Santena – 21 maggio 2016 – Un Amico si congeda. L’orgoglio di una comunità si manifesta nei beni comuni e nella sua memoria. Vent’anni fa un moto d’onore spinse i Santenesi a non rassegnarsi alla chiusura del Castello. Gli asparagi sono vivi e vegeti, mentre crescono insicurezza e antieuropeismo.
1) 6 giugno 2016 Santena, da vent’anni è un baluardo contro l’espropriazione della memoria storica del processo culminato nella realizzazione dello Stato unitario per opera delle generazioni che ci hanno preceduti. Nell’unica cerimonia nazionale che ricorda l’opera di Camillo Cavour, il relatore ufficiale sarà Alessandro Barbero, professore, storico, scrittore, apprezzato divulgatore e comunicatore. Nella serata, per brevi impercettibili attimi, Santena diventerà capitale di un’Italia in cui le attese e le speranze degli antenati si legheranno con quelle delle giovani generazioni. Poi sarà festa. Gli Amici di Camillo Cavour ricorderanno i 20 anni di lavoro volontario svolto per ricordare pagine gloriose di Storia patria e per promuovere il patrimonio culturale che la nostra città ha l’onore di ospitare. L’ingresso, come tradizione, è libero e gratuito. L’inizio è alle ore 18,30, davanti alla Tomba.
2) La collina di Santena Ciao. Il 6 giugno, distribuivo l’acqua al banco degli Amici di Cavour. Di lì a poco avrei trovato un bel lavoro, magazziniere per un’impresa di costruzioni, a tempo indeterminato. Ero contento. Ho sempre amato l’aria aperta, non l’ufficio. Avete ragione sono andato via troppo presto! Quest’anno non ci sarò. Era gennaio, nel cortile, appoggiata al garage, c’era la bicicletta di quand’ero bambino. Sono salito, pedalavo forte, ero tutto sudato. Voltandomi non ho più visto nessuno. C’era la nebbia. Allora ho frenato e agli amici ho gridato “Sbrigatevi, lo sapete che non mi piace star solo”. Poi ho dovuto partire. Scusate la mia assenza, ma se avete bisogno ci trovate, io e il nonno, dalle parti della Fornace. Alessandro Rossi, magazziniere, partito all’età di 35 anni, il 31 gennaio 2016.
3) Inviolabilità del domicilio Promuove l’Italia dei Valori di Di Pietro. Non è un referendum ma una proposta di legge popolare. Bastano 50.000 firme. Si raccolgono nelle strade e nei Comuni. Nei mercati, delle zone pianeggianti della Città Metropolitana Torinese, le file sono consistenti, segno che l’interesse per la sicurezza delle persone comuni è vero e sentito. Obiettivo: punire più severamente la violazione del domicilio, accrescere la possibilità di legittima difesa, dei beni e dei propri cari, all’interno del proprio domicilio senza incorrere nell’eccesso colposo, evitare che l’aggressore si trasformi in vittima, chiedendo addirittura il risarcimento dei danni.
4) No, Sì o Ma La Curia, orba di laici, spesso sbaglia quando interferisce nei rapporti tra cittadino e Stato. Le figuracce, lontane e vicine, riconducono alla separazione dei poteri che videro protagonisti Camillo Cavour e Pio IX. Allora si disputava di liberare la Chiesa clericale dal peso del potere temporale per evitare intrallazzi e compromissioni con il potere politico, interno e estero. Non essendo al passo dei tempi, il Papa fece orecchie da mercante, causando tanti danni. Pur in ritardo, il Concilio Vaticano II ha rimediato agli errori. Adesso si opera per sottrarre la Chiesa, Popolo di Dio, dalle unghie del potere più disinvolto. Per questo è il caso di distinguere nei referendum e nelle leggi tra ciò che è di Dio e ciò che è di Cesare. Per fortuna la CEI di Bagnasco sventa le tentazioni del referendum sulle unioni civili.
5) Veneti Filo-Russi Ecco l’elenco (La Stampa 21/5 p.21) degli Stati che hanno riconosciuto la Crimea tornata ai Russi. Regione Veneto, Corea del Nord, Siria, Zimbabwe, Uganda, Kirghyzstan. I mancati affari, l’antieuropeismo, le ideologie, l’embargo contro la Russia incidono sulle coscienze. Venti di tempesta soffiano sulla casa comune europea e sull’euro.
6) Notizia bugiarda “Per questa e per la prossima settimana non ci saranno asparagi a Santena” questa la falsa notizia riportata da “La Stampa” del 17/5, che tanto scalpore ha sollevato. La colpa non è di Massimo Gramellini, ma per asparagicoltori e ristoratori la gavata è stata grave, per i danni che può causare. E’ vero, la grandinata di sabato 14 ha causato danni rovinando i germogli rimasti in campo quel pomeriggio. Ma mercoledì 18 la produzione è ripresa. La campagna 2016 prosegue e si stima che arrivi fino a giugno, clima permettendo.
7) Parigi o Canale Cavour Nel covo degli Amici di Cavour di Santena la discussione è aperta. E’ più importante il 150° anniversario del Congresso di Parigi o del Canale Cavour? Apparentemente non c’è partita. Parigi vince, perché sancì la guida del processo di Unificazione, a livello nazionale e mondiale, del Regno di Sardegna, governato da Camillo Cavour. Una leadership conquistata già al momento della decisione della partecipazione alla Guerra di Crimea, sulla base della consapevolezza che in ballo c’era il controllo del Mediterraneo, in vista della apertura del Canale di Suez e della rivoluzione globale delle vie di traffico. Eppure il dubbio aleggia. Il Canale Cavour è un’opera imponente per il trasporto della fonte di energia più importante, l’acqua: dal Po al Ticino, lunghezza 82 Km, scavalcante fiumi e strade, realizzata in tre anni. L’acqua, simbolo del Ri-sorgimento, allora assumeva caratteri divini. Nel 1859 all’inizio della Guerra, grazie all’Ingegner Noè, cognome di biblica memoria, Camillo, novello Mosè, scatenava le acque, in cui s’impantanavano e ingolfavano gli aggressori Austriaci, novelli Egizi, avanzanti su Torino. Dunque Parigi o Canale? Per definire l’eroica contesa, provi una persona normale oggi, d’intesa con i suoi amorevoli vicini di casa e con le necessarie autorizzazioni comunali, a realizzare in soli tre anni, la fogna, l’illuminazione e l’asfaltatura del breve vicolo in cui coabita. Provi e si accorgerà che si fa prima a scatenare una guerra.
Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 21 maggio 2016
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Fonte immagine: Congresso di Parigi – Wikipedia. Il Congresso di Parigi. Il primo delegato a sinistra è Cavour (Regno di Sardegna), il terzo Buol-Schauenstein (Austria). Seduti: da sinistra, Orlov (Russia) e, al di là del tavolo, Manteuffel (Prussia); al di qua del tavolo Walewski (Francia),Clarendon (Gran Bretagna) e Aali[1] (Impero ottomano). L’ultimo personaggio a destra in piedi è l’ambasciatore piemontese Villamarina[2].
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