SANTENA – 31 ottobre 2008 – Da lunedì 3 novembre gli operai dell’Ages scenderanno in mobilitazione con assemblee permanenti e presidio davanti ai cancelli degli stabilimenti di Santena e di Asti. Non ha portato frutti la trattativa di stamattina all’Unione Industriale tra i sindacati di settore – con le segreterie Cgil, Cisl e Uil provinciali di Torino e Asti – le Rsu e i responsabili del personale. La riunione è cominciata alle 9,30 ed è andata avanti sino alle 15, quando c’è stata la rottura.
Enrico De Paolo, Filcem Cgil spiega: “Gli operai sono esasperati. In tutti questi anni in molte occasioni la proprietà non ha rispettato gli accordi presi e ne ha fatto carta straccia; tutto ciò ha portato alla sfiducia e ha minato la credibilità dell’amministratore unico Egidio Di Sora”:
Questa mattina i responsabili del personale dell’Ages hanno informato che l’azienda dovrebbe provvedere entro la metà di novembre a completare il pagamento dei salari di ottobre; sinora è stato versato il 70 per cento. Il pagamento completo delle spettanze di ottobre era una condizione posta dal sindacato per sedersi al tavolo e continuare le trattative.
Un altro tema oggetto di discussione è stata la prospettiva di un quarto anno di cassa integrazione, annunciata dalla direzione. Il sindacato ha ribadito che prima di esaminare questa richiesta occorre che arrivino chiarimenti rispetto al terzo anno di cassa, chiuso in questi giorni senza però l’arrivo di autorizzazione da parte del ministero del Lavoro. Organizzazioni sindacali e Rsu hanno ribadito che senza il via libera del Ministero sul terzo anno non ha senso cominciare a discutere né tanto meno chiudere accordi in merito al quarto anno.
Ma le preoccupazioni maggiori per i lavoratori del gruppo Ages nascono dalla percezione di mancanza di prospettive: mese dopo mese i reparti si svuotano e la produzione rallenta e diminuisce. Con il fatturato che si riduce il futuro degli occupati resta appeso a un filo che si fa sempre più sottile.
Enrico De Paolo, conclude: “Prima di lasciare il tavolo abbiamo invitato l’azienda a riflettere e modificare radicalmente l’approccio. L’esasperazione della gente richiede un cambio di rotta. Per andare avanti l’azienda deve fornire concreti segnali di credibilità. A questo punto le parole non bastano più. Qui non c’è solo il problema di versare interamente lo stipendio di ottobre; l’azienda deve fornire risposte sulle prospettive di centinaia di lavoratori. Invece l’ennesimo piano di ristrutturazione prevede un’ulteriore ridimensionamento di altri 150 lavoratori; più che un rilancio sembra che si voglia prolungare una agonia. Gli operai hanno chiaro un concetto: oggi questa azienda sembra non avere più alcun futuro. Per tentare di ottenere risposte credibili dalla controparte da lunedì mattina avvieremo assemblee permanenti con sciopero. Staremo davanti ai cancelli per far vedere a tutti che l’Ages ha qualche problema e non si può più far finta di niente. Senza qualche colpo di reni l’unica prospettiva resta il fallimento; un’ipotesi che va assolutamente scongiurata”.
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