Santena, in consiglio comunale Tama batte Benny tre a zero

SANTENA – 08 settembre 2009 – Se rossosantena.it fosse un blog sportivo non ci sarebbero dubbi su come cominciare il pezzo: “Tama batte Benny tre a zero”, oppure, meglio ancora, “Tama rifila tre papine a Benny”. Lasciando da parte lo sport il consiglio comunale di ieri sera si può sintetizzare così: all’inizio della seduta Edoardo Tamagnone costituisce un nuovo gruppo consigliare, Progetto Santena; a metà consiglio Tamagnone manda in minoranza il sindaco sulla vicenda relativa alla destinazione dei terreni della Masseria; a fine seduta passa, a larga maggioranza, una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Falcocchio,  nata durante la discussione sui costi della manifestazione Miss e mister Santena. Di seguito un’ampia sintesi della serata.

2009set09 Benny Nicotra

Lunedì 7 settembre scorso, poco dopo le 18,40, appena aperta la seduta consiliare, il presidente Santino Cascella legge una missiva che informa della costituzione di un nuovo gruppo: Progetto Santena.

«In considerazione degli ultimi eventi verificatesi, al fine di riorganizzare l’attività amministrativa per realizzare il programma elettorale al quale i cittadini santenesi hanno tributato la fiducia – legge Santino Cascella – si costituisce il gruppo consiliare Progetto Santena. Questo gruppo intende costruire un progetto per il futuro di questa città: ha una connotazione civica e si riconosce negli ideali del centro-destra rappresentati dal popolo della Libertà».

La lettera continua così: «Il gruppo si propone di perseguire la salvaguardia del territorio, un progetto di rilancio per il 2011, lo sviluppo economico della città e una maggiore attenzione alle problematiche sociali. Questo gruppo intende dialogare con tutte le forze politiche presenti in consiglio comunale al fine di conseguire il buon governo del territorio santenese e di correggere la rotta dell’amministrazione, non condividendo alcune scelte che sono state effettuate».

La missiva prosegue con una richiesta: «Per la realizzazione di questi impegni il gruppo Progetto Santena richiederà un’adeguata rappresentanza all’interno della Giunta comunale e una definizione delle priorità dell’azione amministrativa». La lettera si chiude elencando i consilieri che aderiscono al gruppo Progetto Santena; si tratta di Giovanni Bergoglio, sinora in quota ad An; Santino Cascella, eletto come An, poi passato al gruppo Misto; Walter Mastrogiovanni, sinora in quota alla Lista delle libertà per Nicotra Sindaco; Giovanni Tosco, appartenente a Forza Italia; Edoardo Tamagnone, sinora in quota al gruppo consiliare di Forza Italia. Quest’ultimo assume la carica di capogruppo.

Terminata la lettura della lettera di venti righe il sindaco Nicotra è visibilmente contrariato. Questo nuovo gruppo appena costituito è il più numeroso presente in consiglio, scompagina tutto il centro-destra e, soprattutto, ridimensiona la leadership del sindaco. In città alla nascita del Popolo delle libertà non ha ancora corrisposto la formazione di un unico gruppo consiliare. Nel parlamentino cittadino, prima dello scrollone preparato da Edoardo Tamagnone, il centrodestra – che conta dodici consilieri – era formato da quattro gruppi: Forza Italia con cinque consilieri, Alleanza nazionale con tre componenti, la Lega Nord con due componenti e la Lista delle libertà per Nicotra sindaco, con due consilieri. Su iniziativa del sindaco, appena dopo le elezioni, la lista di Nicotra si era scomposta per conservare la maggioranza anche in sede di riunione dei capigruppo; siccome in consiglio c’erano tre gruppi di minoranza il centro destra si era diviso in quattro.

Subito dopo l’annuncio del nuovo gruppo Roberto Ansaldi, capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc  afferma: «Prima del prossimo consiglio sarebbe interessante riuscire a fare chiarezza su quanti gruppi ci sono e i loro relativi capigruppo». Santino Cascella, presidente del consiglio, risponde: «Nella prossima conferenza dei capigruppo faremo il punto della situazione e metteremo ordine».

Dopo questo primo scossone il consiglio prosegue con l’esame di alcuni punti, dove tutto fila liscio.  Nicotra è pensieroso, legge e rilegge le risposte che ha preparato ai vari ordini del giorno presentati dalla minoranza. Poi, alle 21,30, arriva un secondo patatrac per Benny: il sindaco viene messo in minoranza. Un ordine del giorno presentato dai tre gruppi di opposizione e appoggiato dal neonato gruppo Progetto Santena, relativo ai terreni della Masseria, passa con 11 voti a favore e 7 contrari.

L’ordine del giorno impegna il sindaco a “relazionare compiutamente e pubblicamente sulla vicenda dei terreni della Masseria”, a “dichiarare in modo univoco quali siano le proprie intenzioni future sulla gestione del territorio” e a “ripristinare immediatamente la dovuta trasparenza nelle azioni di governo della città e nei rapporti con le istituzioni”.

Benny Nicotra interviene subito dopo la lettura del documento: «Il consiglio nella seduta del 23 giugno 2009 ha approvato all’unanimità una mozione che impegna il sindaco e il consiglio comunale, in merito all’area denominata Masseria a mantenere la destinazione, così come previsto dall’attuale piano regolatore  generale comunale o, in alternativa, a servizi generali». Il sindaco aggiunge: «Si ribadisce che alla data odierna non risultano essere depositate l protocollo di questo comune o in qualsiasi altro ufficio proposte o progetti o atti pubblici in merito all’area denominata Masseria».

