Santena – 20 ottobre 2013 – L’associazione “Le Radici, la Memoria” ha acquisito il prezioso archivio documentale e fotografico dell’insegnante Michele Ortolano.
«I lettori meno giovani del blog certamente ricorderanno la figura dell’insegnante Michele Ortolano – spiega Luigi Bergoglio, dell’associazione Le Radici, la Memoria” –. Giunto a Santena dalla cittadina astigiana di Montafia alla fine degli anni Venti del secolo scorso, svolse il suo ruolo di maestro elementare ininterrottamente per oltre 40 anni, fino all’inizio degli anni Sessanta, quanto venne posto in quiescenza, così insegnando a generazioni di santenesi. Unica sua erede fu la figlia Luigia, detta “Lina”, che decedette in Santena nel 2011, senza lasciare eredi, sì che venne aperta la procedura di cosiddetta “eredità giacente”».
Luigi Bergoglio continua: «Era noto che il “Maestro”, atteso il suo ruolo pubblico, era in possesso di un prezioso archivio documentale e fotografico relativo ai momenti più importanti della sua carriera: tale, quindi, da risultare di significativo interesse per quanto attiene il suo valore di testimonianza , sia scritta che di immagine, dell’epoca in parola. Per tali ragioni, l’Associazione “Le Radici e la Memoria” ha richiesto al Giudice dell’eredità di poter essere autorizzata ad acquisire detta documentazione, che, se pur priva di valore commerciale, risulta, come detto, di estremo interesse storico per la comunità santenese. Il Tribunale ha disposto in conformità alla richiesta. Pertanto, nei prossimi mesi l’Associazione effettuerà, anche con l’aiuto di personale esperto, quali archivisti, catalogatori ecc. una approfondita disamina della documentazione reperita, al fine poter effettuare una sua precisa catalogazione e conseguente valutazione, nella prospettiva che la stessa possa consentire, prossimamente, l’allestimento, con tale materiale originale – come detto, sia documentale sia fotografico –, di una mostra illustrativa del periodo storico relativo agli anni Cinquanta–Sessanta. Periodo che ha visto radicali cambiamenti nella nostra Comunità cittadina, così come nell’intero Paese, attraverso il superamento delle rovine post-belliche sino a divenire una cittadina facente parte del tessuto industriale torinese».
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