Santena tra sacro e profano dopo il XX settembre, puntata 88

SANTENA – 23 settembre 2017 – Chiesa e Stato, dopo la separazione, hanno bisogno della divisione dei poteri al loro interno.  Lucifero in collina? Cambiano: il paese di Grosso. Pro-Loco giovane. SS Cosma e Damiano per conoscersi. Santena non è luogo per ferie. Clima: in pericolo la biodiversità e la salute.

 1) Pedofilia e separazione tra Chiesa e Stato. Papa Francesco parla di un peccato di cui la stessa Chiesa non ha ancora preso piena coscienza in tutta la sua gravità. Di qui la tendenza a nasconderlo. Oggi non si tratta più di riconoscere il fenomeno e nemmeno di collaborare con le autorità civili per denunciarlo e punirlo. La repressione del reato e la punizione giudiziaria del colpevole è di competenza dello Stato. Per la Chiesa, si tratta, invece, di capire la vera natura del peccato. La pedofilia per Francesco, è un problema che riguarda la stabilità psichica della persona: in quanto tale, è sufficiente per essere esclusi dal sacerdozio e ridotti allo stato laicale.  Attenzione, il Papa parla dall’alto della sua infallibilità, riconosciuta dal Concilio Vaticano I, concluso prima della presa di Roma nel 1870. E’ la prova della benefica separazione, il salto di civiltà, realizzato dai nostri antenati che hanno condiviso la scelta cavouriana di “Libera Chiesa in libero Stato”.

2) Satana tra i ciliegi. Una vicenda così non accade di frequente nel Pianalto, neppure in Italia. Per questo turba i laici credenti e non credenti. Don Marino Basso, ex parroco di Santena, oggi di Pecetto, ha una grana da risolvere. La rivolta inusuale delle catechiste e, prima di loro, quella di altri. Ecco un passaggio della sua predica (Corriere di Chieri p.45 del 22/9) “Desidero dichiarare che è ora che chi da tre anni, qualcuno da sempre, continua a dividere e a diffamare senza motivo la Parrocchia e la comunità, o per un avvicendamento dettato dal diritto canonico o invitato a lasciare un potere di cui aveva abusato, termini hic et nunc (qui e adesso) ogni azione, ogni pettegolezzo, ogni diffamazione, ogni chiacchiera”. Il contenuto è eloquente. I dissenzienti sono chiamati a sottomettersi all’obbligo morale dell’obbedienza. La vicenda, cui il Corriere giustamente dedica una pagina intera, indica la presenza di un forte disagio tra il popolo di Dio che forma la comunità ecclesiastica di Pecetto.  Ma, vuoi per la carenza di sacerdoti, vuoi perché il rapporto tra laici e chierici non si risolve più con il semplice ricorso a soluzioni gerarchiche, vuoi perché la scomunica va usata con parsimonia, vuoi perché il vescovo ha i suoi problemi, il rimedio non risulta facile.

3) Giacomo Grosso di Cambiano del Pianalto. Cambiano è un paese di artisti. Lo conferma la splendida rassegna “Cambiano come Montmartre”, alla 30° edizione, che la incorona come centro dell’arte pittorica del Pianalto, della Città Metropolitana di Torino e del Piemonte. A conferma di questa caratteristica, dal 28 settembre al 7 gennaio, Cambiano -presso il municipio-, con il Museo Accorsi, la Pinacoteca dell’Accademia Albertina e Palazzo Madama di Torino, ospita la mostra delle opere del suo più famoso pittore, nato nel 1860 e morto nel 1938. I suoi soggiorni a Parigi lo misero in contatto con gli Impressionisti e con Montmartre. Pittore, indecente e massone, suo fu il primo scandalo mediatico dell’Italia Unita. Censurato alla prima Biennale di Venezia del 1895, addirittura dal Patriarca Giuseppe Sarto, futuro Pio X, per l’opera “Supremo convegno”. Censura che naturalmente determinò il successo di pubblico per il quadro e per l’autore.

