Santena – 27 gennaio 2015 – Don Mauro Grosso, viceparroco in città, risponde ad alcune domande sul pianeta giovani.
Molte associazioni si lamentano perché i giovani che si impegnano nel volontariato sono davvero pochi.
«Di giovani santenesi non se ne vedono molti in parrocchia, così come in Pro loco, nella filarmonica cittadina o in croce rossa – afferma don Mauro Grosso –. Gran parte delle associazioni vedono una scarsa presenza di giovani. Come agenzie educative non riusciamo a capire cosa si deve fare per riuscire a coinvolgerli. Posso comprendere che non vengano in parrocchia perché, magari, considerano il prete uno antipatico e del Signore Gesù frega niente a nessuno. Però i giovani non vanno neanche alla Cri o in Pro loco. Gran parte di loro sono disinteressati a tutte le proposte di impegno che arrivano dalla parrocchia, come dai vari sodalizi cittadini. Rispetto a questo non siamo riusciti a darci una risposta. Il disinteresse sembra dominare tra i giovani. La presenza dei giovani impegnati è assolutamente minoritaria rispetto al numero totale di quelli presenti a Santena».
In un simile contesto che fine fanno le proposte di pastorale giovanile della parrocchia?
«Come appena detto le nostre iniziative di pastorale giovanile sono prese in considerazione da pochi giovani rispetto al totale. Rispetto alle adesioni, per quanto riguarda la pastorale giovanile, siamo in linea con la frequenza giovanile alla messa domenicale. I presenti si aggirano sul 10 per cento rispetto al totale. In città la cosiddetta “leva” è formata da 70-80 ragazzi: ai gruppi parrocchiali vediamo arrivare e partecipare all’incirca un dieci per cento. Poi magari ci sono annate in cui va un po’ meglio e altre dove la percentuale è minore. Si potrebbe anche dire che la presenza dei giovani nelle attività che la parrocchia organizza per loro è più consistente rispetto alla media della frequenza alle funzioni religiose. Da due anni a questa parte, quando è iniziato il cammino comune tra le parrocchie di Santena e Cambiano, i giovani hanno cominciato a svolgere attività anche fuori le mura della propria parrocchia. Con Cambiano stiamo lavorando bene e con profitto. Un lavoro comune, portato avanti anche dagli animatori dei giovani. Si è partiti con la programmazione congiunta tra le due parrocchie. I ragazzi di Santena e Cambiano hanno cominciato a conoscersi. E’ positivo. Aprire gli orizzonti, cambiare l’aria, spesso un po’ stantia, per il mondo giovanile delle parrocchie di Santena e Cambiano mi sembra stia portando frutti positivi. E questo vale per tutte le attività che si stanno portando avanti a livello di Unità pastorale».
Come viene accolta dai giovani la proposta cristiana?
«Da parte dei giovani che frequentano arrivano richieste di approfondimento rispetto ai temi della fede, soprattutto sugli argomenti che sono costantemente sotto battage mediatico. Si tratta di giovani che chiedono di essere informati e desiderano conoscere il pensiero della Chiesa, senza che sia travisato come spesso viene fatto dai mezzi di informazione. Dirò di più: molti giovani si stupiscono della trasparenza e forza delle posizioni della Chiesa, spesso ignorate dai più. Da una parte dei giovani, quelli più impegnati, arriva una richiesta di elevare il dibattito sui temi di attualità che riguardano la Chiesa, così come sui temi relativi alla comprensione della fede. Per contro, la stragrande maggioranza dei giovani sono piuttosto disinteressati non solo ai problemi della fede, ma anche sulle ragioni che si portano dentro e che guidano il loro agire quotidiano. Spesso, per tentare di interessare questi giovani, non facciamo grandi discorsi teorici, ma proponiamo incontri con persone che riteniamo abbiano qualcosa di importante da testimoniare e da trasmettere. Incontri che possono far aprire gli occhi ai giovani, ma che difficilmente li fanno diventare autonomi rispetto alla realtà che li circonda. Sulla pastorale giovanile siamo spesso combattuti sul da farsi. Si possono organizzare giochi e feste: tutte cose che vanno anche bene, ma non sono certo azioni specifiche per una parrocchia. A volte proponiamo esperienze di incontro con alcune realtà ritenute significative; il rischio è che non si vada oltre al piano del fare e che non siano esperienze che spronino i giovani a cambiare vita. Lavoriamo anche con proposte che hanno l’obiettivo di spingere i giovani all’approfondimento. Nell’attività pastorale giovanile giochiamo su questi fronti, magari proponendo soluzioni personalizzate, di gruppo e per singoli. Poi c’è anche l’incontro personale: si risponde alle domande che pongono i giovani. Si ascoltano i ragazzi, per aiutarli a capire in che direzione andare, con metodo maieutico. Occorre anche dire che noi preti possiamo proporre tutto quello che vogliamo, ma quello che conta è la risposta che arriva dai giovani. Lavoriamo anche per evitare che in ragazzi si leghino troppo a noi preti; infatti spesso quando veniamo spostati può capitare che i ragazzi lascino ogni impegno in parrocchia. Per evitare questo stiamo lavorando con gli animatori e gli auto animatori».
Nell’ambito giovanile santenese ci sono segni positivi da segnalare?
