Santena, quale ruolo dell’amministrazione comunale nel rilancio del complesso cavouriano – Intervista a Edoardo Tamagnone

SANTENA – 16 luglio 2009 – «In vista del 2011 l’amministrazione comunale deve darsi una mossa se vuole contribuire al rilancio del complesso cavouriano». Questo il senso della chiacchierata con Edoardo Tamagnone, ex assessore alla Cultura, messo forzatamente a riposo dal sindaco Benny Nicotra.

Camillo Benso conte di Cavour
Camillo Benso conte di Cavour

Edoardo Tamagnone spiega: «Nel passato, in vista dell’appuntamento del 2011, si è discusso sul ruolo che dovrebbe avere l’amministrazione comunale e il Comune di Santena per rilanciare il complesso cavouriano. Di recente questo tema è stato affrontato dal consiglio comunale. Poche sedute fa il sindaco – tra le altre cose – aveva affermato che i tempi non erano ancora maturi per prendere decisioni in merito perché eravamo in attesa del rinnovo della presidenza della Fondazione. La sostituzione è avvenuta e ora credo si debba procedere celermente per non perdere altro tempo; il 2011 è davvero molto vicino».

«Io suggerirei al sindaco e per il prossimo consiglio comunale preparerò una mozione in tal senso –  spiega Edoardo Tamagnone – di incontrare e instaurare un dialogo con il nuovo presidente dalla Fondazione.  L’obiettivo della riunione sarà rappresentare le esigenze del Comune in vista delle ormai prossime celebrazioni cavouriane. Occorrerà lavorare di concerto con la Fondazione, con il Comune di Torino e con gli Amici della Fondazione per ottenere il miglior risultato possibile. Al nuovo presidente della Fondazione andrà manifestata la disponibilità del Comune a entrare tra i soci della Fondazione, ovviamente portando in dote qualche impegno e anche un po’ di risorse. In questi giorni, dopo la nomina, è ripartito l’iter di revisione del nuovo statuto della Fondazione che normerà l’ingresso dei nuovi soci. Se l’amministrazione comunale intende portare il suo contributo al rilancio del complesso cavouriano dovrà programmare una serie di iniziative. Naturalmente andranno definiti i beni e i servizi, di rilevante entità, che Santena può mettere a disposizione del complesso per motivare il nostro ingresso nella Fondazione Cavour».

edoardo-tamagnone-16lug09Edoardo Tamagnone delinea le mosse che potrebbe compiere l’amministrazione comunale, capitanata dal sindaco Benny Nicotra: «Io proporrei di muoverci in questo modo. Innanzitutto occorre nominare questo benedetto Comitato Santena 2011. Il comitato si dovrà relazionare con la Fondazione, con la Regione Piemonte, con l’associazione Amici e con la città di Torino. Prima di questo c’è un’azione propedeutica: direi che è urgente che si torni a dialogare, con civiltà, con tutti gli attori che ruotano attorno al nostro complesso cavouriano. Per il futuro sarebbe anche bene evitare diktat o altre forzature che si sono registrate negli ultimi mesi».

Tamagnone continua: «Un altro tema da affrontare è quello della riapertura del parco Cavour. E’ una questione annosa però per individuare una soluzione non si può prescindere dalla complessità della vicenda. Occorre poi evitare pericolose scorciatoie: il sindaco, anche in questi giorni, ha chiesto di potersi fare carico della vicenda, dicendosi pronto a riaprire i cancelli. Io credo che l’amministrazione comunale farebbe bene a ponderare meglio l’eventuale trasferimento delle competenze relative alla manutenzione del parco. Questa settimana, il vicesindaco di Torino, Tom Dealessandri, ha ricordato che il complesso Cavouriano necessità di 500mila euro l’anno. Tutti sanno che il Comune di Santena non sarebbe in grado di trovare tutte queste risorse nell’ambito del bilancio comunale. Ricordo che la nostra amministrazione, a inizio anno, non è stata  in grado di stanziare una somma superiore ai 10mila euro per la raccolta della neve: dunque appare evidente che Santena non potrà mai mettere a bilancio 500mila euro per il complesso cavouriano».

«Io penso sia più ragionevole che l’amministrazione comunale nomini un rappresentante all’interno della Fondazione – aggiunge Edoardo Tamagnone – e apra un dialogo per definire una convenzione che regoli le condizioni di utilizzo del parco e degli altri beni del complesso cavouriano. Dovremo sederci attorno a un tavolo anche con l’assessore Fiorenzo Alfieri del Comune di Torino. Inoltre i rappresentanti del Comune di Santena dovranno avere un minimo di autonomia per poter arrivare a una soluzione concordata. Di tutto c’è bisogno in questo momento, meno che di un nuovo taglio di lucchetti, come ha minacciato questa settimana il sindaco in piazza Palazzo di Città, nientemeno davanti al vicesindaco di Torino».

Tamagnone aggiunge: «Prima che Benny mi togliesse le deleghe alla Cultura, avevo incontrato l’assessore Alfieri prospettandogli una collaborazione che prevedeva la destinazione di risorse importanti per il complesso cavouriano. Come assessore alla Cultura avevo intenzione di chiudere con tutta una serie di manifestazioni come Miss e mister Santena e serate simili per arrivare a calendarizzare una serie di appuntamenti nel complesso cavouriano. Oggi la situazione è molto diversa: nell’amministrazione guidata dal sindaco Nicotra la figura di un assessore alla Cultura non esiste più, anzi manca addirittura un referente. In un contesto del genere sarà ben difficile che l’amministrazione riesca a contribuire al rilancio del complesso cavouriano».

Edoardo Tamagnone conclude: «Prima della revoca della delega alla Cultura un minimo di dialogo tra me e il sindaco era presente; ora tutto si è interrotto. Nicotra non mi rivolge più la parola. Da notizie che ho attraverso i giornalisti, ha riferito che, forse, a settembre potrebbe restituirmi le deleghe. A queste dichiarazioni credo poco. Comunque per il futuro non mi attendo nulla di positivo.  La revoca delle mie deleghe è stato un provvedimento punitivo, in relazione alla posizione che ho assunto in occasione della vicenda che ha visto il sindaco mettersi in aspettativa nel tentativo di far pagare al Comune la parte previdenziale. Quando la vicenda è arrivata in consiglio lui ha annunciato una retromarcia retroattiva, poi ha strumentalizzato le vicende elettorali in occasione del rinnovo del governo provinciale e mi ha ritirato le deleghe. Una scelta arbitraria, mai minimamente motivata in modo credibile. Dunque ben difficilmente il sindaco tornerà sui suoi passi, a meno che venga costretto dalle iniziative che ho dovuto intraprendere per difendermi davanti al torto che ritengo di avere subito» .