Parco politico. Puntata132

SANTENA – 28 luglio 2018 – Il Parco Cavour, patrimonio giustamente tutelato dall’Unesco, completa e dà un senso dal 1819 alle altre Residenze Sabaude. Evoca la campagna, l’agricoltura, la flora, la fauna, e le storie delle persone che lo accudiscono e ne usufruiscono. Chi era e cosa fu Xavier Kurten.  Per la sua storia Santena non può fare a meno di ricordare Sergio Marchionne.

Santena, parco e castello Cavour

1) Parco Internazionale. Il Parco di Santena non è solo bello. Non è solo il più ricco di alberi plurisecolari del Piemonte. Non solo è tra i più interessanti d’Italia per il suo aspetto naturalistico e paesaggistico. Il Parco è importante per le relazioni sociali e politiche che alla sua ombra si sono intrecciate in un tutt’uno con il Castello, con la Tomba, con la Cascina Nuova e con l’opera degli Italiani che hanno realizzato l’Unità del Paese.  Sotto, sopra e intorno alle sue verdi, fresche e ombrose fronde, si sono svolte vicende che hanno influito sulle generazioni, ricche e povere, dall’Ottocento fino ad oggi.

2) Nuove relazioni sociali. Il signor Xavier fu ben lieto di ricevere quell’incarico. Quel lavoro gli permetteva di togliersi di dosso la cappa dei compromessi col passato regime. Non poteva immaginare che, proprio lui, sarebbe stato il tramite di una serie di relazioni che avrebbero inserito nei gangli del nuovo potere restaurato dai Savoia altri compromessi pronti ad assurgere a nuovi incarichi e ruoli. Ruoli che portarono alla affermazione della leadership di Camillo Cavour e di nuovi ceti sociali che sono stati la base per la rivoluzione sfociata nell’Unità d’Italia.

3) Campagna, agricoltura e società. Il Parco, tra l’altro, è famoso perché nel 1830 fu oggetto di un intervento di riconversione operato dal famoso Xavier Kurten. L’architetto paesaggista, prussiano di origine, parigino di formazione, britannico di passione e torinese di professione fu incaricato dai Benso di adattarlo a giardino romantico all’inglese, secondo la moda dell’epoca. Il lavoro non era banale. Si trattava di fare un’operazione culturale dal significato politico ben preciso. A ben vedere, l’intervento veniva realizzato con un certo ritardo rispetto ai tempi. Probabilmente sul rinvio giocò la predilezione agricola produttivistica che caratterizzava i Benso rispetto alle mode del tempo. Eppure l’attenzione del Kurten e dei suoi super-potenti estimatori si era concentrata sul Parco di Santena, di proprietà dei Benso di Cavour, almeno dodici anni prima.

4) Senso politico-culturale. Dodici anni prima il Parco attirava l’attenzione di esperti botanici e non solo. Dopo l’occupazione francese, la trasformazione dei parchi nel nuovo stile romantico inglese rappresentava già di per sè un fatto culturalmente rivoluzionario. Vuoi per la dimensione mondiale assunta dalla superpotenza britannica, vuoi per i protagonisti della scena: persone appartenenti alla nobiltà che abbracciavano idee, comportamenti e mentalità illuministiche della emergente borghesia. Con la caduta di Napoleone si mise in moto un processo in cui la cultura e la politica, influenzate dalle innovazioni scientifiche e tecnologiche, assunsero una nuova connotazione. Pare che il Kurten sia arrivato a Torino, non nel 1815, cioè dopo la caduta di Napoleone, ma già nel 1811, in pieno periodo imperiale. Governatore del Piemonte, allora Provincia Francese, era Camillo Borghese, il marito di Paolina Bonaparte, la sorella prediletta del Generale. Occupandosi dei giardini cittadini il “Giardiniere” entrò in contatto con l’aristocrazia di corte di cui facevano parte gli Alfieri di Sostegno, i Benso, i Balbo e i D’Azeglio.  Quando l’Impero si dissolse Kurten rimase in Piemonte. Nel 1815 il suo primo intervento di trasformazione all’Inglese fu realizzato significativamente sul parco di San Martino Alfieri, di proprietà degli Alfieri di Sostegno. Questa combinazione fece la fortuna dei Benso, usciti dalla catastrofe napoleonica alquanto ammaccati dalla loro eccessiva compromissione col potere francese.

