SANTENA – 24 settembre 2017 – Il tema dell’accoglienza è stato al centro del discorso che il sindaco Ugo Baldi ha tenuto oggi, alla festa dei santi medici Cosma e Damiano, al termine della processione con le statue dei due santi medici martiri. Tema che a breve i santenesi saranno chiamati a tradurre dalle parole ai fatti.
Il sindaco Ugo Baldi ha cominciato così il suo discorso: «Buongiorno a tutti. La Città di Santena saluta tutte le persone che ogni anno in questi giorni e per tre giorni trasformano questo paese nella città più calabrese di tutto il nord Italia. L’abbraccio fraterno dei santenesi vi accolga. Benvenuti, benvenuti tutti!». Il primo cittadino di Santena ha detto: «In questi sei anni trascorsi insieme ci siamo dapprima conosciuti, magari con un po’ di diffidenza reciproca e poi, poco per volta, anno dopo anno, voi avete conquistato il mio cuore, cosi come, almeno in parte spero di avere conquistato il vostro. Lealtà prima di tutto e franchezza sempre tra questa straordinaria Associazione dei santi medici Martiri Cosma e Damiano e l’amministrazione comunale. Si è fatto tutto quello che in quel momento si poteva fare, cercando di dare sempre il massimo possibile…da una parte e dall’altra. Per questa festa, perché diventasse sempre più bella, più organizzata e più speciale. Una festa che, come ho già avuto occasione di ricordare, è diventata adulta il giorno in cui l’Associazione decise di uscire dalle mura dell’Oratorio e di portarla in piazza, qui dov’è ora. Non voleva essere un torto all’Oratorio che per moltissimi anni l’ha accolta, accudita e protetta come una sua creatura, ma voleva essere un’apertura verso la Città e verso quegli altri santenesi che da sempre la guardavano con sospetto. E la Città e la sua Amministrazione comunale non solo accolse questa idea, ma fece di tutto per aiutare l’Associazione a realizzarla».
Ugo Baldi ha proseguito: «Ecco perché siamo qui oggi. Ma se non fosse stato per scelta, probabilmente, oggi, sarebbe per necessità e per il rispetto di quelle norme di sicurezza che non consentirebbero più di accogliere così tante persone in una struttura chiusa e con poche vie di fuga com’è appunto il nostro Oratorio. Come ho già annunciato lo scorso anno, il nostro impegno, non appena le finanze pubbliche lo consentiranno, sarà quello di pavimentare ed attrezzare quest’area in modo permanente, per spostare il mercato del giovedì, ma anche per utilizzarla al meglio per le manifestazioni importanti, come questa. E’ un obiettivo che consideriamo prioritario e con il vostro aiuto ce la faremo».
Il sindaco ha poi detto: «Ma c’è un altro discorso che oggi intendo affrontare con voi, con voi calabresi, con voi immigrati molti anni fa e con chi è figlio o nipote di quegli immigrati. Si tratta del tema dell’accoglienza. Di quella accoglienza che a breve saremo chiamati a tradurre dalle parole ai fatti. Un’accoglienza che Riace sperimenta da anni in modo diffuso, diventando in tutto il mondo il paese simbolo dell’accoglienza delle persone in fuga dalle guerre, in fuga dalla violenza, in fuga dalla povertà. In quasi tutti i Comuni vicini a Santena, in quasi tutti i Comuni del chierese e del carmagnolese, la presenza di migranti e di richiedenti asilo è ormai una realtà e, presto. Anche a Santena verrà chiesto di fare la sua parte. Certo non in modo così diffuso e consistente come accade a Riace, ma con numeri molto più piccoli, magari solo qualche decina di persone, ma Santena dovrà fare la sua parte. Dovrà imparare ad accogliere».
«Esattamente come 60 anni fa molti di voi o dei vostri genitori o dei vostri nonni sono stati accolti – ha proseguito il sindaco –. Non sarà una cosa semplice, ma con la comprensione e con l’aiuto di tutti i santenesi (calabresi o non calabresi) ce la faremo. Dovremo, insieme, imparare a superare le differenze e le barriere del diverso colore della pelle, della diversa cultura, della diversa lingua. Certamente in modo diverso da 60 anni fa e certamente in un mondo diverso da 60 anni fa. Ma anche allora il colore della pelle era diverso, la cultura era diversa e la lingua era diversa. E anche allora, negli occhi di chi arrivava in un luogo così diverso, si poteva leggere la paura del futuro e la voglia di riscossa».
Ugo Baldi ha detto: «Se sarà necessario, se ce lo chiederanno, faremo anche noi la nostra parte. Perché è giusto che sia così. Tutelando certamente la nostra gente, ma se necessario li accoglieremo, superando i nostri egoismi. Perché siamo tutti cittadini del mondo allo stesso modo e, soprattutto, siamo tutti fratelli allo stesso modo. L’integrazione non è una cosa che si compra fatta. L’integrazione la si costruisce giorno dopo giorno, gesto dopo gesto, sorriso dopo sorriso. Con questo augurio termino il mio saluto, chiedendo ai due Santi Medici Cosma e Damiano di accompagnarci e di esserci vicini nei momenti di gioia, di festa, come oggi e nei momenti più difficili che il futuro potrà riservarci. Insieme possiamo superare qualsiasi ostacolo. Grazie per avermi ascoltato e buona Festa a tutti!».
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