Torino – 14 novembre 2015 – Nuove iniziative della Chiesa di Torino rivolte alle famiglie e alle persone in difficoltà. Le ha presentate stamattina l’Arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, nell’incontro con i mezzi di informazione.
MONS. NOSIGLIA: TESTO CONFERENZA STAMPA PER L’ILLUSTRAZIONE DI INIZIATIVE CARITAS E L’APERTURA DELLE PORTE SANTE PER IL GIUBILEO DELLA MISERICORDIA
« Cari amici,
desidero fare il punto su una serie di iniziative concrete che vedono
la nostra Chiesa, insieme alle Istituzioni, promuovere una rete di
sinergie positive a favore delle persone e famiglie in difficoltà.
1. IL PROBLEMA CASA E LAVORO
Abbiamo firmato da poche settimane un accordo che intende avviare e regolamentare una concreta azione di accoglienza di famiglie in estremo bisogno di una casa. Questo problema rappresenta una delle criticità più acute della nostra Città. Si tratta di un accordo che vede la stretta collaborazione tra il Comune e la Diocesi e si avvarrà, per la gestione, della Fondazione Operti, d’intesa con gli Uffici diocesani dell’area interessata.
La Diocesi, attraverso i vari servizi che svolge nel sociale, in accordo con la Città, provvederà anche ad accompagnare le famiglie coinvolte su percorsi di autonomia, necessari a promuovere condizioni appropriate che ne garantiscano in prima persona il domani. Di questo problema, come di quello del lavoro, si stanno occupando sia la Caritas che l’Ufficio di pastorale dei Migranti, la Operti e l’Ufficio di pastorale del lavoro, usufruendo dell’apporto delle risorse che ci ha donato il Santo Padre, come abbiamo a suo tempo indicato. Di questo speciale impegno sarà data ogni opportuna documentazione.
2. EMERGENZA FREDDO
In questi giorni abbiamo rinnovato la disponibilità degli scorsi anni per strutture temporanee di accoglienza notturna per senza dimora durante il periodo invernale. Potremo già garantire una cinquantina di posti. Rinnovo per questo l’appello, in particolare alle parrocchie, alle realtà anche civili, a quelle di altre confessioni cristiane e a quelle laiche, ad aprire spazi di accoglienza notturna per tanti fratelli e sorelle senza dimora. La scelta è sempre quella di predisporre piccoli gruppi o singoli, per poter stabilire una relazione meno anonima e più personalizzata.
3. I POVERI A VENARIA REALE
Desidero anche ricordare che, d’intesa e su invito del sovrintendente della Reggia di Venaria Reale, il dott. Mario Turetta, i nostri amici senza dimora andranno a visitare la Reggia a gruppi, perché, come già avviene per il Teatro Regio, i poveri hanno diritto di poter nutrire il proprio spirito di cultura e di bellezza, come ogni altro cittadino.
Il pane con cui sfamarsi, il luogo dove dormire o la casa dove abitare e il lavoro sono beni indispensabili, ma lo sono anche la possibilità di gustare il cibo della cultura, dell’arte, della musica e della bellezza.
4. RIFUGIATI E RICHIEDENTI ASILO
Sul piano degli immigrati e rifugiati credo che la nostra Città possa vantare un tessuto e una volontà di cooperazione paradigmatici, avendo stabilito un raccordo stretto tra Prefettura, Comune, Regione e Diocesi (Uffici pastorale dei Migranti e Caritas). La cultura dell’accoglienza e il rifiuto di quella dello scarto fanno parte del DNA di questa Città fin dai tempi dei nostri Santi sociali e oggi, di fronte alle nuove sfide che dobbiamo affrontare, stanno dando ancora e sempre nuovi e sorprendenti frutti.
Nessuna città e Diocesi può vantare uno slancio di generosità e disponibilità di centinaia di famiglie (ad oggi, oltre centottanta) di unità pastorali e parrocchie (un centinaio), Istituti religiosi e strutture diocesane – compreso il Seminario ed il Vescovado – (per circa una trentina di posti), che si sono rese disponibili ad accogliere il mio invito e quello del Papa e che stanno crescendo di settimana in settimana, segno che la base popolare è molto sensibile nel fare sacrifici e assumersi responsabilità efficaci e concrete anche in questo campo.
