Don Riccardo Florio, un mese a servizio dei parrocchiani di Santena e Cambiano

Santena – 18 novembre 2015 – Da poco più di un mese don Riccardo Florio è viceparroco a Santena e Cambiano. Di seguito, una breve intervista.

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«Le impressioni che ho maturato in questo primo mese di servizio a Santena a Cambiano? Sono due comunità vive – racconta don Riccardo Florio – le persone a cui ho chiesto di impegnarsi si sono rese subito disponibili. Molti addirittura sembrano in attesa di sapere quello che devono fare. E questo è un aspetto molto positivo. Quello che forse è un po’ problematico è la mole, smisurata, di riunioni che ci sono. Sono davvero tante». Don Riccardo aggiunge: «Comunque, un po’ alla volta, molte cose stanno andando a posto, tranquillamente. Le comunità di Santena e Cambiano hanno usi e tradizioni un po’ differenti. Una delle cose che si deve sottolineare, e sia io, sia il parroco don Beppe, lo facciamo sempre in tutte le riunioni, è che sarebbe bene camminare insieme. Anche qui ci sono piccoli segni che testimoniano che si sta andando in questa direzione. Ad esempio con l’attività a favore di ragazzi, le cresime fanno un percorso comune… E anche il servizio che portano avanti il diacono Andrea e il seminarista Michl segue questa direzione. Proprio su questo aspetto, sul camminare insieme, la gente mi dice che, forse, non è stata preparata a questo cambiamento e a lavorare in questa direzione. Ecco, in questo primo mese, mi è sembrato di percepire, in molti, questa fatica, questa difficoltà».

DDonRiccardoFlorio_2015ottobreSantena«Con il parroco don Beppe e con il viceparroco don Mauro – prosegue don Riccardo – ci siamo distribuiti i compiti. Ad esempio ognuno segue una fascia diversa di giovani e ragazzi. L’obiettivo è stare vicino a tutti, per arrivare ad avere maggiore sintonia e buoni rapporti. Sono tutte cose che si costruiscono solo con l’accrescere della fiducia e con il passare del tempo». «Nelle due comunità di Santena e Cambiano gli oratori sono due realtà pastorali importanti – continua don Riccardo –. Sono anche poli sportivi aggregativi importanti. Sono strutture vive. Il problema è come riuscire a far camminare queste realtà in sintonia e in comune unione con l’insieme di tutta la parrocchia. A me, come a don Beppe, piacerebbe tanto nascessero animatori della polisportiva. Tanti gruppi presenti nelle due parrocchie rischiano di essere isolati perché hanno perso i legami con la comunità parrocchiale».

Don Riccardo aggiunge: «In parrocchia ci sono tanti impegni da seguire e non mi resta molto tempo per girare Santena e Cambiano. Quando però vado in giro la gente mi saluta e questo mi piace. Si è subito realizzato un rapporto di affetto. La gente mi chiede come mi trovo qui a Santena e a Cambiano. Santenesi e cambianesi mi fanno capire che si interessano a me. Percepisco che i parrocchiani sono preoccupati di me e mi sento accolto. C’è un’altra cosa che mi ha colpito in questo primo mese di permanenza qui a Santena e a Cambiano: la schiettezza della gente. Vengono a me, con poca o tanta riverenza, e poi subito mi dicono che hanno qualche cosa da riferirmi. Si confidano. Mi raccontano quello che percepiscono. Mi fanno presente alcuni aspetti della loro vita. Si aprono. Questa la reputo una cosa buona e mi aiuta a rapportami con la gente. E, naturalmente aiuta anche i parrocchiani a sentirsi meglio».

Don Riccardo chiude così la breve chiacchierata: «I giovani? Sto iniziando a conoscerli un po’ meglio. Vedo due cose. Da un lato, un po’ come in tante realtà parrocchiale, ci sono tanti gruppi e alla fine c’è il rischio che si creino microgruppi, fine a se stessi, che hanno perso il legame con tutta la comunità. E qui il rischio è che si perdano, magari seguendo le orme dei cosiddetti leader: dove va uno vanno anche tutti gli altri. C’è anche un’altra cosa che mi ha colpito. Quando vado in giro a Santena e a Cambiano, specialmente la sera, vedo tanti giovani bighellonare. Mi sono già chiesto che cosa possa e debba fare la nostra parrocchia per arrivare a loro…».

Da sinistra: don Riccardo, don Mauro Grosso, don Beppe Zorzan
Da sinistra: don Riccardo Florio, don Mauro Grosso e il parroco don Beppe Zorzan

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