Santena, la città ha celebrato il santo patrono, san Lorenzo

Santena -12 agosto 2012 –  Venerdì 10 agosto la città ha celebrato il santo patrono, il diacono san Lorenzo. Di seguito, l’omelia del parroco don Nino Olivero e l’indirizzo di saluto del sindaco Ugo Baldi.

La festa patronale cittadina offre a molta parte dei santenesi l’occasione di ritrovarsi. Venerdì mattina il ritrovo era fissato alle ore 9,30 per la messa celebrata in chiesa parrocchiale dal parroco don Nino Olivero e dal vice don Mauro Grosso.Sin da dopo le ore 9 nella centralissima piazza Martiri della Libertà hanno cominciato ad arrivare i porta gagliardetti di gran parte delle associazioni cittadine. Con loro le  autorità: il sindaco Ugo Baldi,  accompagnato da quasi tutta la Giunta comunale e da alcuni consiglieri di opposizione e il maresciallo dei carabinieri Giovanni Esposito. Davanti al palazzo municipale, per l’occasione addobbato a festa, con i panni color celeste, alpini e l’associazione carabinieri in congedo che durante la processione hanno sostenuto la statua del santo patrono. Presente anche la banda musicale cittadina, guidata dal maestro Anna Maria Merlino. La funzione della messa in chiesa parrocchiale ha visto i banchi tutti occupati; tanti erano i cittadini sistemati in piedi nelle navate laterali e al fondo della chiesa. Il caldo era sopportabile e per tutta la funzione i ventagli delle signore in cerca di un po’ di refrigerio hanno continuato a muoversi.
Il parroco, don Nino Olivero, durante l’omelia, tra le altre cose, ha detto: «San Lorenzo, diede la vita per la Chiesa, a servizio dei poveri, delle persone in  difficoltà che si rivolgevano ad essa per chiedere aiuto e ottenere sostegno. Il valore del servizio è una esigenza  che deve toccare tutti noi cristiani. La Chiesa non è una realtà astratta, ma viva e concreta.  Essere a servizio oggi significa apertura verso gli altri, attenzione a tutti, senza esclusione e, in particolare, verso le persone con problemi, poveri ed emarginati».«San Lorenzo ha dato la sua vita per la chiesa. Oggi dare la vita non significa dare agli altri alcune cose a noi superflue. Spesso si danno ai poveri i vestiti che non si usano più o, addirittura, i giocattoli, anche rotti, che i nostri bambini non utilizzano più. Essere a servizio degli ultimi significa qualcosa di diverso: dare noi stessi, qualcosa della nostra vita e non solo delle cose materiali. San Lorenzo ha offerto liberamente la sua vita  per la Chiesa. Essere martire significa dare testimonianza e questo vale anche per tutti noi, oggi. Ogni giorno siamo chiamati a dare testimonianza di vita cristiana».Il parroco durante la breve omelia ha aggiunto: «Che cosa dice oggi san Lorenzo alla nostra comunità cristiana? Ci dice di non avere paura di metterci a servizio dei fratelli, della Chiesa, della comunità, a tutti i livelli, senza scendere a compromessi. E questo deve valere per tutti».
«Si tratta di un messaggio – ha detto don Nino Olivero – che deve valere anche per chi guida la città di Santena a livello civile e amministrativo. Voi amministratori dovete prendere san Lorenzo, il patrono della città,  come modello, come esempio. E questo a maggior ragione in un momento come quello di oggi in cui sono davvero tanti i problemi e le difficoltà che travagliano molti santenesi. Tante volte si parla della necessità di condividere i problemi di chi fa fatica per sostenere le famiglie che stanno attraversando momenti di difficoltà.  Proprio l’esempio che ci viene da san Lorenzo ci sprona a mettere a disposizione di tutti quello che siamo e quello che abbiamo. Tutto questo per arrivare a realizzare un clima di collaborazione, di solidarietà, di aiuto e di sostegno reciproco. È questo il compito che i cristiani hanno all’interno della comunità. Hanno l’onore e l’onere di ricordare a tutti chi è l’uomo e quali sono i valori fondanti che devono guidare il suo agire, fra cui la via della giustizia e del bene comune. Oggi, nella giornata dedicata al santo patrono cittadino, chiediamo la sua intercessione affinché ci aiuti a percorrere la retta via. San Lorenzo ci dice che i veri tesori della Chiesa sono i poveri e ricorda alla società di oggi la dignità intangibile di ogni persona, senza la quale non esiste una società vera, giusta e autentica».
