data 27 Giugno 2012, ha comunicato al sottoscritto l’avvio del procedimento per la nomina del nuovo Segretario Generale del Comune di Santena e dei Comuni di Cellarengo e Villanova d’Asti». Sono le prime righe dell’intervento inviato oggi al blog da Alberto Cane, segretario generale della città di Santena. Di seguito, il testo completo del comunicato.

Alberto Cane scrive: «Informo che il Sindaco di Santena con provvedimento prot. n. 7277 in data 25 Giugno 2012, notificato al Segretario Comunale in data 27 Giugno 2012, ha comunicato al sottoscritto l’avvio del procedimento per la nomina del nuovo Segretario Generale del Comune di Santena e dei Comuni di Cellarengo e Villanova d’Asti. Il suddetto provvedimento è stato trasmesso al Ministero dell’Interno presso la Prefettura di Torino con nota prot. n. 7689 del 3 Luglio 2012, per i successivi adempimenti di competenza.

Il Ministero dell’Interno- Ex Agenzia Autonoma dell’Albo dei Segretari Comunali e Provinciali, dando seguito alla suddetta nota, in data 6 luglio 2012 ha pubblicato sul proprio sito internet (www.agenziasegretari.it) alla voce pubblicazioni, l’Avviso n. 50/2012, in cui si informa che il Comune di Santena ha avviato la procedura per la nomina del nuovo Segretario Comunale della sede di Segreteria Comunale convenzionata dei Comuni di Santena, Villanova d’Asti e Cellarengo.

Per spiegare la vicenda, vorrei iniziare con una battuta, tanto per conservare il buonumore mio e di chi avrà voglia di leggere le mie considerazioni: “Sapete qual è il colmo per un Sindaco che di professione fa il veterinario? Cacciare il Cane, suo principale collaboratore nel Comune dove è stato appena eletto”.  Ma procediamo per ordine.

“Essere Santena” vuol dire, tra le altre cose, essere colui, o meglio coloro, visto che questa decisione è assunta dal Sindaco, ma condivisa da tutti i componenti della Giunta Comunale e da tutti gli altri componenti della maggioranza consiliare, essere coloro dicevo che non confermano al proprio posto di lavoro e mandano a spasso il Segretario Generale, applicando per la prima volta qui a Santena la norma prevista dalla riforma Bassanini del 1997, che dà la facoltà al Sindaco neoeletto, nei primi 120 giorni del proprio mandato, di revocare l’incarico al Segretario Comunale.

La norma applicata prevede che la revoca possa essere decisa anche senza motivazione, ovvero con una sorta di licenziamento ”ad nutum”, cioè come si diceva nel diritto romano con il solo cenno del capo, come non si può (almeno al momento non ancora) fare in nessun altro caso nel pubblico impiego, almeno non nei confronti di un funzionario statale di ruolo. Un provvedimento del genere non si può adottare nemmeno per i dirigenti generali dello Stato, quando cambia il loro Ministro di riferimento. Aveva infatti provato a stabilire la possibilità di non confermare gli incarichi dirigenziali nello Stato l’allora Ministro Frattini, con una legge che poi è stata  abrogata dalla Corte Costituzionale con sentenza 103 del 2007. In particolare, è utile ricordare che tale sentenza dichiarò incostituzionale la norma nella parte in cui prevedeva la possibilità di non conferma del dirigente senza che venisse effettuata una valutazione sull’attività svolta, e quindi senza motivazione.

Purtroppo, per quanto riguarda i Segretari Comunali,  i quali, è bene ricordarlo, per essere tali devono possedere una laurea in materie giuridiche e aver superato un concorso pubblico molto selettivo, la norma vigente è quella applicata, per cui si può decidere la non conferma del Segretario Comunale anche senza una motivazione, ed anzi, tale decisione il Sindaco la può prendere solo all’inizio del proprio mandato amministrativo, in un lasso di tempo quindi che esclude a priori la possibilità di decidere dopo aver valutato l’operato del Segretario Comunale in carica. E questa illogicità è tanto più evidente nei casi, come quello di specie, in cui il Sindaco neoeletto è al suo primo mandato amministrativo e non era presente nell’amministrazione comunale in alcuna veste nemmeno nel periodo, sia pur breve, in cui il sottoscritto svolgeva la propria attività nel Comune di appartenenza.

