SANTENA – 12 ottobre 2009 – La lettera aperta ai santenesi di Benny Nicotra continua a far discutere. Di seguito la nuova replica che Francesco Cima ci ha inviato a seguito del commento di Domenico Galizio a una prima lettera del presidente del Forchino che commentava alcuni rilievi di Galizio alla missiva del sindaco ai cittadini.
Gentile Filippo,
mi dispiace doverti disturbare nuovamente per chiedere, sempre a norma della legge sulla stampa, di replicare alla risposta del sig. Galizio apparsa sul tuo blog.
Permettimi, innanzitutto, di ringraziarti per avere anche pubblicato la sua fotografia: ha patito anche lui, come me, come tutti, l’usura del tempo, ma l’ho subito riconosciuto, è proprio lo stesso Galizio che fu mio assessore nei primi anni novanta.
Sono passati molti anni e non mi sovviene che delega gli avessi affidato, ma penso un qualcosa relativo alle pubbliche manifestazioni, perché ricordo la sua insistenza nel proporre l’acquisto, per svariati milioni di vecchie lire, di un obsoleto manufatto, tipo “ballo a palchetto”, usato, operazione che non si potè perfezionare poiché questo “rudere” non aveva manco il certificato di agibilità.
Non solo, ma ho ancora ben presente la sua pertinacia nell’incolparmi di andare troppo a rilento nel firmare le concessioni edilizie, di essere troppo pignolo nell’esame delle pratiche, di frenare conseguentemente lo sviluppo del paese e così via.
Oggi, vedo con piacere, è diventato un fiero avversario delle speculazioni edilizie, come dimostra il suo accanimento contro ogni potenziale cementificazione.
Peccato non sia nato vent’anni prima, in modo da impedire, con il suo rigore, la costruzione dei falansteri della Trinità, di via Napoli, di via Garibaldi, e altri ancora.
Ma veniamo alla sua risposta al mio scritto.
Sia detto senza intenzioni offensive, ma questo mio ex assessore, “paternità” che, pur odiandomi cordialmente, non può disconoscere perché il “Dna politico” della mia giunta 1990-1992 lo porta nelle delibere del tempo, è proprio un “bel tipo”: io gli chiedo di mettere nero su bianco e di dimostrare quali prebende abbia ricevuto dal Sindaco Nicotra e lui mi risponde con due domande che, almeno, mi confermano che si riferiva al mio incarico di Presidente del Forchino.
Si cimenta inoltre, del tutto gratuitamente, a ricordare i miei passaggi politici che, ormai, credo proprio non interessino più ad alcuno.
Chi mi stimava mi ha sempre votato in qualsiasi lista fossi, chi non mi stimava non mi avrebbe votato comunque, mi fermo perché, altrimenti, il sig. Galizio comincia a tossire per il forte profumo d’incenso.
Rispondo, però, alle sue domande nel seguente modo: se il mio curriculum avesse dovuto concorrere con il suo, non foss’altro perché, essendo più giovane di me di almeno dieci anni, ha potuto maturare meno esperienze, non avrei avuto il timore di non essere scelto, se il mio curriculum avesse dovuto concorrere, docendi causa e per essere bipartisan, con quello dell’onorevole Livia Turco o dell’onorevole ministro Giulio Tremonti, mi sarei umilmente tirato in disparte senza fiatare.
Aggiungo, ancora, che il “peso” di un curriculum non cambia a seconda di chi governa e di chi il richiedente ha appoggiato alle elezioni amministrative, così, almeno, era scritto nella coscienza del vecchio sindaco Cima (leggero ondeggiare del turibolo dell’incenso).
In ultimo non so se ringraziare o fare le corna con un: “tié!” al sig. Galizio quando dice che merito il riposo assoluto, perché, se intende un mio passaggio a miglior vita e, quindi, “assoluto” vale la seconda, se, invece, vuole suggerirmi il buen retiro in una bella Casa di Riposo, non come Presidente, ma come ospite, lo ringrazio e lo invito, caso mai, a preoccuparsi dei suoi anziani, poiché a me provvederanno, a tempo debito, i miei famigliari.
Ho finito, Filippo, scusami il dilungare, prometto che, almeno su questo argomento, non interverrò più, continui o non continui il sig. Galizio.
L’unica cosa che mi permetto di suggerirgli è di pesare molto bene le parole, tenersi sui binari del lecito, evitare malcelate offese o frasi come “garantirgli il riposo assoluto” che possono prestarsi a più interpretazioni, anche se edulcorate con un misterioso “buen retiro”.
Distinti saluti.
Santena, 11 ottobre 2009
dottor Francesco Cima
**
Sin qui la missiva di Francesco Cima. Aggiungo io alcune brevi cose. Questo blog riporta notizie e informazioni sulla città. Tutti i contributi sono ben accetti e non mi reca alcun disturbo pubblicarli. Gli apporti di Galizio e di Cima sono comunque sempre interessanti perché mai banali, arguti e con toni urbani. Informo che ho pubblicato la foto di Galizio perché – in quanto consigliere comunale – ho modo di avere sue fotografie. Le immagini che ho di Francesco Cima non sono recenti, per cui non ho ritenuto di pubblicarle perché mi sembrava non rispettoso nei suoi confronti. Quanto prima farò un giretto al Forchino per aggiornare il mio archivio. Per quel che mi riguarda Francesco Cima – che conosco da quando ero un giovane consigliere, eletto nelle fila di Democrazia proletaria, formazione della sinistra radicale, area nella quale continuo a trovarmi a trent’anni di distanza – può continuare a inviare tutti i contributi che ritiene, saranno sempre pubblicati.
filippo.tesio@tin.it