SANTENA – 4 agosto 2018 – Come nel caso della TAV Torino-Lione, anche la A21 non s’era da fare. Dall’opposizione, al governo significa assumere responsabilità differenti rispetto a prima. Tra i NO-TAV e i SI-TAV, Camillo Cavour condannerebbe l’accidia degli A-TAV. Metropolitana, Tangenziale Est, Caselli Trofarello e Carmagnola, TAV, treni pendolari, bus: tutto si deve integrare.
1) A21 come la TAV. Fare raffronti, con spirito di rivalsa, è assai pericoloso. 60 anni fa c’era chi considerava l’Autostrada Torino-Piacenza uno spreco. La critica allora veniva dal PCI, un antenato del PD, costantemente all’opposizione. “Non si capisce a cosa serva. Si sprecano risorse in favore della motorizzazione individuale, anziché verso il trasporto collettivo, favorendo chiaramente la Fiat di Valletta e degli Agnelli. La rabbia contro la fabbrica fordista rendeva ciechi”. Come nel caso della TAV scoccava la fatidica frase: “Mancano le strade normali, nelle città, nei Paesi, al Nord come al Sud, manca pure l’illuminazione notturna”. L’opposizione parlava di spreco di danaro pubblico, di un’opera faraonica, inutile. Come allora, il localismo era usato come arma politica per contrastare una realtà che esigeva visioni e dimensioni al passo con gli interessi nuovi emergenti nella società. Interessi che riguardavano la mobilità delle persone e delle merci nell’ottica italiana, europea e globale. Ieri i rivali della A21 facevano leva sulla viabilità locale così come oggi i nemici della TAV fanno leva sui treni locali, come si trattasse di sistemi di mobilità contrastanti, alternativi, che non devono integrarsi.
2) Contro la A21. Dicevano, urlando. “C’è già la Torino-Milano. Basta un’oretta per raggiungere l’Autostrada del Sole e quindi Piacenza”. Quindi la Torino-Piacenza era inutile. Sostenevano che il traffico di autovetture e di camion non giustificava la spesa per passare i territori collinari dell’Astigiano e dell’Alessandrino. Allora come oggi si contestavano grossolanamente i costi eccessivi causati dalla conformazione del territorio, collinare per la A21, montano per la TAV. Anche allora furono fatti raffronti fingendo di non sapere che un conto è il tratto in pianura tra Torino e Milano, un conto quello tra Torino e Alessandria. Così, come oggi, si spaccia per corretto il raffronto dei costi di costruzione tra il territorio ondulato e pianeggiante della Francia con quello collinare e alpino dell’Italia. Per il Piemonte fu una fortuna avere nelle Provincie un ceto politico (vedi il cavouriano Giuseppe Grosso) capace di realizzare collegamenti autostradali di dimensioni europee che hanno creato lavoro e ricchezza per svariati decenni.
3) A21 l’Autostrada dei vini. Meno male che ci sono la Torino-Piacenza e pure la Tangenziale, collegata con i Tunnel del Monte Bianco e del Frejus . Non solo ciò ha fatto la fortuna di Santena confermandone la funzione di snodo delle vie globali di comunicazione di millenaria e francigena memoria. Questo sistema ha soprattutto cambiato il modo di spostarsi e di movimentarsi tra zone, aree, province e regioni che altrimenti sarebbero rimaste tagliate fuori dal resto del Nord Italia, dal Mediterraneo, dall’Italia e dall’Europa. Un po’ di ciò che è successo per il Cuneese che oggi, non a caso lamenta il completamento della Asti-Cuneo. A chi allora contestava la costruzione della A21 vien da chiedere che cosa ne sarebbe oggi dei collegamenti con e tra l’Astigiano, l’Alessandrino, il Pavese, il Genovese e oltre. E cosa ne sarebbe dei collegamenti interni delle zone contigue alle autostrade.
4) Tangenziale EST: costi e benefici. Come calcolare l’impatto a lungo termine della TAV o di un’autostrada sulle comunità che vivono e operano intorno? Bisogna tener conto di com’era prima, come è adesso e di come sarà il modo di vivere, operare e di muoversi all’interno e all’esterno delle diverse zone e dell’area complessiva attraversata. Di come opere contrastate, sottovalutate e inizialmente scarsamente utilizzate si dimostrino insufficienti rispetto alle dinamiche che si innestano. Simile valutazione andrebbe fatta per decidere se sia utile o meno la chiusura dell’anello della tangenziale di Torino, la famosa Tangenziale Est, cui sono interessatati, tra gli altri, la Zona Chierese-Carmagnolese, il Pianalto e la Collina della Città Metropolitana Torinese.
5) TAV contro inquinamento dell’aria. Bisognerebbe capire perché la Svizzera e l’Austria puntino sul trasporto ferroviario e sui grandi tunnel che collegano la Pianura Padana e il Mediterraneo con l’Area Tedesca, mentre sul Piemonte incombe il rischio di veder cancellare il nuovo tunnel ferroviario del Corridoio 5 che l’Unione Europea finanzia per collegare la Spagna a Kiev, passando a sud delle Alpi, dalla Pianura Padana. Un tunnel che, spostando il trasporto merci dai Tir al treno, ridurrà l’enorme inquinamento atmosferico che ammorba la vita delle persone.
6) Perché la TAV. I contrari farebbero bene a spostare la loro attenzione. Invece di accanirsi contro un’opera che inserisce l’Italia in una rete ferroviaria europea funzionale e utile per la movimentazione delle merci e dei turisti, dovrebbero guardare ai concessionari autostradali e agli enormi profitti che costoro realizzano coi pedaggi, in barba all’inquinamento acustico e atmosferico che gli autoveicoli causano, in particolare nella Pianura Padana.
7) W la rotaia. A Londra si sta costruendo un tunnel ferroviario metropolitano di 120 chilometri che costa 20 miliardi di euro. Una cifra che in Italia, in certi ambienti, sarebbe ritenuta “inutile”. Anche perché su alcune tratte si risparmieranno “solo” 20 minuti. In compenso gli Inglesi puntano ad eliminare i ritardi e ad adottare un mezzo di trasporto poco inquinante e connesso in rete con gli aeroporti che si collegano con le maggiori metropoli europee. Le infrastrutture della mobilità integrate (treni-metropolitane-aeroporti), lo insegna la nostra storia dalla Napoli-Portici in avanti, potrebbero dare un vantaggio competitivo a industria, agricoltura e turismo italiani esaltandone il valore, la funzione e il servizio verso l’Europa e il Mondo.
Gino Anchisi.
da Usseaux, uno tra i più bei borghi d’Italia, 4 agosto 2018.
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