5) Dal potere francese all’inglese. Gli Alfieri di Sostegno erano buoni amici dei Benso e a metà Ottocento diventarono pure parenti. Anche loro si erano compromessi coi Francesi ma con più creanza. Prima della fine di Napoleone si erano dati da fare per ingraziarsi gli esiliati Savoia. Fu così che comprarono dai Francesi il Castello di Govone, espropriato al Re Sabaudo, dopo l’armistizio di Cherasco del 1796.  Una mossa intelligente, fatta allo scopo di restituirlo alla famiglia reale, in particolare al duca del Genevese Carlo Felice, suo legittimo proprietario. La cessione avvenne subito dopo la fine di Bonaparte. Nel 1815, lo stesso anno in cui l’architetto giardiniere fu incaricato di trasformare all’inglese il parco della confinante San Martino. Nel 1818, Carlo Felice fu ospite nel castello di San Martino. Michele Benso, il padre di Camillo, venne invitato, con la famiglia, a far visita al futuro Re. A Govone, intanto, si stavano restaurando le stanze del castello. In quell’occasione fu definita l’operazione culturale. L’anno dopo Xavier Kurten iniziava i lavori per inglesizzare il Parco. Quando si trattò di rifornirsi di alberi da Santena, via San Martino Alfieri, arrivarono carri carichi di piante. Altri alberi arrivarono da Barolo, nelle Langhe e da altre Residenze Sabaude, Pollenzo, Venaria Reale, Agliè. L’alleanza tra l’aristocrazia nobile e borghese si consolidava nella costruzione dei parchi all’inglese e nell’acquisto di aziende agricole da innovare. La prova che a Santena ha operato il Kurten è rimasta un po’ dovunque nel parco nonostante le trasformazioni successive. La più evidente è data dalla magnifica Sofora e dalla ineguagliabile Ginkgo Biloba, che da 200 anni stanno davanti al Castello, lato Paese. La Ginkgo è ancora lì.La Sofora, invece, è morta da anni, la sua memoria rimane solo in vecchie fotografie o disegni.

Sergio Marchionne

6) Sergio Marchionne. Mettendo la parola fine alla vicenda Fiat dei 35 giorni e della marcia dei 40.000 è la persona che ha salvato quel che resta della Fiat. Senza riuscirci, Marchionne, ha messo in condizione gli Italiani di capire le conseguenze disastrose di una politica all’insegna della irresponsabilità e dell’antiindustrialismo. Il manager ha insegnato che l’Italia autarchica immaginata dagli Italiani non è mai esistita, che la competitività e la concorrenza a livello mondiale sono da sempre una cosa seria. Un suo successo? Il contrasto alla pratica di addossare i costi del sistema sempre e solo sull’industria. Un suo insuccesso? Non essere riuscito a riportare l’Italia sulla strada della centralità del lavoro e della produzione e cioè dell’accordo tra lavoratore e imprenditore.

 

7) Emergenza Europa e Emigranti. Dal 1° gennaio al 30 giugno in Italia sono sbarcate 16.700 persone, l’80,4% in meno del 2017. In sei mesi al Brennero, la strada verso l’Austria e la Baviera, sono stati intercettati 149 migranti, contro i 3.000 del 2017 e i 12.000 del 2016. Contemporaneamente il nemico della Merkel, “l’amico” Ministro dell’Interno tedesco, il bavarese, Horst Seehofer, vuole rimandare in Italia i richiedenti asilo in transito. Lo stesso vuole fare “l’amico” Cancelliere austriaco, Sebastian Kurtz. Il Presidente del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, lancia l’allarme. Il gruppo di Visegrad (Ungheria, Slovacchia, Polonia e Cechia) la Russia e gli Usa vogliono destabilizzare l’Europa. Per farlo, basta mettere in moto la bestia che i nostri antenati e antenate hanno conosciuto: il nazionalismo. Nel centenario della I Guerra Mondiale in Italia c’è una ripresa sospetta di orgoglio identitario.

Gino Anchisi.
da Santena, la Città di Camillo Cavour, 28 luglio 2018.

Santena, parco Cavour, 28 luglio 2018

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