Poi il sindaco legge quattro pagine dattiloscritte lanciando una serie di attacchi personali contro le opposizioni e, in particolare, contro i consiglieri Ansaldi e Galizio. Dopo la sua sfuriata Nicotra invita i consiglieri di maggioranza a respingere la mozione. Ansaldi e Galizio rispondono a tono, sostenendo che il sindaco non avrebbe fornito risposta chiare ai quesiti chiesti in merito alla futura destinazione dei terreni della Masseria.

A mano a  mano che il dibattito prosegue Nicotra capisce che sta maturando una sconfitta sul piano numerico. Edoardo Tamagnone –intervenendo sempre come capogruppo – non ha mezze misure e la canta chiara: «La Masseria è uno dei punti su cui noi, come Progetto Santena, chiederemo una modifica della linea di questa coalizione e la porremo come priorità per il proseguimento di questa amministrazione. Come gruppo voteremo a favore della mozione». Patrizia Borgarello, assessora della Lega Nord aggiunge: «Il consiglio si è già espresso in modo unitario sul futuro della Masseria. La Lega Nord si è pronunciata con chiarezza e non abbiamo intenzione di appoggiare variazioni di destinazioni. Questa mozione è pretestuosa e strumentale la Lega Nord non partecipa alla votazione». Giuseppe Falcocchio a nome di An e Pdl – gruppo che ufficialmente in consiglio però non esiste – annuncia il voto contrario alla mozione.

Roberto Ansaldi, capogruppo dell’Unione dei Moderati-Udc spiega: «Noi voteremo a favore della mozione perché tanti cittadini hanno necessità di chiarezza e vogliono sapere cosa intende fare il sindaco del territorio». Voto positivo hanno naturalmente annunciato Domenico Galizio, di Insieme per Santena, e Bruno Ferragatta, dell’Unione Centrosinistra.  Alle 21,28 la mozione è messa ai voti ed è approvata con undici voti a favore. Ai sei voti di minoranza – Elia era assente – si aggiungono i cinque componenti del neonato gruppo Progetto Santena. Alle 21,30, per la prima volta in questo terzo mandato, il sindaco va in minoranza.

Ma le disavventure del sindaco sono destinate a continuare. Alle 23,12, sempre su iniziativa di Edoardo Tamagnone, il consiglio approva una mozione che impegna il sindaco a revocare la nomina ad assessore e le relative deleghe a Giuseppe Falcocchio.

La mozione è presentata a seguito della discussione di una interpellanza del centrosinistra in merito alle spese decise dalla Giunta comunale, su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Pino Falcocchio, per la manifestazione Miss e Mister Santena 2009. Bruno Ferragatta afferma: «All’agenzia organizzatrice sono andati euro 9.360. Mi chiedo perché non si è tenuta in considerazione una proposta, presentata da un’altra ditta, che prevedeva un costo di euro 2.000, più Iva. Secondo noi questa non è stata una decisione corretta e oculata sotto il profilo dell’utilizzo del pubblico denaro».

Giuseppe Falcocchio prova a difendersi: «Le due offerte non sono comparabili. Abbiamo scelto l’agenzia che da anni abbiamo come partner perché fornisce un servizio chiavi in mano, tutto compreso. Le serate che dovevano essere due sono state ridotte a una sola e il costo è risultato di poco superiore ai 6.400 euro. L’offerta che prevedeva costi più bassi avrebbe comportato una serie di costi aggiuntivi e alla fine avremo dovuto sostenere maggiori spese». Durante la discussione il sindaco spiega che – per questa e altre manifestazioni – si è dovuto spostare il palco che era posizionato nel complesso cavouriano, con un costo aggiuntivo di 5.000 euro.

Bruno Ferragatta attacca: «Diecimila euro e più per la serata di Miss e mister Santena sembrano uno sproposito; mi chiedo perché nella delibera non si rende conto dell’offerta più vantaggiosa. Noi ci rivolgeremo alla Corte dei conti affinché verifichi se si è fatto un uso oculato del denaro pubblico».

Edoardo Tamagnone spara ad alzo zero: «caro assessore pro tempore Falcocchio ti chiedo di dimetterti, fai questo favore alla collettività. La prima regola di noi amministratori è tenere un contegno dignitoso: secondo me non è decoroso organizzare una serata al costo di oltre 12mila euro». Dopo l’intervento il capogruppo di Progetto Santena presenta una mozione contro Falcocchio e chiede di metterla ai voti.  Il documento oltre al favore delle opposizioni trova anche l’appoggio della Lega Nord. Patrizia Borgarello, assessore all’Istruzione, precisa: «Non voglio criminalizzare l’assessore Falcocchio ma dodicimila euro per una serata sono davvero troppi e andavano spesi diversamente. Il mio assessorato non ha risorse sufficienti per fornire i servizi essenziali agli studenti. E’ banale difendere una spesa di 12mila euro per una sfilata quando la città ha ben altri problemi. Nell’ambito della maggioranza avevo subito espresso le mie perplessità rispetto a questa iniziativa, ma poi mi sono allineata al volere della coalizione».

La mozione di sfiducia a Falcocchio raccoglie 12 voti favorevoli, tre gli astenuti (Nicotra, Gaude e Falcocchio), tre i contrari (Mosso, Trimboli e Migliore), tre gli assenti (Elia, Giacone e Maggio). Alle 23,12 il consiglio finisce.

Il sindaco Nicotra è basito: mai dal 1994 aveva inanellato una tale serie di performance negative. In una sola sera ha perso cinque consiglieri, si ritrova con un assessore sfiduciato e – soprattutto – con una maggioranza tutta da ricomporre.

filippo.tesio@tin.it