Santena – 1° maggio 2016 – Nei giorni scorsi si è riunito un tavolo di lavoro sul disagio dei minori.
Attorno al tavolo c’erano: l’amministrazione comunale, l’Istituto comprensivo, il Consorzio dei servizi socio assistenziali del chierese, la parrocchia, i genitori dell’associazione Santena Make e le forze dell’ordine. Il sindaco Ugo Baldi, informa: «L’ho detto in apertura. Non è un tavolo per parlarci addosso. Abbiamo bisogno di arrivare ad atti concreti riferiti ai minori con situazioni di disagio. Per questo ho chiesto di concretizzare qualche piccola iniziativa per prevenire e ridurre alcune situazioni di disagio a carico dei minori, presenti in città». «Da parte dei soggetti presenti – aggiunge il sindaco Ugo Baldi – ho percepito una buona disponibilità a mettersi in gioco, a partire dalla dirigente dell’Istituto scolastico, sino alla componente genitori. Anche dalla parrocchia sono arrivati segnali incoraggianti. Da un lato occorrerà quanto prima arrivare a individuare i minori più problematici per aiutarli, agendo anche sulle famiglie. Sarà necessario far ripartire una esperienza di educativa di strada, esperienza che in città si è conclusa anni fa. In qualche modo occorrerà trovare i fondi necessari. Due i campi di intervento: da un lato i soggetti più problematici, a esempio coloro che si sono resi responsabili degli atti di vandalismo al distributore della farmacia; dall’altra non dobbiamo tralasciare gli interventi di prevenzione rivolti in generale a minori e ai giovani».
Gianni Ghio, presidente del Consorzio socio assistenziale del Chierese, spiega: «Intanto con questo tavolo sui minori si è preso atto che esiste un problema e che in qualche modo dobbiamo intervenire. Esistono ragazzi che cercano di soverchiare gli altri, chiamiamoli come vogliamo, bulli o meno, il problema però esiste. Non credo ve ne siano molti però, è innegabile che il fenomeno c’è. E va arginato. Intanto con il tavolo ci proponiamo, lavorando con la scuola e con tutti gli atri soggetti presenti sul territorio, di arrivare a questi soggetti più problematici per capire le cause di questo fenomeno. Dobbiamo capire il percorso seguito da questi ragazzi per poterli aiutare in modo mirato. E, per essere efficaci, gli interventi devono essere mirati».
«A livello di Consorzio abbiamo due strumenti che potrebbero tornare utili – spiega Gianni Ghio – l’Iniziativa una famiglia per una famiglia, e l’educativa di strada. Una famiglia per una famiglia è una forma innovativa di intervento sociale, pensata per sostenere famiglie che vivono un periodo di difficoltà nella gestione della propria vita quotidiana e nelle relazioni educative con i figli. L’idea alla base è molto semplice e valorizza le esperienze di sostegno e aiuto informale che, storicamente, sono sempre esistite: una famiglia che vive un periodo critico è affiancata da un’altra ed entrambe si impegnano reciprocamente con la definizione di un patto di solidarietà, per un periodo di tempo definito. Si tratta di una forma di prossimità basata sullo scambio, la relazione e la reciprocità tra famiglie: tutti i componenti apportano un contributo diverso al progetto, in relazione al ruolo ricoperto in famiglia, al genere e all’età. Si cammina insieme, superando in compagnia il tratto di sentiero più accidentato». Gianni Ghio chiude: «Un altro campo di intervento è quello dell’educativa di strada, fondamentale per arrivare a dialogare e instaurare un rapporto con i giovani più problematici e avviare percorsi che aiutino i soggetti che manifestano maggiori difficoltà di relazione con i loro coetanei, con le loro famiglie e con le regole di convivenza civile nella nostra società. Per il progetto una famiglia per una famiglia e per l’educativa di strada il Consorzio può mettere a disposizione le risorse per avviare questi interventi. L’importante è che dopo la fase di analisi, avviata con il tavolo, tutti i soggetti presenti sul territorio accettino di mettersi in gioco e si parta con azioni concrete».
Lidia Pollone, assessora alle politiche sociali, educative e di sussidiarietà, spiega: «Per prima cosa si è concordato sulla necessità di interventi puntuali e tempestivi sui soggetti che manifestano in modo eclatante problemi di disagio. In particolare sui soggetti responsabili di atti vandalici. Questi ragazzi vanno individuati e dovremo predisporre interventi anche sulle loro famiglie. Detto questo mi sembra importante che sulla realtà del disagio giovanile tutti gli attori intervenuti al tavolo abbiano rilevato la necessità di lavorare in sinergia e fare rete».
Rosella Fogliato, consigliera comunale con incarichi in politiche per la famiglia, afferma: «Nell’incontro è emerso che il problema del disagio giovanile è presente non solo a Santena, ma un po’ in tutti i Comuni della zona. Si è concordato sulla necessità di avviare un lavoro di prevenzione, con percorsi di sensibilizzazione su questo tema, con interventi continuativi rivolti ai ragazzi delle medie e dei primi anni delle superiori e alle loro famiglie. Scopo del tavolo individuare alcuni obiettivi, concreti, perseguibili, individuando i soggetti che li porteranno avanti. Tra gli strumenti indicati una educativa di strada. Tra le cose messe in agenda un progetto dell’Istituto scolastico cittadino che coinvolga i genitori per sensibilizzare attorno alla realtà del disagio dei minori. Tutto questo senza dimenticarsi che, nei casi di disagio forte, gli interventi dovranno essere un tantino più incisivi, mirati ai soggetti che oggi manifestano maggiori problemi».
Francesco Maggio, consigliere comunale con incarichi in materia di politiche giovanili: «Si tratta di un tavolo sicuramente utile perché riunisce tutti i soggetti presenti in città che in qualche modo hanno a che fare e possono dare una mano per intervenire nell’ambito del disagio giovanile. Si è anche chiarito che occorre distinguere due livelli di interventi: le azioni nei confronti dei soggetti più problematici e il lavoro di sensibilizzazione da portare avanti con il mondo giovanile in generale».
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Fonte immagine: loradelsalento.diocesilecce.org
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