Salvatore Barrile, presidente uscente Pro Loco Santena

4) Grazie Pro-Loco. Oltre alla Sagra dell’Asparago e altre manifestazioni, il più bel risultato raggiunto dal presidente uscente Salvatore Barrile e dal passato Direttivo è l’alto numero di giovani iscritti nel 2017. Segno della capacità di coinvolgere persone nuove nell’attività di promozione del patrimonio gastronomico, storico, culturale e paesaggistico della Città. Prova della volontà di valorizzare le risorse naturali e umane, materiali e immateriali, culturali, agricole e paesaggistiche di Santena, puntando sulle giovani generazioni.

 5) Conosci i Santenesi, tramite i SS Cosma e Damiano. Chiunque, di vecchia o nuova immigrazione sia, dovrebbe leggerlo. E’ il libro di Federica Gallo, “Radici e vincoli comunitari: la festa dei santi Cosma e Damiano da Riace a Santena”, edizioni METI. Si compra nella festa in corso in Piazza Alcide De Gasperi. Andrebbe letto insieme a “L’eredità immateriale, carriera di un esorcista nel Piemonte del seicento”, di Giovanni Levi, Einaudi Editore, libro fondamentale, per conoscere Santena, nella sua collocazione italiana e europea. Seppur differenti, entrambi aiutano a comprendere e a conoscere la complessità della comunità in cui si vive e opera e il ruolo e la funzione svolti dalla religione e dalla fede.

 

Cascina Nuova

6) Date ai Cavour quello che è di Santena. Prima si sgombra l’equivoco che Santena fosse solamente la dimora di campagna, di villeggiatura e di vacanza della famiglia, meglio è per tutti. Per i Benso e per i Santenesi il Castello era solo la sede da cui si amministrava un moderno, complesso e innovativo sistema di cascine nelle quali, da Napoleone in poi e in calando fino al dopo seconda guerra mondiale, si sono sperimentate e applicate soluzioni che hanno rivoluzionato le colture e l’allevamento in Piemonte, nella Pianura Padana e in Italia. I Cavour erano innanzitutto agricoltori, che tanto amavano la terra e il profumo di letame e poco le danze, le crinoline, le parrucche e le smancerie di corte, perché privilegiavano la vita in cascina, il lavoro, la produttività degli investimenti e le relazioni sociali. Vale, in particolare per il padre di Camillo, per lo zio Bartolomeo, per lo stesso Camillo, e per i loro mezzadri e lavoranti agricoli. Il Contadino-Tessitore dell’Unità d’Italia era un agronomo, agricoltore e imprenditore di fama internazionale, impegnato, insieme ai nostri antenati, sui numerosi fronti di cambiamento della società Risorgimentale.

7) SOS Gelsi. Ifantria non processionaria. Nel Pianalto va avanti una impari lotta per la sopravvivenza. Complici le alte temperature minime, dei caldi inverni passati, molti alberi secolari sono minacciati. Aggrediti dalla ifantria, lepidottero defoliatore arrivato dall’America del Nord negli anni Settanta, i gelsi dai nutrienti frutti e dalle foglie necessarie alla produzione di bachi da seta stanno soffrendo di asfissia. Le larve rodono le foglie, mentre la pianta si sforza affannosamente di gettare nuovi germogli in punta ai rami spogli, per poter respirare. Non si sa quanti moriranno. Gli unici che possono intervenire per limitare le perdite sono i Comuni, la Regione se ancora esistesse e i proprietari dei terreni. Intanto consola che si tratti di ifantria, dicono non dannosa per l’uomo. Comunque, visto il cambiamento climatico, sarà bene controllare minuziosamente la diffusione della processionaria: lepidottero dannoso per le piante e pericolosissimo per la salute delle persone, contro il quale la lotta è obbligatoria per legge.

 Gino Anchisi, da Santena, la città di Camillo Cavour, 23 settembre 2017.

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