Se è vero quindi che la norma che prevede un “obbrobrio giuridico” come quello previsto per i Segretari Comunali è fortemente indiziata di incostituzionalità, è pur vero che al momento è norma vigente, almeno fino a quando non verrà impugnata da qualcuno avanti la Corte Costituzionale, anche se fino ad ora i diretti interessati hanno sempre preferito non farlo, ritirandosi più o meno di buon grado e preferendo cercare una nuova collocazione piuttosto che provare a resistere in un ambiente divenuto ostile.

E’ anche vero che, per fortuna della categoria cui appartengo, i casi di non conferma del Segretario Comunale nella propria sede di servizio è uno strumento giuridico di cui di solito i Sindaci hanno fatto uso molto contenuto. A tal proposto, è sufficiente ricordare che alla data del 5 Luglio 2012 le  amministrazioni che in Piemonte hanno avviato la procedura di non conferma del Segretario a seguito di insediamento di una nuova amministrazione dopo le elezioni del Maggio 2012 sono soltanto due: il Comune di Santena ed il Comune di Rivarolo Canavese, ente quest’ultimo di recente commissariato per infiltrazioni mafiose e nel quale il Segretario Comunale è tuttora agli arresti domiciliari per accuse connesse a tale tipologia di reati.

Di solito, si diceva, la non conferma viene decisa quando è eletto a Sindaco un candidato che ha già avuto modo di valutare in modo negativo l’operato del Segretario, o perché nei precedenti mandati amministrativi sedeva nei banchi dell’opposizione, o nei casi rarissimi in cui il Segretario ha nel corso degli anni assunto atti o comportamenti molto gravi e disciplinarmente rilevanti.

Inoltre, anche qui per fortuna dei Segretari, si ricorre alla non conferma del Segretario Comunale solo in casi estremi, cercando di solito, prima di adottare un provvedimento di tale portata, di aiutare il dirigente non confermato a trovare una nuova collocazione in altro Ente, magari sfruttando la posizione e le conoscenze che spesso hanno i Sindaci, in modo tale da non provocare le gravi conseguenze che dal punto di vista umano, professionale ed economico il provvedimento di non conferma  inevitabilmente provoca. Nel caso del Comune di Santena invece non è accaduto nulla di tutto ciò.

Dal punto di vista della motivazione per disporre la revoca del sottoscritto, l’unica esplicitata dal Sindaco dal sottoscritto non è connessa a una valutazione negativa sulle mie capacità professionali. Il dottor Baldi infatti, nel dar corso alla revoca, ha voluto assumere il primo atto necessario per dare corso al progetto di creare una Segreteria Comunale unica tra enti limitrofi, caratteristica che l’attuale convenzione di segreteria invece non ha, essendo una sede convenzionata tra comuni non confinanti; la conseguenza è che a capo di tale convenzione verrà utilizzato altro collega, con la conseguente estromissione del sottoscritto.

Dal punto di vista del garantire al sottoscritto una ricollocazione in altro Ente vi è stata da parte del Sindaco esclusivamente una vaga e generica disponibilità ad aiutare il sottoscritto a trovare un’altra collocazione in un altro non meglio identificato Comune italiano, ma a questa generica e vaga disponibilità non è stato fatto seguire alcun comportamento collaborativo in tal senso. E purtroppo il sostenere che quello del Sindaco Baldi non sia stato un comportamento collaborativo è solo un termine eufemistico, perché purtroppo vi è ben di peggio.

