Chieri: “Dall’Amiat all’emergenza rifiuti a Napoli, il coraggio dell’onestà”

Chieri – 21 novembre 2012 – Martedì 27 novembre, alle ore 21, nel salone della biblioteca civica di Chieri “Niccolò Francone”, nell’ambito del ciclo di incontri “Quale unità d’Italia, è prevista una serata con Raphael Rossi. Nell’incontro si parlerà del vasto tema che va “Dall’Amiat all’emergenza rifiuti a Napoli, il coraggio dell’onestà”.

Dall’Amiat all’emergenza rifiuti a Napoli, il coraggio dell’onestà

Una storia molto italiana, nel bene e nel male. Comincia quando il giovane laureato Rossi, esperto di raccolta differenziata, nel 2004 viene nominato nel consiglio di amministrazione dell’Amiat, la società pubblica torinese che si occupa di igiene ambientale.

Nel 2007 ne diviene addirittura vicepresidente, grazie alle sue competenze nella gestione integrata e nell’organizzazione della raccolta porta a porta di rifiuti in grandi contesti urbani.

Proprio grazie alla sua formazione professionale specializzata – non è lì a “scaldare la sedia” – nel 2006 coglie immediatamente i “segnali d’allarme” di una procedura d’acquisto di un macchinario da 4,2 milioni di euro (un “pressoestrusore”), che invece i suoi colleghi stavano per accettare senza batter ciglio: non c’è alcuna gara pubblica, ma si ricorre all’affidamento diretto, la spesa non è prevista nel budget né integrata dai futuri costi di esercizio, non ci sono precedenti esperienze di impiego di macchinari con quelle caratteristiche.

Insomma, un costoso salto nel buio, al quale il Signor Rossi – anzi: il dottor Rossi – si oppone facendo mettere a verbale la sua contrarietà. Tanto basta a inceppare il meccanismo, che però si rimette presto in movimento con altri strumenti di persuasione. L’ex presidente dell’ente, nel frattempo passato ad altro incarico, propone infatti una tangente di 50 mila euro al riluttante signor Rossi, poi salita a 125 mila, perché quel macchinario “deve” essere acquistato. Ma siccome “c’è chi dice no”, nel 2008 Raphael Rossi denuncia alla procura la profferta, fa arrestare il corruttore e i responsabili dell’azienda che proponeva l’acquisto del pressoestrusore.

Come ricompensa per aver impedito uno spreco di oltre 4 milioni di euro, nel 2010 Rossi è l’unico componente del consiglio di amministrazione a non essere confermato nell’incarico. Solo una campagna di stampa a suo favore spinge il Comune di Torino a costituirsi parte civile nel processo, anticipando le sue spese legali. Alla fine del 2010 arriva la prima condanna, con udienza preliminare, a un anno con la condizionale per uno degli aspiranti corruttori.

Raphael Rossi si presenta così: «Sono un tecnico che lavora per un ente di studio in materia di rifiuti e mi sono specializzato nelle raccolte porta a porta e nella prevenzione. Da tecnico sono stato scelto come amministratore dell’azienda pubblica della città di Torino, della quale sono stato vicepresidente. Ho fermato degli acquisti inutili mentre altri provavano a sbloccarne altri inutili con una tangente. Ho denunciato tutto alla Procura della Repubblica e dopo una lunga inchiesta gli indagati sono stati arrestati ed ora verranno processati. Inizio questo blog perché non mi sarei mai aspettato tutta questa freddezza dalle istituzioni e tutto questo calore dai cittadini e dai media. Io ho fatto una cosa normalissima, come fermarsi al semaforo quando è rosso. Invece è successo di tutto, compresi molti segnali di isolamento dalle istituzioni».

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