Durante la funzione è stato benedetto il pane alle noci, 170 chilogrammi in tutto, preparato gratuitamente da due panettieri cittadini – Walter Pollone e Tiziana Migliore -, che è stato distribuito al termine della processione. Al termine della messa si è avviata la processione. Dopo avere percorso alcune vie del centro la statua del santo, la banda musicale, autorità, associazioni e, davvero, tanti santenesi, la processione è entrata nel parco Cavour, passando dal retro del castello, arrivando nella zona del roseto per poi finire la corsa davanti al castello Cavour.
Dopo la benedizione, il parroco ha passato la parola al sindaco Ugo Baldi per un breve indirizzò di saluto:«Questa è l’ennesima prima volta in questi tre mesi di mandato come sindaco di Santena. È il primo saluto ufficiale per la festa del santo patrono della nostra comunità. Questa è la ricorrenza religiosa forse più importante per i santenesi credenti. Per tutti, ma in particolare per i  santenesi legati da generazioni a questo paese oppure per quelli che hanno conosciuto questi luoghi fin da bambini e per tutti quelli che ne hanno condiviso lo sviluppo da borgo rurale a cittadina della prima cintura di Torino. Ma il santo patrono è di tutti. Giovani e anziani, autoctoni e trapiantati, piemontesi e meridionali, credenti e laici. Oggi è la nostra festa. E dobbiamo crederci. Una comunità riunita nella preghiera verso un santo che ha donato la sua vita per la Chiesa, in quei secoli bui della persecuzione cristiana, con una morte atroce, sulla graticola. Santena, come ricorda Carlo Smeriglio, nel suo volume dedicato alla nostra città, celebra questa festa a partire dal 10 agosto 1728, dunque sono 284 anni. Non conosco le motivazioni che storicamente hanno portato i santenesi a scegliere proprio questo santo patrono, ma, certamente, è stato nei secoli molto amato e ringraziato o supplicato dai santenesi per i raccolti, per il sostentamento delle famiglie, per la salute dei propri cari o per mille altre ragioni».
A questo punto il sindaco ha aggiunto: «Sempre sul libro di Smeriglio ho letto che negli ultimi vent’anni la processione di san Lorenzo viene utilizzata dal sindaco per riferire ai cittadini il bilancio politico-amministrativo. Io, invece, sono convinto che sia una festa religiosa e tale deve restare. Pertanto da Santenese, da credente e da primo cittadino, quale migliore occasione per rivolgere proprio a San Lorenzo, alcuni ringraziamenti ed alcune richieste di aiuto a nome di tutta la nostra comunità».
