Santena – 23 ottobre 2016 – Per contrastare il gioco d’azzardo patologico i sindaci dei Comuni dell’Asl To5 del distretto di Chieri stanno preparando un provvedimento per limitare le ore in cui è possibile giocare nelle sale da gioco nelle sale scommesse, negli esercizi pubblici e commerciali, dei circoli privati e di tutti i locali pubblici od aperti al pubblico.
«Durante la recente assemblea dei sindaci dell’Asl To5 ho proposto di preparare un documento congiunto, per contrastare a livello comunale la ludopatia – spiega Ugo Baldi, sindaco di Santena –. La legge regionale, numero 9, del 2 maggio 2016, recante disposizioni sulle “Norme per la prevenzione e il contrasto alla diffusione del gioco d’azzardo patologico”, all’articolo 6, consente ai Comuni di limitare temporalmente l’orario di apertura delle sale da gioco, delle sale scommesso oppure degli spazi per il gioco. Di più nell’ambito del contrasto alla ludopatia e al gioco d’azzardo patologico, noi amministratori comunali non possiamo fare. La mia proposta è stata accolta positivamente da tutti i sindaci presenti in assemblea. Abbiamo preparato una bozza di ordinanza che stiamo definendo. Quale capofila di questa iniziativa ho proposto il Comune di Chieri. Entro fine mese dovremo poter disporre di un documento condiviso, molto probabilmente una ordinanza, che sarà emessa da tutti i comuni del chierese dell’Asl To5».
Il sindaco Ugo Baldi aggiunge: «Ricordo che la legge regionale del maggio scorso, nell’ambito delle competenze spettanti alla Regione in materia di tutela della salute e di politiche sociali, detta norme finalizzate a prevenire il gioco d’azzardo patologico e a tutelare le fasce più deboli e maggiormente vulnerabili della popolazione, nonché a contenere l’impatto delle attività connesse all’esercizio del gioco lecito sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sulla quiete pubblica. In particolare, con tale provvedimento, la Regione intendeva promuovere interventi finalizzati: alla prevenzione e al contrasto del gioco d’azzardo in forma problematica o patologica, nonché al trattamento terapeutico e al recupero dei soggetti che ne sono affetti e al supporto delle loro famiglie, nell’ambito delle competenze regionali in materia socio-sanitaria. Questi erano gli intenti. Entro novanta giorni dall’entrata in vigore della presente legge, il Consiglio regionale doveva approvare, il piano integrato per il contrasto, la prevenzione e la riduzione del rischio della dipendenza dal gioco d’azzardo patologico, di durata triennale. Per ora si è visto ben poco. Sempre la Regione Piemonte doveva predisporre i contenuti grafici di un marchio regionale “Slot no grazie” rilasciato, a cura dei comuni, agli esercenti di esercizi pubblici e commerciali, ai gestori di circoli privati e di altri luoghi pubblici od aperti al pubblico che scelgono di non installare o di disinstallare apparecchi per il gioco. Anche qui non è successo quasi nulla».
Ugo Baldi chiude così: «A fronte di tutto ciò i Comuni possono disporre limitazioni temporali all’esercizio del gioco tramite gli apparecchi: è quello che abbiamo intenzione di fare con un’ordinanza congiunta. E’ importante che il provvedimento venga emesso in tutti i Comuni del territorio in modo che le regole siano omogenee per tutti i cittadini dell’Asl. Il rischio che vogliamo evitare è che i giocatori si spostino nei locali dei Comuni dove la riduzione di orario è meno restrittiva».
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