SANTENA – 10 agosto 2009 – Di seguito alcuni spunti di riflessione forniti dal parroco don Nino Olivero durante l’omelia di oggi, festa patronale di san Lorenzo.
«Che cosa possiamo chiedere a san Lorenzo per la nostra comunità»: don Nino Olivero ha cominciato le sue riflessioni con questa domanda ed ha continuato così: «Penso che la prima cosa che noi possiamo chiedere al nostro santo patrono sia questa: facci la grazia di ascoltare la parola del Signore, di prenderla sul serio proprio come hai fatto tu. Noi sappiamo che ancora oggi, tante persone sono martiri per la loro fede perché – purtroppo – non possono come noi professare apertamente la loro fede e il vangelo non può essere apertamente annunciato».
Don Nino Olivero ha continuato: «Il martire san Lorenzo è anche segno di condivisione. Lui era diacono della chiesa di Roma e aiutava e sosteneva molti poveri. E anche noi oggi siamo chiamati a diventare dono per i nostri fratelli che vivono nelle difficoltà. Io penso che dobbiamo chiederci di quante cose abbiamo bisogno per poter vivere. La pagina di vangelo che abbiamo appena sentito ci invita a riflettere sul tema del pane, quel pane che noi alla fine dalla messa benediremo come segno di condivisione tra di noi. Pane con le noci che noi porteremo sulle tavole delle nostre case come segno del nostro impegno di diventare pane spezzato per i nostri fratelli».
Il parroco ha aggiunto: «San Lorenzo facci la grazia di volerci bene; questa è un’ altra cosa che vogliamo chiedere al nostro santo patrono. Vi sembra poco? Io penso che basti, perché quando si vuole bene tutto funziona e se qualcosa non funziona, uno prova a rimboccarsi le maniche. La cosa più bella che si può dire di noi è quella di chi dice “guarda come si vogliono bene; guarda come camminano insieme uniti”».
«Allora, chiediamo a san Lorenzo – ha aggiunto il parroco – di concederci la grazia di volerci bene. Chiediamo a lui di toccare il cuore di tutti noi: amministratori, cittadini, religiosi. Affinché impariamo davvero a volerci bene e a vivere nell’onestà e nella giustizia. E purtroppo sappiamo anche che quando si ha a che fare con i soldi non è sempre facile questo tipo di cammino».
Don Nino Olivero ha proseguito la sua omelia davanti a una chiesa che vedeva tutti i posti occupati e numerose persone in piedi: «San Lorenzo facci la grazia di non vedere solo e sempre le cose che non vanno, ma di saper cogliere tutte le cose positive della nostra comunità, tutte le cose positive di coloro che vivono intorno a noi. San Lorenzo fa che impariamo ad avere uno sguardo un po’ più ampio rispetto a fin dove arriva il nostro naso o l’opera del nostro campanile. San Lorenzo fa che impariamo a non lamentarci sempre di tutti. San Lorenzo fa che siamo attenti alle povertà che – anche nella nostra città – avanzano e ai bisogni di gran parte degli uomini. Il Papa nella sua ultima enciclica ci ha ricordato queste cose e ci ha dato alcune indicazioni da seguire per poter risolvere alcuni gravi problemi di oggi».
Il parroco ha aggiunto: «San Lorenzo facci la grazia della sobrietà e della condivisione perché è soltanto su questa strada che noi possiamo risolvere molti dei nostri problemi. San Lorenzo ricordaci che non è con le barriere o con l’innalzamento dei muri che si risolvono le cose del mondo. San Lorenzo ricordaci di essere un regalo per tutti quelli che incontriamo sulla nostra strada».
«San Lorenzo vuole che ciascuno di noi compia la propria parte – ha detto don Nino Olivero –. Nessuno di fronte ai tanti problemi che ci sono può dire che non lo coinvolgono: tutti siamo chiamati a fare la nostra parte. San Lorenzo ci chiede oggi di riflettere se – proprio oggi – non sia il momento di cambiare certi modelli di vita: la stessa crisi economica ci spinge a progettare con solidarietà e sobrietà il nostro vivere quotidiano»
Il parroco ha chiuso così la sua omelia: «La nostra preghiera di oggi sia davvero quel supplemento d’anima senza la quale non riusciremo mai a vivere nella giustizia e nella pace vera. Ora, ognuno di noi continui questa preghiera a San Lorenzo chiedendo al nostro santo patrono di darci le cose di cui abbiamo veramente bisogno. Così facendo sarà veramente una buona festa. Buona festa patronale».