5. “UN POSTO ALLA MENSA DI CASA NOSTRA”
Come già per il 2015 torno a invitare soprattutto le famiglie a mettere in atto un segno di misericordia e fraternità: durante le PROSSIME FESTIVITA’ NATALIZIE accogliendo una persona o un piccolo nucleo che vive in situazione di povertà per CONDIVIDERE UN PRANZO nella propria casa. Lo scopo non è solo rispondere a un bisogno immediato dei poveri, ma avviare un’opportuna buona relazione di conoscenza e incontro fraterno.
Si possono seguire TRE STRADE:
a). La prima riguarda la parrocchia: se questa è in grado di farsi carico di organizzare sul proprio territorio tale scambio fraterno, magari facendo riferimento alla Caritas parrocchiale, alla San Vicenzo o ad altra associazione che opera con i poveri, potrebbe essere la regista diretta della raccolta delle disponibilità, cui abbinare l’opportunità di una persona accolta dai propri servizi caritativi. Se fosse utile, la Caritas diocesana potrà aiutare la parrocchia a progettare ed organizzare l’iniziativa in loco.
b). La seconda riguarda più in generale le famiglie, che abbiano o meno un riferimento parrocchiale. La famiglia che decide di accogliere l’opportunità di ospitare una persona in difficoltà per il pranzo e non conosce direttamente situazioni di povertà vicine può segnalare la disponibilità alla nostra Caritas diocesana, inviando una mail all’indirizzo caritas@diocesi.torino.it o telefonando al numero 011.5156350 (nei giorni lavorativi, solo al mattino). In Caritas sarà a disposizione un coordinamento che, ricevuta la disponibilità della famiglia, si farà carico di ricontattarla per costruire insieme un percorso concreto (per quale giorno sarà l’invito, per quanti, in che zona, ecc.), in modo da predisporre al meglio ogni cosa. Il carico per la famiglia accogliente sarà di offrire il pranzo, di essere disponibile ad accogliere l’altro alla pari, di essere disposta ad andare a prendere l’ospite dove si converrà. Per ragioni organizzative è necessario offrire la propria disponibilità entro e non oltre mercoledì 16 dicembre 2015, prima che inizi la Novena di preparazione al Natale
c). La terza riguarda il caso di una famiglia che ha già contatto con qualche fratello in difficoltà. In tale caso il cammino diventa ancora più semplice, senza bisogno di passare attraverso nessuna mediazione. Basta la volontà di fare il passo verso l’invito diretto.
Non è obbligatorio puntare solo sul giorno di Natale: abbiamo a disposizione tutte le feste che dettagliano il mistero dell’Incarnazione e che ci accompagneranno fino all’Epifania.
6. IL GIUBILEO NELLA DIOCESI DI TORINO
Desidero anche informare circa alcune iniziative del prossimo Anno giubilare della misericordia. Apriremo due porte Sante:
a). Domenica 13 dicembre, nel pomeriggio alle ore 15,30 si aprirà a Torino in Cattedrale la PORTA SANTA DEL GIUBILEO, attraverso la quale, durante l’anno, passeranno tanti pellegrini ogni sabato pomeriggio (ragazzi e giovani cresimandi) e ogni domenica pomeriggio (le Unità pastorali, suddivise per distretto). Passata la Porta Santa si celebrerà in Cattedrale una Liturgia della Parola sulla misericordia e si avrà la possibilità di accedere al sacramento della Riconciliazione. Saranno anche promossi pellegrinaggi per disabili e malati, come per la Sindone. D’intesa con la Sovrintendenza si provvederà ad attrezzare la Cattedrale con un adeguato scivolo per permettere a tutti di passare la Porta Santa.
