Messaggio dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in occasione della solennità di San Giuseppe lavoratore, festa dei lavoratori

Torino – 1° maggio 2017 – Di seguito, il  messaggio dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia, in occasione del 1° maggio.

Messaggio dell’arcivescovo di Torino, mons. Cesare Nosiglia,

in occasione della solennità di San Giuseppe lavoratore, festa dei lavoratori

(Torino, dall’Arcivescovado, 1° maggio 2017)

Mons. Cesare Nosiglia, Arcivescovo di Torino (immagine di archivio)

«In questo giorno di festa per tutti i lavoratori del mondo, desidero rivolgermi alla comunità cristiana e all’intera società civile per invitare a considerare l’importanza fondamentale del lavoro per ogni uomo e donna.
Se il lavoro oggi manca è anche perché veniamo da un’epoca in cui questa fondamentale attività umana è stata gravemente svalorizzata. La “finanziarizzazione” dell’economia, con lo spostamento dell’asse degli interessi dal profitto, derivante da una produzione in cui il rispetto del lavoratore è imprescindibile, alla crescita dei vantaggi economici provenienti dalle rendite e dalle speculazioni, ha reso il lavoro quasi un inutile corollario. Inoltre, là dove il lavoro ha continuato ad essere centrale nella produzione della ricchezza, non è stato difeso dallo sfruttamento e da tutta l’opacità cercata da chi ha voluto ottenere profitto senza rispettare chi gli ha consentito di produrre.
Questo paradigma, con le sue storture, si rivela sempre meno sostenibile. Non sarà possibile nessuna reale ripresa economica, senza che sia riconosciuto a tutti il diritto al lavoro e promosse le condizioni che lo rendano effettivo. Combattere tutte le forme di sfruttamento e di sperequazione retributiva rimane obiettivo prioritario di ogni progresso sociale. È quindi urgente dare risposte vere ed efficaci in queste circostanze, perché siamo quotidianamente feriti dal dramma di tanti giovani che lasciano la nostra terra, o che non hanno lavoro – e molte volte neppure lo cercano più.
Nei confronti dei giovani, da noi riconosciuti come la più efficace e determinante risorsa per il prossimo futuro, la nostra Chiesa, in sinergia con le diverse parti sociali che hanno a cuore la formazione e l’inserimento nel mondo del lavoro, sta dedicando energie e risorse, facendosi promotrice di incontri e momenti di confronto secondo lo stile inaugurato nella proficua esperienza dell’Agorà del Sociale, impegnata ad affrontare, unitamente alle forze civili, economiche e istituzionali del territorio, la questione del “modello di sviluppo” sociale. L’area metropolitana di Torino registra da diversi anni elevati tassi di disoccupazione, che incidono pesantemente sul tessuto sociale ed impongono il superamento dei modelli, formativi e lavorativi, risalenti al “pre-crisi”. A pagare il più alto prezzo della crisi sono le giovani generazioni, a cui è sovente negato un dignitoso ingresso nel mondo del lavoro; sempre più esteso e preoccupante è il fenomeno dei “Neet” (termine con il quale si indicano i giovani che non studiano e non lavorano).
Il 19 novembre 2016 si è tenuta la seconda assemblea pubblica dell’Agorà del Sociale, dedicata interamente alla questione giovanile: ampio spazio è stato dato alle testimonianze e alle esperienze di vita dei giovani. In quella sede, istituzioni, soggetti del privato sociale, rappresentanti di associazioni di categoria e sindacati hanno interloquito con gli stessi giovani per poter capire insieme quali strade oggi è doveroso percorrere, per non disperdere il nostro attuale e futuro capitale umano.
Al fine di rispondere alle attese e alle legittime e doverose richieste dei giovani dei nostri territori, sarà attivato un “Laboratorio metropolitano su giovani e lavoro” che dovrà concentrare la propria operatività sull’azione, identificando, quindi, anche buone pratiche e strumenti che possano orientare gli interventi e le politiche sul territorio. Questo laboratorio avrà come obiettivi generali:
1. l’analisi della condizione giovanile a livello metropolitano, secondo la specifica chiave di lettura del lavoro;
2. proporre un’azione di advocacy ai diversi soggetti che si occupano di giovani e/o lavoro;
3. avviare sperimentazioni innovative che coinvolgano le comunità territoriali;
4. elaborare nuove e innovative policy e proporle ai decisori pubblici del territorio;
5. proporre ai giovani percorsi formativi nei quali il lavoro diviene fattore educativo e proposta di valore per la vita delle persone e delle comunità;
6. attivare processi partecipativi.

Mons Cesare Nosiglia (immagine di archivio)

Si tratta di un percorso che sarà attivato in diversi territori della città metropolitana, al fine di promuovere il reale inserimento nel mondo del lavoro. Destinatari saranno giovani tra i 18 e i 25 anni, con scarsa occupabilità e con disillusione verso il futuro. Questa vuole essere un’opportunità per incontrare giovani che non sono raggiunti da nessun tipo di proposta.
Il laboratorio avrà come specifica finalità lo stimolare nei giovani la voglia di fare e di imparare, attraverso esperienze concrete, facendo sperimentare loro forme minime di protagonismo. Ci si prodigherà quindi ad accompagnare i giovani a progettare il proprio futuro professionale, attraverso esperienze di successo che contribuiscano all’autostima dei partecipanti e che possano quindi produrre autonomia, promuovendo un’esperienza educativa che li aiuti a comprendere cos’è il mondo del lavoro e quale valore rappresenta nella vita personale e sociale. Si desidera inoltre educare al valore della resilienza e al superamento delle difficoltà, che la vita pone nel cammino personale, senza farsi prendere dal panico, dallo smarrimento e dal fatalismo.
Appare scontato infine affermare che oggi parlare di giovani come un’entità o una categoria omogenea risulti fuorviante. È necessario pertanto approcciarsi al mondo giovanile con la consapevolezza di trovarsi di fronte a situazioni molto diversificate, anche e soprattutto in relazione all’accesso e alla permanenza nel mondo del lavoro.
Dopo avervi presentato e affidato alle vostre preghiere questo progetto, desidero ancora far pervenire a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, a tutte le persone, giovani e adulti, che in questo momento vivono con preoccupazione la ricerca di una nuova occupazione o la creazione di una nuova opportunità di lavoro, a tutte le categorie di uomini e donne impegnate nella formazione, nell’accompagnamento e orientamento al lavoro, la mia benedizione e il mio forte incoraggiamento. San Giuseppe, patrono dei lavoratori, aiuti ogni operaio e imprenditore e ogni realtà che è coinvolta nel mondo del lavoro a ritrovare motivazioni e slancio nuovo per riporre la persona sempre al centro di ogni norma della politica, della cultura, della tecnologia e dell’ambiente che regola i processi economici e lavorativi, sostenendo l’impegno per un lavoro sempre più umano, solidale, giusto ed equo per tutti.

+Cesare Nosiglia
Arcivescovo di Torino»

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