Santena – 3 settembre 2016 – Per l’ospedale una visione da qui a 10-20-40anni. Scegliere è facile, basta avere un’idea di identità di zona. Sconfiggere il becero localismo, per fare una scelta valida per quasi tutti. Dopo il terremoto i Professoroni scoprono il lato negativo dell’altrui consulentismo.
1) Ospedale? Tre metterebbero forse tutti d’accordo. Uno tra Moncalieri e Trofarello, l’altro tra Cambiano, Santena e Trofarello, il terzo tra Villastellone e Carmagnola. I restanti sono fuori dal gioco per ora, ma non è detto che non scendano in campo dopo aver minacciato altrettanti ricorsi al TAR. Nonostante tutto scegliere un solo sito non è poi così difficile. Se davvero ci sono i soldi è bene non perdere tempo. L’ospedale deve semplicemente essere occasione di sviluppo sociale e dei destini per tutta la Zona Omogenea Chierese-Carmagnolese della Città Metropolitana di Torino.
2) Scegliere il sito. Qualcuno tenta di influenzare con minacce, sorrisi, trucchi veri o fasulli. C’è chi dice di sapere come va a finire. C’è poi chi se ne frega. Ci sono pure quelli preoccupati che sia tutta una fregatura per ridurre le prestazioni sanitarie e per far apparire che i risparmi sulle spese sanitarie sono merito di quei supermanager piemontesi che le regioni confinanti vorrebbero strapagare, purché trasferiscano le loro magnifiche doti fuori dal Piemonte. Una volta si facevano ponti d’oro a chi se ne voleva andare. Adesso no? Infine c’è chi si accontenterebbe di una piccola stradicciola asfaltata, chi di una rotonda in più. Uno dei nemici dell’ospedale è il localismo elettoralistico che non va oltre l’asfittico campanilismo.
3) Attenti alle bufale. Ci sono ovviamente i complottisti compulsivi, convinti di aver a che fare con la solita bufala tutta a vantaggio di Torino, Asti e Cuneo. Il chierese-astigiano un giorno potrebbe convolare verso il Cardinal Massaia di Asti. Il carmagnolese migrerebbe verso il saviglianese e il pinerolese. Il nichelinense scivolerebbe verso Torino, trascinando con sé il residuo chierese e il moncalierese. Certe volte a pensar male non si sbaglia.
4) I Siti. Vergini non ce n’è. Il Moncalieri-Trofarello ha vantaggi ma anche limiti. Il Cambiano-Santena-Trofarello ha dei pro e dei contro. Il Villastellone-Carmagnola ha dei pregi e dei difetti. A questo punto bisogna valutare la varietà e l’estensione degli interessi delle comunità che si possono soddisfare con l’ospedale. Più le opportunità si allargano alla popolazione che vive e lavora sul territorio dell’ASLTO5, meglio è. Più il progetto si travasa dalla salute ad altre materie di primario interesse, più deve essere preso in considerazione per decidere. Meno l’intervento è localistico, meglio è. Meno è chiuso e asfittico, tanto si guadagna. L’ottica deve essere proiettata da qui a 20-30anni. Dunque è importante il modo in cui si valutano le ricadute sulla comunità locale, zonale, metropolitana e regionale in cui il nuovo ospedale deve integrarsi. Ed ecco che il sistema della mobilità e dei collegamenti stradali diventa importante. Tanto vale allora fare un progetto che integri e potenzi il nuovo sistema zonale della mobilità, aprendo nuove dimensioni e relazioni infrazonali, metropolitane, col Sud Piemonte, con il resto della Regione e del Nord-Ovest d’Italia.
5) Unica posizione di parte. La decisione di unificazione delle strutture sanitarie-ospedaliere in un nuovo e unico ospedale, facente parte a pieno titolo del sistema metropolitano e regionale, è occasione non solo di razionalizzazione dei costi e delle prestazioni, ma anche un’opportunità per creare un nuovo sistema comunitario dotato di infrastrutture e di servizi, che riconoscendo il ruolo della Zona Omogenea Chierese-Carmagnolese, allargata al Moncalierese, innalzi il livello dei servizi pubblici a livello locale e zonale. (Partito Democratico di Zona Omogenea Chierese-Carmagnolese della Città, 2015).
6) Matriciana del terremoto. Domenica 4 settembre 2016, dalle 19.30, all’Oratorio San Luigi si raccolgono fondi. Il prezzo di un piatto di pasta è di 5 euro che saranno interamente devoluti alle persone o ai comuni danneggiati. Non occorre prenotazione. Organizza la Parrocchia, il Comune patrocina.
7) Oltre le Matriciane. “Ma la regolarità con cui si nominano consulenti esterni alla amministrazione pubblica può significare che al suo interno non vi sono professionalità adeguate, il che sarebbe gravissimo e chiamerebbe in causa la catena gerarchica fino ai governi che hanno tollerato tale degrado. Oppure che – quando non sia necessaria una specifica eccezionale specializzazione- il consulente nominato è un amico, amico di chi può. In entrambi i casi si mette in discussione la struttura essenziale della amministrazione pubblica (anche la magistratura?) e dello Stato”. “Ancora una volta il ricorso alle consulenze esterne è il sospetto strumento di favoritismi, ruberie, finanziamento degli sponsor politici”.
La Stampa, 31 agosto, pag. 1, Zagrebelsky. Solo adesso i professoroni s’accorgono di consulenze spesso esose, inutili e troppo amichevoli. Forse non sanno che lo scambio di favori, la sovrapposizione tra controllori e controllati, conseguenti ai conflitti d’interesse e alla mancata separazione delle carriere, vanno ben oltre il governo e la politica. Ma davvero la magistratura è indenne da responsabilità? Che dire dei CTU (Consulenti Tecnici d’Ufficio) che operano praticamente sostituendosi ai magistrati civili.
Gino Anchisi
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 3 settembre 2016
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