Ricordo che il passaggio della Porta Santa offre al pellegrino la speciale grazia dell’Indulgenza plenaria, alla condizione che il singolo fedele celebri il sacramento della Penitenza e dell’Eucaristia, reciti la professione di fede (il Credo), dica una preghiera secondo le intenzioni del Papa. Il Papa invita poi in modo speciale a riflettere sulle e compiere le opere di misericordia verso il prossimo. Tali opere sono corporali e spirituali. Le prime: dare da mangiare a chi ha fame; da bere a chi ha sete; vestire chi è nudo; accogliere gli stranieri e i senza tetto; visitare i malati; visitare i carcerati; seppellire i morti. Le seconde: consigliare i dubbiosi; insegnare agli ignoranti; ammonire i peccatori; consolare gli afflitti; perdonare le offese; sopportare pazientemente le persone moleste; pregare Dio per i vivi e per i morti. L’indulgenza plenaria è applicabile come suffragio anche per i propri defunti.
b). Domenica 20 dicembre alle ore 12,30 si aprirà una SECONDA PORTA SANTA. Sarà quella interna della chiesa del Cottolengo, alla Piccola casa della Divina Provvidenza, dove ogni giorno più di 500 persone vanno alla mensa, centinaia al Centro di ascolto, molti disabili trovano accoglienza nei vari gruppi diurni di ospitalità, oltre a tutti gli anziani che dimorano nelle diverse case di accoglienza. In esso ha sede anche il grande Ospedale e diverse realtà rivolte a minori e famiglie. Questa iniziativa al Cottolengo vuole sottolineare che una Porta Santa da passare per avere la salvezza, per il cristiano , ma anche per ogni uomo e donna di buona volontà, è quella dei poveri: essi ci introducono alla vera vita in Gesù Cristo, ci fanno da guida verso il nostro Signore e ci comunicano il suo amore più grande.
Dopo quest’apertura seguirà alle 13 un momento conviviale con la partecipazione dei poveri e delle personalità del nostro territorio in ambito istituzionale, economico e finanziario, culturale, sociale e del volontariato. Vogliamo che si attivi una conoscenza diretta e un incontro fraterno con i poveri, nell’ascoltarli e dialogare con loro allo stesso tavolo, per scoprire quanto grande sia la loro umanità e i valori di cui sono ricchi e possono offrire a tutti. Anche questo fa parte delle opere di misericordia che il Giubileo ci invita a compiere.
Infine, il 9 aprile 2016 la Diocesi ha promosso un pellegrinaggio a Roma per ringraziare Papa Francesco della sua visita a Torino e celebrare l’Anno Santo in San Pietro, sulle tombe dei martiri. L’udienza col Papa è fissata per le ore 11. Seguirà il passaggio della Porta Santa della basilica vaticana, nella quale alle ore 15 celebreremo la Santa Messa. L’Opera diocesana pellegrinaggi ha promosso diversi itinerari per favorire quanti intendono partecipare. Le parrocchie possono essere il punto di riferimento più immediato per prenotarsi.
7. UN INVITO RIVOLTO A TUTTI
I segni di prossimità che la nostra Chiesa diocesana sta ampliando e rafforzando richiedono, anzitutto e soprattutto, una presenza forte e convinta di volontari che sappiano mettere a disposizione tempo, competenze e passione. Il Centro diocesano Caritas “Le due Tuniche” è ogni giorno stracolmo di persone, che a volte formano file lunghe, essendo aumentate di molto. Ne apriremo dunque un secondo entro breve tempo.
Abbiamo perciò bisogno per questo – e per tante altre realtà caritative e di solidarietà – di persone disponibili a mettersi in gioco nel servizio volontario. Per tale ragione chiedo a quanti possono, anche se con sacrificio, offrire un po’ di tempo e una normale attenzione all’ascolto dell’altro, di farsi avanti, contattando la Caritas diocesana. Un bel modo per farsi dono agli altri e per riuscire a migliorare la concreta vicinanza ai fratelli più fragili. Ma anche un dono per se stessi, perché più si dà e più si riceve.
Con vivo augurio per l’Avvento vi benedico.
Cesare vescovo, padre e amico »
(Torino, dall’Arcivescovado, 14 novembre 2015; presentato alla stampa in via XX settembre 83, alle ore 11,45)
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Fonte: Ufficio comunicazioni sociali Diocesi di Torino
Immagine: http://www.diocesi.torino.it
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