Santena – 1° febbraio 2015 – “Botte e insulti al disabile. Denunciati due tredicenni”: questo il titolo del pezzo, a 4 colonne, pubblicato oggi dal quotidiano La Stampa.
Di seguito l’articolo integrale, pubblicato dal quotidiano torinese, a pagina 55 del fascicolo di cronaca.
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Botte e insulti al disabile
Denunciati due tredicenni
I carabinieri intervengono all’oratorio per fermare i baby-bulli
Antonella Torra
Giovanni, lo chiameremo così, 20 anni, ma gli atteggiamenti e i pensieri di un bimbo, ultimamente all’oratorio andava poco volentieri. Da qualche mese sembrava impaurito, spaventato. E dell’oratorio della parrocchia Santi Pietro e Paolo di Santena non voleva proprio più saperne. I genitori hanno cominciato a chiedere, a cercare di intuire. Finché la storia triste e terribile è venuta fuori: Giovanni veniva schiaffeggiato e deriso da un gruppo di ragazzini più piccoli di lui, 13 anni appena, che lo avevano preso di mira e approfittavano del suo handicap.
Ingiurie e percosse
Un gruppo di una decina di bulletti ai quali sono arrivati i carabinieri che hanno avviato le indagini dopo la denuncia dei genitori. I militari hanno cercato di coinvolgere gli altri ragazzini dell’oratorio, le famiglie. Alla fine due tredicenni sono stati denunciati per ingiurie e percosse: erano loro materialmente a picchiare Giovanni, gli altri erano «spettatori».
«Questi ragazzini – spiega il comandante della compagnia di Chieri, Antonello Formichella – giocano un ruolo fondamentale nelle indagini. Il loro comportamento può favorire o frenare il dilagare del fenomeno». Uno tra i primi a intervenire è stato il parroco don Nino Olivero: «Non ho mai assistito personalmente alle violenze, avevo notato comportamenti prepotenti di alcuni giovani. Li ho ripresi più volte. Il nostro oratorio è aperto a tutti, ma ci sono delle regole da rispettare. Abbiamo contattato le famiglie, cercato di coinvolgere di più questi ragazzi nelle nostre attività: Ora la situazione è tornata alla normalità, ma alcuni di questi giovani non vengono più in chiesa. E questa per noi è una sconfitta».
L’amarezza del sindaco
Anche il primo cittadino era stato informato di questi episodi. «Abbiamo coinvolto i servizi sociali per intervenire sui ragazzi e sulle famiglie – dice il sindaco Ugo Baldi -. Questi giovani frequentano la scuola media, abbiamo avvertito la dirigente scolastica di tenere gli occhi aperti anche a scuola».
Una brutta storia, in cui tutti – aggressori e aggredito – sono vittime. Molti descrivono i bulli come ragazzi in cerca di autoaffermazione, prepotenti con un seguito di gregari. La famiglia è inesistente e, quando è chiamata in causa, difende il ragazzo senza capire il problema. «Spesso succede così – dice il sindaco – anche in questo caso non tutte le famiglie dei ragazzi coinvolti hanno collaborato con noi». A essere presi di mira sono ragazzi deboli, tendenzialmente isolati e incapaci di difendersi. Come nel caso di Giovanni: ci sono voluti mesi e la sensibilità di chi gli sta vicino per mettere fine al suo incubo.
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Fonte: La Stampa – 1° febbraio 2015 – Pagina 55 del fascicolo della cronaca di Torino
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