Infatti, una volta venuto a conoscenza dell’intenzione di non confermare il sottoscritto nella propria sede di lavoro, e dopo alcuni giorni di profondo sconforto, ho pensato di proporre al Sindaco di Santena di attendere a dar piena attuazione alla procedura di non conferma,  in modo da consentirmi di trovare una idonea collocazione in altre sedi di lavoro in tempi ragionevolmente brevi. A tal proposito ho informato il Sindaco di avere già intrapreso contatti e concrete iniziative con altre amministrazioni comunali per assumere presso di esse un nuovo incarico di Segretario Comunale. Questa richiesta dilazione è stata comunicata anche agli altri sindaci miei datori di lavoro, e cioè il Sindaco di Villanova d’Asti ed il Sindaco di Cellarengo, i quali nulla hanno obiettato al riguardo.

Tale richiesta dicevo, che, viste le premesse concrete di ricollocazione in altri Enti, sarebbe stata quantificabile nell’ordine di grandezza di pochi mesi, mi avrebbe consentito di uscire volontariamente dalla sede di servizio di Santena, evitando di subire anche “l’onta” di un procedimento di revoca, che anche se non nella forma sicuramente nei fatti si avvicina molto ad un licenziamento. Nemmeno a questa mia richiesta si è ritenuto di dar seguito, preferendo di percorrere sino in fondo la strada della revoca, che oltre alle conseguenze negative di carattere professionale assume nei miei confronti anche importanti risvolti negativi dal punto di vista economico. Sottolineo questi ultimi aspetti perché aiutano a comprendere lo stato d’animo dello scrivente, di profondo scoramento ed amarezza sui modi prima ancora che sulle motivazioni in cui la vicenda viene gestita.

Lo scoramento e l’amarezza trovano giustificazione anche nel fatto che con il provvedimento di non conferma vengono inevitabilmente poste sotto una luce negativa anche le mie capacità professionali, dopo oltre diciotto anni di  servizio in cui questo non era mai accaduto, tanto più che, come dicevo, un trattamento del genere lo hanno ricevuto di recente solo colleghi indiziati di gravi reati. Sono Segretario Comunale dal 1994, sono iscritto alla fascia A dei Segretari Comunali, cioè quella più elevata prevista in carriera; dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a Torino nel 1990, ho svolto la pratica forense e sempre a Torino ho conseguito l’abilitazione all’esercizio della professione di  Avvocato. Prima di iniziare la professione di Segretario Comunale ho svolto l’attività di funzionario comunale di ruolo al Comune di Pianezza, dove dopo la laurea ho vinto un concorso per un posto di Istruttore Direttivo nel settore di segreteria comunale e dove ho lavorato per circa un anno e mezzo.

Dopo aver svolto i questi anni numerosi incarichi in molti Comuni dell’Astigiano, ed aver guidato dalla sua nascita e per dieci anni anche la macchina burocratica dell’Unione dei Comuni Alto Astigiano, comprendente 13 comuni astigiani, nel Febbraio 2011 sono stato nominato Segretario Comunale del Comune di Santena dal Sindaco Benedetto Nicotra. La nomina non è stata frutto di raccomandazione, ma è avvenuta esclusivamente per meriti professionali: non conoscevo il signor Nicotra né alcuna altra persona appartenente alla Giunta o del Consiglio Comunale di quel tempo. Sino a oggi ho svolto la mia attività in forma convenzionata per 18 ore settimanali presso il Comune di Santena e per le restanti 18 ore settimanali nei Comuni di Villanova d’Asti e Cellarengo.

Dal momento della mia nomina a Santena ho consentito quindi al Comune un risparmio di spesa del 40% del costo del mio stipendio, poiché la convenzione di segreteria precedente vigente era  tra il Comune di Santena ed il Comune di Cellarengo, rispettivamente con un rapporto del 90% di spesa a carico del Comune di Santena ed il 10% a carico del Comune di Cellarengo. Dopo la “caduta” del Sindaco Nicotra, credo di poter affermare senza tema di essere smentito di aver contribuito a guidare la macchina burocratica comunale con correttezza e senza scossoni nel delicato intermezzo del commissariamento prima e delle successive elezioni amministrative dello scorso mese di Maggio.