«Sicuramente è positivo il cammino che le realtà giovanili delle diverse parrocchie stanno compiendo a livello di unità pastorale. Tante sono le collaborazioni tra le parrocchie di Santena e Cambiano. Va comunque detto che la realtà giovanile parrocchiale di Santena è viva, anche se non mancano le difficoltà. Ci sono diversi gruppi, con un buon numero di giovani che si impegnano. Desidero davvero ringraziare tutti questi ragazzi che partecipano ai gruppi parrocchiali; se pur con sensibilità più riflessiva o più operativa, comunque ci sono, partecipano e accettano di mettersi in gioco. Esserci è già una cosa davvero positiva: molti giovani non sanno uscire dal ristretto orizzonte della Play station o sono preda della tastiera del computer, così come degli smarth phone. Un grazie va rivolto anche alle famiglie che consentono ai figli a partecipare alla attività parrocchiali. A Santena i giovani sono una via privilegiata delle nostre attività pastorali. Senza di loro, come parrocchia non avremo futuro. La pastorale giovani resta uno strumento privilegiato per comunicare Gesù Cristo. Tra i segnali positivi del pianeta giovani cittadino ci metterei anche il nuovo direttivo del circolo San Luigi che è appena stato rinnovato e nei prossimi giorni deciderà le cariche sociali. E’ significativo che metà dei componenti il direttivo siano giovani. Il nuovo direttivo, che è stato reso più snello si farà maggiormente carico della gestione diretta dell’intero pianeta oratorio».
Qual è la situazione dei giovani all’oratorio San Luigi?
«Io sono a Santena dal 2008 e la presenza dei giovani, da allora, è rimasta abbastanza costante. Vorrei però fare presente che l’oratorio è percepito come open space – uno spazio aperto –, per tutti. Molta gente passa in oratorio: giovani, adulti, mamme con bambini, pensionati. L’oratorio accoglie persone anche molto diverse fra loro. Gli adolescenti vengono per tirare due calci al pallone. In oratorio si svolgono molte attività rivolte ai giovani. Spesso gli animatori percepiscono l’oratorio come luogo di impegno, per offrire disponibilità e servizi, ma non come punto di ritrovo. Questa è una tendenza che si è andata confermando negli ultimi anni. Ricordo come l’oratorio sia un luogo costantemente presidiato: al bar di Villa Tana c’è Matteo, noi preti ogni tanto facciamo un giretto; in oratorio presta servizio il seminarista Cristiano Massa. Molti adulti dirigenti nelle squadre sportive svolgono in oratorio una costante azione educativa, non solo sui campi da gioco, ma anche in cortile. Le stesse mamme, con i loro bambini, nell’area giochi portano avanti azioni educative. Naturalmente l’oratorio, come ogni luogo aperto, è frequentato anche da ragazzotti che fanno un po’ i teppistelli e importunano altri loro coetanei».
Al pianeta giovani appartengono anche i fenomeni di bullismo registrati in città negli ultimi mesi.
«Da un po’ di mesi, in città, c’è un gruppetto di ragazzotti che sta combinando qualche guaio. Penso si possa parlare di bullismo. E ci sono anche atti vandalici a carico di strutture pubbliche. Io sostengo che una mano ai soggetti che manifestano qualche problema va tesa. Questo, come oratorio, è stato fatto, grazie anche alla presenza del seminarista Cristiano Massa che, in settembre, appena arrivato in città ha lavorato su questo. Ci ha provato con grande generosità. Questa, come spesso avviene, non è stata ripagata. Abbiamo teso la mano, per dire a questi soggetti che, se non si sentivano accolti da nessuna parte della città, potevano venire in oratorio. E’ chiaro che se la prova di amicizia non viene accolta e creano problemi nei confronti di altri giovani, così come alle strutture, allora occorre intervenire. A fronte di queste situazioni di disagio, vissute da alcuni giovani della nostra città, io penso che occorra un’azione coordinata da parte di una serie di soggetti e di enti: le forze dell’ordine, i servizi sociali, la scuola e la parrocchia. Si tratta di impostare interventi a favore di questi soggetti che possiamo definire problematici e non certo contro di loro. Anche nella nostra città è tempo di mettersi attorno a un tavolo per capire come si può contrastare questi fenomeni e arrivare a definire i diversi compiti legati ai vari soggetti. Tutti sono chiamati ad agire, ciascuno per la parte che gli compete. Dico anche che, a fronte di questa situazione, il compito dell’oratorio non è liberarsi dal fastidio di questi ragazzi problematici e mandarli fuori dal perimetro dell’oratorio. Così facendo non si risolve la situazione, ma si porta semplicemente questi soggetti a far danno altrove. Serve però un segnale forte: far capire a questi giovani in disagio che una serie di soggetti si prendono carico di questa situazione. Serve far capire a questi giovani che hanno il fiato sul collo da parte di alcune agenzie educative ed enti. Dobbiamo riuscire a far comprendere a questi ragazzotti che non è giusto essere irrispettosi verso i coetanei, così come non si devono far danni alle strutture dell’oratorio, alle strutture dell’area golenale, così come in nessun’altra parte della città. Poi è altrettanto chiaro che se le indicazioni non vengono recepite oppure quando si passa il limite, servono i necessari provvedimenti di legge».
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