Asparago di Santena e Unità d’Italia 61

Santena – 18 marzo 2017 – Il marchio della Campagna 2017 dell’Associazione Produttori. L’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto è un PAT (Prodotto Agroalimentare Tradizionale). La partita con Lenola (LT) non è secondaria. Sui Lenolesi, come sui Santenesi, pesa una certa responsabilità; di mezzo c’è la storia patria e la memoria dell’opera compiuta dagli antenati, compreso Cavour.

 

1) Campagna 2017. La nuova avventura dell’Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto sta per iniziare. Quest’anno si presenta con il germoglio d’asparago a tempo zero, non solo a kilometro zero, capace di unire: vegani, vegetariani e onnivori. Già, perché la parte mangiabile dell’asparago è un tenero e prezioso germoglio che esalta ogni piatto. Il Re della Tavola di Primavera tra qualche giorno sarà pronto per allietare le tavole dei buongustai.

2) Calda Primavera. Se il tempo non raffredda, se la terra e l’aria tengono queste temperature, a giorni i germogli usciranno, pronti per essere raccolti e mangiati. Per ora se ne stanno sotto terra, anche se i coltivatori segnalano i primi sommovimenti sotterranei nelle zampe più superficiali. Ciò significa che non si possono ancora trovare i veri Asparagi di Santena e delle Terre del Pianalto.

3) Attenzione ai falsi. Alcuni consumatori segnalano la presenza di Asparagi sul mercato che alcuni vorrebbero smerciare come santenesi o del Pianalto. Viste le temperature, si tratta in realtà di asparagi che provengono da fuori Piemonte e fuori Italia, che non hanno le caratteristiche garantite dal chilometro zero e dal tempo zero che l’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto ha scelto di perseguire a tutela dei consumatori.

4) Asparago di Santena e del Pianalto. A seconda della temperatura della terra e dell’aria, a fine marzo, primi di aprile, i germogli d’asparago emergono dai loro letti sabbiosi per slanciarsi verso il cielo alla ricerca dei raggi cosmici che con la fotosintesi clorofilliana, danno la tipica colorazione verde, con striature violacee. Inizia così, ogni primavera, una campagna straordinaria che dura più di sessanta giorni e termina verso la metà di giugno. Il segreto della bontà sta nella maestria dell’agricoltore, nell’attenta raccolta e soprattutto nel consumo a tempo zero, cioè nella freschezza. Trattandosi di un tenero, delicato e dolce germoglio il tempo trascorso tra la raccolta e il consumo fa la differenza.

Castello Cavour 17 marzo 2017 il lancio dei palloncini tricolori

5) Lenola-Santena. Il quotidiano “Latina Oggi” dedica l’editoriale di venerdì 17 marzo 2017,  Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera, al dibattito tra Santena (TO) e Lenola (LT). Al centro c’è la decisione del Sindaco del comune laziale di cambiare la denominazione di piazza Camillo Cavour in piazza Pietro Ingrao, nativo del luogo. A 60 anni dalla firma dei Trattato di Roma, istitutivo dell’ Europa Unita, l’editorialista, forse suggerendo l’idea di un referendum, si chiede “Ma cosa dicono i Lenolesi, che restano gli unici titolati a pronunciare sui simboli, la memoria e la storia del proprio paese?”.

6) Non solo i Lenolesi. A ben pensare, la scelta del nome di una piazza é faccenda che non riguarda solo la comunità di Lenola. Soprattutto perché la vicenda tira in ballo un simbolo nazionale: Camillo Cavour, il principale protagonista dell’Unità della Patria. Lo Statista che guidò il processo di unificazione e che purtroppo venne a mancare solo 80 giorni dopo la proclamazione dell’Italia Unita. Un Camillo Cavour delle cui capacità c’è tanto bisogno oggi. Cancellare il suo nome vuol dire cancellare un simbolo in cui i Lenolesi e gli Italiani già prima della caduta dello Stato Pontificio ponevano le loro speranze per un futuro migliore. Speranze forse deluse, ma non per colpa di coloro che, ai tempi di Cavour, lavorarono per costruire un Paese inserito saldamente nel contesto dell’Occidente.

7) Lo Stato non può essere inerme. Se in tanti Comuni italiani del Nord-Centro-Sud dilaga l’idea di cambiare il nome di vie e piazze, in nome di differenti letture della memoria patria, scatterà un’operazione di portata destabilizzante. Per questo lo Stato non può continuare a fare il Ponzio Pilato. Da troppo tempo crescono azioni che puntano a minare lo Stato unitario, accantonando la memoria patria e pagine significative della Storia unitaria. Una Storia che ha visto gli Italiani passare dalla condizione di servi e di sudditi a quella di cittadini proprio grazie all’Unità d’Italia. La Repubblica non può accettare che la storia sia negata o distorta; una strada, una piazza, lo ricorda la vicenda di via Emanuele Sacerdote, sono simboli e sono parte della memoria popolare che merita di essere rispettata, senza cedere ai vizi del localismo e del particolarismo. Questo è il motivo per cui gli Amici di Camillo Cavour di Santena si sono permessi di intervenire in una vicenda che non va sottovalutata.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 18 marzo 2017

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