Santena – 13 agosto 2013 – Di seguito, un’ampia sintesi dell’omelia che il parroco don Nino Olivero ha pronunciato nella celebrazione di sabato 10 agosto, festa del patrono della città, San Lorenzo.
Il parroco don Nino Olivero, ha cominciato così: «Oggi, momento di festa, vogliamo cogliere l’occasione per fermarci in ascolto del Signore, della sua parola. Oggi San Lorenzo, patrono della città di Santena, lancia un messaggio a tutti noi, per tutta la comunità, sia religiosa, sia civile. Noi siamo qui per riflettere guardando alla figura di questo santo, uno dei sette diaconi della città di Roma, che aiutava i poveri. All’interno della nostra comunità ci sono tante esigenze, tante necessità. Forse oggi c’è bisogno di un rilancio del volontariato. C’è bisogno di persone che diano una mano a tutti i livelli. Tutte le associazioni cittadine si lamentano perché a impegnarsi sono sempre gli stessi e i volontari sono sempre meno. Come comunità cristiana ringraziamo tutte le persone che, a vario titolo, regalano volontariamente le loro energie, il loro tempo, la loro attenzione verso gli altri. San Lorenzo diacono, servo dei fratelli, oggi ci dice però che non dobbiamo fermarci, ma dobbiamo guardare avanti. Occorre fare qualcosa di più».
«E allora se io guardo la nostra comunità parrocchiale – ha detto il parroco – vedo che c’è bisogno di catechiste, di catechisti. Mai come in questo momento sentiamo la mancanza di persone che si diano disponibili a insegnare il catechismo ai più piccoli. Sempre in questo momento abbiamo bisogno di volontari che si impegnino nella Caritas parrocchiale. Sempre più persone bisognose si rivolgono alla Caritas, come alla Cri e al Cav, per chiedere aiuto. In collaborazione con l’amministrazione comunale si sta organizzando la distribuzione del cibo non consumato nel servizio della mensa scolastica cittadina. Stiamo vedendo come fare per poter rendere disponibile questo cibo a chi nella nostra città ha bisogno di un aiuto alimentare. Ecco, questi sono alcuni esempi di bisogni concreti di volontari presenti nella nostra comunità santenese».
Il parroco don Nino Olivero, ha continuato: «il vescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’omelia di San Giovanni, festa patronale di Torino, ha detto che bisogna ripartire dalla famiglia. E questo è un altro punto su cui, come comunità, dobbiamo insistere. Noi dobbiamo valorizzare, sotto ogni punto di vista, la famiglia, che oggi, in questo momento di crisi generale, spesso versa in seria difficoltà. Sempre il vescovo di Torino ci ha detto che tutti i soggetti familiari risentono di queste difficoltà, ma le donne e i minori sono quelli colpiti in maniera più grave. La conflittualità e la violenza tra le mura domestiche a volte aumentano fino a provocare vere e proprie tragedie. E una delle cause più subdole – sono ancora parole del nostro vescovo – è la dipendenza dal gioco d’azzardo, una illusione di ricchezza che diventa malattia e, a poco a poco, si impossessa della mente e della vita delle persone che non ne possono più fare a meno». Il parroco ha aggiunto: «E ho l’impressione che anche nelle nostre famiglie di Santena purtroppo ci siano situazioni del genere che noi dobbiamo in qualche modo aiutare e sostenere».
Don Nino Olivero ha proseguito così: «Il vescovo ci ricorda che la famiglia, malgrado le forti difficoltà, rimane sempre un baluardo sicuro dove le relazioni e l’amicizia possono sostenere anche le prove più dure. La famiglia è il luogo dell’educazione, della cura della persona ed è il laboratorio dove si stringono le alleanze fondamentali con la società. Nei giorni scorsi, come commissione famiglia, ci siamo trovati per organizzare gli appuntamenti della pastorale famigliare e la festa della famiglia 2014. In qualche modo dovremo tenere presente tutte queste situazioni e queste realtà nel momento in cui si organizzano gli appuntamenti e si concertano con l’amministrazione comunale».
«Sempre guardando a San Lorenzo potremo dire ancora tante cose – ha detto don Nino Olivero -. La parola di Signore che oggi abbiamo ascoltato ci dice che se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo. Se muore, invece, produce molto frutto. Ecco, questa è la logica del dono. Chi perde la sua vita la acquista e la conserva per la vita eterna. Nella seconda lettura San Paolo scrive che Dio ama chi dona con gioia e che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. San Lorenzo ci insegna che i poveri oggi sono tutti quelli che hanno bisogno di una mano. San Lorenzo ci insegna che i poveri devono essere i nostri veri tesori. Soltanto rinunciando un po’ a noi stessi allora scopriremo la grazia del dono, della condivisione. Scopriremo il dono della vera amicizia che si fa sostegno a chi fa più difficoltà nel camminare. Il senso del pane alle noci che benediciamo durante la Messa ci ricorda che tutti noi dobbiamo diventare pane spezzato per i nostri fratelli più bisognosi. Dobbiamo diventare sostegno e aiuto per chi fa più difficoltà nel percorrere il cammino di ogni giorno. Chiediamo davvero tutto questo al Signore, per intercessione di San Lorenzo».
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