Non ho l’abitudine ad appuntarmi medaglie sul petto, e chi mi conosce penso possa concordare con me sul fatto che uno degli aspetti che qualificano il mio carattere sia la riservatezza, ma posso sostenere, anche qui senza tema di smentita, di essere stato il principale artefice del risultato economico conseguito dal Comune di Santena nella vicenda penale che ha riguardato l’ex Sindaco Nicotra, che ha portato alla celere definizione della vicenda processuale con pieno soddisfacimento economico del Comune mediante l’incasso di oltre sessantamila euro, di cui diecimila quantificati in via provvisionale per danno all’immagine.

Ho gestito in prima persona durante gli ultimi mesi del commissariamento del Comune e fino all’udienza penale dello scorso 28 Maggio i rapporti tra legale dell’Ente, uffici finanziari e lo stesso Nicotra, dando il mio contributo nell’orientare il signor Nicotra verso scelta di patteggiare e di versare prima dell’udienza l’intera somma richiesta dal Comune. Mi dispiace lasciare così presto questa sede di lavoro, una sede in cui mi ero trasferito con l’entusiasmo di chi affronta una nuova stimolante esperienza professionale sapendo di poter contare sulle capacità di dirigenti, funzionari e personale di cui i precedenti colleghi mi avevano parlato molto bene e di cui ho avuto modo in questi mesi di apprezzarne le qualità, e nella quale contavo di poter rimanere per qualche anno, se solo avessi potuto dimostrare le mie capacità anche alla nuova amministrazione.

Non posso che constatare quanto sia differente lo stile di questa amministrazione rispetto a quello, ad esempio, che mi si racconta abbia caratterizzato l’amministrazione in cui era Sindaco il signor Gianni Ghio, padre dell’attuale Vice Sindaco Roberto. Allora infatti con la nomina a Segretario Comunale del Comune di Santena, poi confermata anche dal Sindaco Nicotra, si garantì al Segretario Comunale una sede Comunale in un momento di difficoltà di carriera. Non posso infine fare a meno di constatare il paradosso di questa decisione rispetto all’occupazione, un tema che è sulla bocca di tutti in questi ultimi mesi, e che sta a cuore anche ai Sindaci ed alle amministrazioni comunali, ivi compresa, suppongo, anche quella di Santena.

Le infinite riunioni, i tavoli di lavoro, i protocolli d’intesa e le migliaia di parole che un Sindaco potrà spendere in tutte le sedi possibili, dalla Regione, alla Provincia, alla Prefettura o direttamente nelle fabbrica non potranno infatti, e purtroppo, mai essere decisive nel garantire nemmeno un posto di lavoro per un lavoratore che rischia di perderlo perché la sua azienda è in crisi o ha deciso di trasferirsi altrove. L’unico vero atto diretto invece che un Sindaco può adottare nel corso dell’intero mandato amministrativo che possa incidere in modo immediato e diretto su di un posto di lavoro è il decreto di conferma o di revoca del proprio Segretario Comunale.

E se è vero che tecnicamente il Segretario non confermato non viene licenziato, e prima di andare in mobilità presso altra amministrazione, conserva una forma di trattamento economico che viene garantita per due anni direttamente dal Ministero dell’Interno, è anche vero che tale retribuzione è di gran lunga inferiore a quella sino qui percepita, e per il sottoscritto, che è anche padre di famiglia di due gemelli di poco più di un anno di vita, non è una variabile proprio del tutto ininfluente nell’economia familiare, e di certo non permette di dormire sonni tranquilli, quei sonni che invece presumo riescano a dormire tutti coloro che hanno avuto parte attiva in questa vicenda».

Alberto Cane

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