Ugo Baldi ha proseguito: «Prima di tutti, ringrazio san Lorenzo per avere vegliato su questa comunità nell’anno appena trascorso, preservandola da eventi calamitosi gravi, ma contestualmente ti preghiamo di aiutarci a superare con spirito di fratellanza il difficilissimo momento economico e di crisi occupazionale che attanaglia le nostre famiglie. Aiutaci e aiutami a rapportarmi, con le persone che vengono a chiedere un aiuto, in modo diverso da quello che potrebbe sembrare una fredda e sempre insufficiente “distribuzione” di denaro – benché importante -. Aiutaci infatti a migliorare l’accoglienza verso tutte queste persone che chiedono aiuto, ponendo l’attenzione prima verso la persona e poi verso i suoi problemi».«Ti ringraziamo poi per il fatto di essere qui oggi, insieme, a trascorrere una giornata di festa nel tuo nome e ognuno sembra veramente amico dell’altro. Tuttavia ti preghiamo di aiutarci a mantenere questo spirito di gioia, di fratellanza, di comunità, anche durante tutti gli altri giorni dell’anno. Ti preghiamo di aiutarci a superare ostacoli e barriere, che dividono o separano persone, gruppi e associazioni, illuminando le menti o rendendo chiaro a tutti che l’obiettivo comune è il bene della nostra comunità, aiutandoci, qualora necessario, a fare un passo indietro, senza mai oltre prevalere sull’altro. Aiuta anche ognuno di noi a essere più rispettoso verso il proprio prossimo e verso i beni comuni – le cose che sono di tutti – facendoci capire che la nostra libertà finisce nel momento in cui inizia a limitare la libertà altrui. Ma aiutaci anche a essere un pochino più tolleranti, dote che ultimamente sembra essere quasi scomparsa nella nostra comunità: non siamo più tolleranti per niente. Infine, ti ringraziamo per darci la forza di continuare a lavorare per la collettività con spirito di servizio, aiutandoci a fare sempre del nostro meglio, così come abbiamo promesso di fare».
Il sindaco ha proseguito con una serie di ringraziamenti. «In ultimo – ha detto Ugo Baldi -ringrazio tutti coloro che hanno contribuito alla buona riuscita di questa giornata. Naturalmente il nostro parroco, che sarà presto chiamato a un nuovo importante impegno al servizio di due comunità, Santena e Cambiano. Poi la Pro loco, che si spende sempre senza risparmio di fatica. Il Centro anziani che, da anni, collabora con entusiasmo a questa festa. Il personale del Comune che ci supporta, con esperienza, nell’organizzazione – la polizia municipale, l’ufficio tecnico e Luisella Pollone. La Fondazione Cavour, per l’ospitalità in questa straordinaria cornice, che è simbolo della nostra città, nella persona del suo presidente Nerio Nesi e l’associazione Amici della Fondazione, nella persona del suo neo presidente Marco Fasano. La nostra impareggiabile banda musicale, senza la quale tutto sembrerebbe più freddo e meno coinvolgente. Gli esercenti che sempre volentieri preparano il pane e il rinfresco anche tornando apposta dalle ferie. Le forze dell’ordine, alle quali chiediamo di vigilare puntualmente sulla tranquillità della nostra comunità. Rivolgo un grazie anche al cronista Filippo Tesio e alla memoria storica cittadina Carlo Smeriglio. Grazie anche a tutte le associazioni presenti che rappresentano, insieme e me, questa nostra comunità. Grazie a tutti gli altri che hanno collaborato per questa giornata e che non ho elencato».
Il sindaco Ugo Baldi ha continuato così: «Infine, ringrazio tutti voi presenti, per avermi, per averci consentito, con il voto amministrativo di maggio, di essere qui oggi, in questo ruolo. Vi chiedo di essere comprensivi per gli errori che involontariamente potremo commettere nell’anno di mandato amministrativo che abbiamo davanti, con l’augurio di incontrarci di nuovo il prossimo anno, con la stessa gioia di oggi».Il sindaco ha chiuso il suo saluto leggendo un pensiero raccolto nel mondo di internet: “un giorno un uomo ricco consegnò un cesto di spazzatura a un uomo povero. L’uomo povero gli sorrise e se ne andò con il cesto. Lo svuotò e lo lavò e poi lo riempì di fiori bellissimi. Ritornò dall’uomo ricco e glielo diede. L’uomo ricco si stupì egli disse: «Perché mi hai dato fiori bellissimi se io ti ho dato spazzatura?». E l’uomo povero disse: «Ogni persona dà ciò che ha nel cuore»”.Il sindaco ha salutato con: «Grazie e buona festa. A tutti».

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