Santena – 30 maggio 2014 – Di lassù, quando Camillo Cavour ha visto la tappa a cronometro Barbaresco-Barolo e la Fossano-Santena-Rivarolo è rimasto colpito.La Langa è una terra ricca e opulenta. I servizi televisivi ne hanno decantato i vini, il territorio, il paesaggio, la storia, la tipicità, l’enogastronomia: simboli di una prosperità nata dal duro lavoro, dai sacrifici e dagli investimenti fatti sfruttando le risorse rese disponibili dall’Unione Europea, dallo Stato e dalla Regione. Si sente la presenza di un sistema, capace di affrontare le sfide della globalizzazione, fatto di imprese e di istituzioni che collaborano per promuovere e valorizzare una comunità che sulla cultura e sulla tradizione ha costruito la sua ricchezza. Cavour sarà felice perché è stato uno dei protagonisti del processo che tramite l’affinazione dei vini e dei vitigni, associati al re tartufo, ha creato il fenomeno Langhe.
Quando ha guardato la tappa che passava dalla sua Santena, la borgata in cui ha voluto essere sepolto, era emozionato. Santena però non l’ha potuta vedere. Le riprese dall’alto sono state sospese da un collegamento in studio. Sarà per la prossima volta e forse è meglio così. Noi non siamo le Langhe.
Nel passato lo eravamo, poi ci siamo appannati. Adesso però cerchiamo di riprenderci. Cavour avrebbe scrutato il suo Castello impacchettato, segno che finalmente le istituzioni hanno deciso di investire sulla cultura e sulle memorie che vale la spesa di conservare. Non gli sarebbe sfuggito il ritratto sul Ponte, sintomo della integrazione, finalmente in corso, tra Castello e comunità santenese. Camillo avrebbe di sicuro notato che le colture di asparago, il re di primavera indicato come fonte di prosperità per Santena, ci sono ancora e che giovani agricoltori investono anche sull’orticoltura di qualità.
Allargando lo sguardo sul suo verde Pianalto, percorso da linee ferroviarie e autostradali che lo collegano con l’Europa e il Resto d’Italia, sarebbe stato soddisfatto di vedere come la sua impronta agronomica e quella a favore della logistica e delle infrastrutture di collegamento internazionale è ancora presente. Il Pianalto, di cui Santena è la porta, ha un ruolo importante da svolgere, ma non ha ancora definito un’identità incardinata sulle sue produzioni e sulla sua posizione di mezzo tra Torino e il Monferrato, il Roero e le Langhe. La fortuna di essere una grande e produttiva area agricola della costituenda Città Metropolitana di Torino è un’opportunità che i Santenesi e quelli del Pianalto, il bacino del Banna, devono cogliere perché è fonte di sviluppo, di lavoro e di ricchezza. Realizzare una tappa a cronometro Santena-Torino non è facile, ma vuoi che Petronas, Vergnano, Lenti, Denso, Martini e Rossi, Ferrero, albergatori, ristoratori, agricoltori, commercianti e le istituzioni prima o poi non riescano nell’impresa?
Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 30 maggio 2014
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