L’Ages è in coma: la denuncia delle rappresentanze sindacali unitarie

SANTENA – 19 ottobre 2008 – “L’Ages è in coma”, è il titolo del volantino distribuito questa mattina all’uscita dalle messe dalle rappresentanze sindacali unitarie Cgil, Cisl e Uil Ages. Di seguito il testo.

Volantinaggio all'uscita dalla chiesa
Volantinaggio all’uscita dalla chiesa


Lo stabilimento Ages di Santena sta morendo lentamente. Il crescente utilizzo della cassa integrazione svuota i reparti, rallentando la produzione in maniera drastica. Nonostante stia terminando il terzo anno di cassa integrazione, non ci sono e non si intravedono miglioramenti ed incrementi produttivi. Delle nuove commesse di lavoro, auspicate a suo tempo dalla proprietà, non c’è traccia. Dire che siamo preoccupati è dire poco. Noi lavoratori abbiamo affrontato tre anni di sacrifici in termini di salario ridotto (e non solo) e non vogliamo che questi sacrifici vadano vanificati.
In questi giorni la direzione ci ha comunicato che intende chiedere il quarto anno di Cigs, ma in termini di prospettive non sappiamo cosa succederà sin dal prossimo mese. E la cosa più grave è che neanche l’azienda sa cosa fare. Noi sappiamo soltanto che non riusciamo più a sopportare questa incertezza. Il nostro futuro e quello delle nostre famiglie resta appeso a un filo sottile.
Lo stabilimento Ages di Santena, al 2005 – data di arrivo della nuova proprietà – aveva un organico di circa 500 lavoratori e oggi, 16 ottobre, lo stabilimento conta 363 lavoratori. Questo significa che attraverso l’utilizzo della mobilità, dei pensionamenti e delle dimissioni volontarie, sono già usciti circa 150 lavoratori.
Nonostante questi numeri che hanno ridotto notevolmente l’organico l’azienda, nel nuovo piano di ristrutturazione, prevede un ulteriore ridimensionamento di circa 150 lavoratori. Noi pensiamo che dopo tre anni di cassa integrazione – ed il terzo anno deve ancora essere riconosciuto e autorizzato – il quarto anno di Cigs, vista la mancanza di liquidità, di capacità e di credibilità nell’acquisire nuovi prodotti (che ci permetterebbero di farci lavorare dignitosamente) servirà soltanto a prolungare questa agonia.
Con questa denuncia pubblica i lavoratori e i rappresentanti sindacali intendono rivendicare il diritto a un lavoro, indipendentemente dal nome della proprietà.

Santena, 17 ottobre 2008

Le rappresentanze sindacali unitarie Cgil, Cisl, Uil Ages