Santena, la città ha ricordato il partigiano Giovanni Tosco detto “Gianni”

Santena – 14 aprile 2015 – Una delegazione di santenesi, si è recata a Riva presso Chieri, per rendere omaggio al partigiano Tosco Giovanni “Gianni”.

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Su iniziativa dell’associazione Le radici, la memoria, una delegazione di santenesi, con la presenza del vicesindaco Roberto Ghio, si è recata a Riva di Chieri, per rendere omaggio alla lapide che ricorda il luogo dove il partigiano santenese Giovanni Tosco, detto “Gianni” il 13 aprile del 1945 è stato catturato e ucciso dai fascisti. Fra i santenesi presenti a Riva presso Chieri, Caterina Tosco sorella del partigiano. I santenesi sono stati accolti dal vicesindaco di Riva presso Chieri Lodovico Gillio. Prima delle foto di rito i vicesindaci Roberto Ghio e Lodovico Gillio – a nome delle rispettive amministrazioni – hanno portato un breve indirizzo di saluto,.

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Di seguito, la scheda su Tosco Giovanni, preparata dall’associazione “Le radici, la memoria”.

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Santena ha dato i suoi figli migliori per la liberazione dell’Italia dal nazi fascismo

1945 – 2015

Era il 13 aprile del 1945 due giovani partigiani Tosco Giovanni, detto “Gianni” e Mazzoccato Marino, detto “Marino”, percorrevano in bicicletta il centro di Riva presso Chieri, provenienti da Moncucco Torinese e diretti a Santena, individuati, inseguiti e presi da fascisti, giunti a Riva su due autocarri provenienti da Pessione. Su un camion legati c’erano cinque giovani poirinesi rastrellati in frazione Masio.                                                                                                                      

GIanni_ToscoIl regime fascista odiato e inviso non rappresentava più nulla nella società, gli Italiani sfiniti da sofferenze, privazioni, violenze e morte, speravano ogni giorno finisse l’incubo. Gianni e Marino furono picchiati selvaggiamente e trascinati in prossimità della casa, sita in via Pessione 2, a Riva presso Chieri. I fascisti, oltre ai cinque già catturati in frazione Masio, prigionieri su uno dei due camion, hanno nelle loro mani altri due “disertori”. Sono esaltati, sparano in aria, urlano, inneggiano al Duce e al fascismo e gridano: “Vi ammazzeremo tutti!”.

I fascisti trascinano i due Partigiani contro il muro di cinta della casa. “Gianni” Tosco Giovanni resosi conto di essere alla fine chiese di un sacerdote per poter morire con il conforto dei sacramenti religiosi, gli fu negato e in modo sprezzante gli risposero: se vuoi un confessore c’è il tenente. Di fronte ai mitra spianati Gianni e Marino si strinsero in un ultimo abbraccio fraterno e caddero al suolo in una pozza di sangue, trafitti da 13 proiettili che si conficcarono nel muro alle loro spalle. Era mezzogiorno del 13 aprile 1945. Pochi giorni dopo, il 19 aprile, Chieri veniva liberata dai Partigiani: era il preludio alla fine della guerra. Oggi siamo qui perché la lotta per il riscatto e la libertà non sia mai dimenticata, che sia viva ogni giorno in noi, che il sacrificio di quei giovani sia il nostro impegno per un mondo di pace.

Decine di migliaia furono i giovani Partigiani impegnati nella lotta di liberazione dal nazi fascismo per il riscatto della dignità e dell’onore dell’Italia. 640.000 furono gli Italiani Militari Internati nei campi di concentramento. Decine di migliaia i civili incarcerati, deportati o uccisi. Migliaia i civili morti sotto i bombardamenti.

Si può perdonare, non si deve dimenticare!

W il 25 Aprile!

Santena 25 Aprile 2015
Associazione “Le radici, la memoria”

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Scarica la scheda: A Gianni Tosco 25 Aprile 2015

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Immagini gentilmente fornite dall’associazione “Le radici, la memoria”

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