Santena – 31 gennaio 2014 – La notizia è grossa. Si torna a parlare di uno studio di pre fattibilità dell’ospedale unico a livello dell’Asl To5. Da tempo se ne parlava anche nelle segrete stanze di piazza Martiri della Libertà, ma nulla trapelava. Lo studio conferma che Santena è un nodo strategico di area, non solo zonale ma metropolitano. E se lo è per il sistema sanitario lo è anche per la mobilità nazionale e internazionale e per l’attività agricola del Pianalto e della Città metropolitana. Di mezzo c’è la Regione, forse per questo i giornali locali hanno deciso di renderlo pubblico. Gli interessi in gioco sono consistenti e fanno opinione, adesso che i tagli ai servizi sanitari sono sempre più evidenti.
Sono previsti 350 letti, per un costo di 170 milioni, da collocare sui 42.000 metri quadrati della Masseria, lungo la circonvallazione, a ridosso del sistema autostradale che collega l’area metropolitana torinese con il resto del Piemonte. L’idea di raccogliere, in un unico ospedale del sistema sanitario regionale e territoriale, le strutture e i servizi ospedalieri ora suddivisi in tre ospedali: Chieri, Carmagnola e Moncalieri, è ragionevole. Il tutto rientra in una logica di razionalizzazione delle strutture e dei servizi e di risparmio sui costi. La miscela è esplosiva, perché sconvolge assetti consolidati nelle mentalità delle comunità, tra le imprese, i cittadini e gli addetti del settore. Ora si tratta di fare in modo che il tutto non scada in misera propaganda; tanto per discutere di qualcosa che magari non vedrà mai la luce. Siamo in Italia, sospettare che qualcuno tenti di imbastirci la propria carriera è cosa più che naturale. I nipotini del Gattopardo sono sempre in agguato, sullo sfondo ci sono le elezioni comunali, regionali ed europee di questa primavera.
L’uscita della notizia potrebbe essere solo una prova per vedere quali sono le reazioni. Forse per questo a Santena le bocche sono cucite. Il sindaco Ugo Baldi è abbottonato. Di mezzo c’è il problema del costo, 170 milioni, ma soprattutto delle differenti visioni. Moncalieri e Nichelino vorrebbero un ospedale nuovo in zona Carpice. Chieri è appena stato ristrutturato. E così è per Carmagnola, offesa dal taglio della maternità. Mentre non è chiaro quando, dove e come sarà presa una decisione, la discussione diventa pubblica.
Adesso tocca al direttore generale, Maurizio Dore, e ai sindaci dell’assemblea dell’ASL dire cosa intendono fare. Intanto si conferma che la posizione baricentrica di Santena è riconosciuta anche da altri enti e istituzioni. Vale per le scelte di politica sanitaria, ma non solo. Sarà bene dunque stare con le antenne dritte. Essere strategici significa lavorare per ritagliarsi un ruolo nella istituenda Città Metropolitana, puntando sui servizi pubblici e privati e sull’economia legata all’agricoltura, all’alimentare, al turismo, alla mobilità e alla logistica.
Gino Anchisi
Da Santena, la città di città di Camillo Cavour, 31 gennaio 2014.
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