Se Foggia è in ritardo, Santena non è ancora partita. Puntata 165

SANTENA – 30 marzo 2019 – L’Alternanza Scuola-Lavoro aiuta l’Asparago e le aziende agricole. Questioni di ricambio generazionale, di sostenibilità ambientale, di economia e di cultura aziendale. Gli asparagi cambiano più degli asparagicoltori. Via della Seta: la politica estera è una cosa seria.

1) Bollettino germoglio di Asparago n° 1.

Stanno venendo, tra qualche comprensibile stento. Sono pochi, sparsi e superficiali. Spuntano spaesati in campo, ingannati dal clima falsamente mite. La notte rischiano di gelare. Gli altri, quelli più profondi, ben si guardano dal venir fuori dal ventre, siccitoso, della madre terra. Amando il tepore, attendono il tempo giusto. Anche i Produttori Santenesi e i Pianaltesi, dopo tre secoli di esperienza, sanno che è ora di prepararsi, ma che bisogna saper aspettare. In quest’ultimo quarto di secolo molto è cambiato nelle nuove varietà e nella tecnica colturale. Più lento è la rotazione generazionale di chi coltiva i pregiati germogli.

2)Ricambio generazionale. Quando Agostino Falavigna iniziò a lavorare sul Santenese e sperimentando la varietà Eros, entrò in contatto con un gruppo di persone di un’età che andava dai 25 ai 40 anni, con la lodevole eccezione di Carlo Smeriglio, lo storico che ha sostenuto culturalmente l’operazione di recupero delle colture. Oggi se Falavigna ripassasse da Santena ritroverebbe, con un quarto di secolo in più, Smeriglio e quasi tutti quei “Ragazzi”. Nel frattempo la superficie coltivata è cresciuta di dieci volte. Una modifica, che adesso ha bisogno dell’alternanza generazionale nella conduzione delle aziende. Il cambio che deve garantire un futuro per la coltivazione di quello che è considerato il miglior asparago d’Italia, prodotto di eccellenza del Piemonte e della Città Metropolitana Torinese. A Santena e nel Pianalto i prossimi anni saranno decisivi. Bisogna che scendano in campo i giovani imprenditori agricoli.  Qualche segnale incoraggiante c’è. Per questo motivo le aziende, i comuni e la città Metropolitana devono puntare sul Distretto del Cibo, per garantire uno sbocco di mercato in cui sia rispettato il rapporto qualità-prezzo e dove sia riconosciuto il giusto valore al lavoro ben fatto.

3) L’Asparago va a scuola a Carmagnola. Dopo 5 anni la collaborazione tra le Associazioni Produttori Asparago eAmici della Fondazione Cavour di Santena con l’Agrario di Carmagnola evolve, apportando vantaggi alle aziende agricole. All’Istituto Baldessano-Roccati, sezione agraria, l’Alternanza Scuola-Lavoro è una pratica vera che si traduce in formazione professionale per gli allievi e nella sperimentazione sulle “vecchie” e nuove varietà d’asparago. Un’attività utile perché evita alle aziende agricole di sobbarcarsi tempi e rischi di provare nuove varietà che potrebbero risultare non idonee alla coltivazione in questa zona della Pianura Padana piemontese.  

4) La Scuola fa sperimentazione. Oltre all’asparagiaia sperimentale e didattica in cui sono coltivate da quattro anni le varietà Santenese, Eros e Giove, all’Agrario di Carmagnola, dall’anno scorso, si sperimentano in serra e poi in campo tre nuove varietà ibride, di cui due ancora in corso d’iscrizione. La particolarità consiste nell’allevare le piante nell’ambiente climatico della pianura del sud torinese, assai diverso da quello delle altre regioni d’Italia, in cui finora sono state fatte le prove: Puglia, Sardegna, Campania, Emilia-Romagna. La varietà già registrata è descritta dalla ditta produttrice: precocissima, con buone pezzature, adatta a zone aride e arieggiate tipiche del sud e centro Italia. Delle due non ancora iscritte, una è precoce, molto produttiva, calibro normale, brattee ben chiuse, colore verde intenso, adatta al clima caldo-secco Mediterraneo. L’altra viene dall’Oceania, precocità media, colore verde brillante, germogli teneri. Alla scuola spetta il compito di verificarne le congruità, la resistenza alla esposizione ai cali di temperatura, al clima umido della zona e ai terreni con falde acquifere superficiali.

5) Italiani ed Europei. Nella Penisola cresce ogni anno il numero delle famiglie che consumano asparagi. In questi giorni, dopo i peruviani e i messicani, arrivano sui mercati nostrani gli spagnoli. I foggiani, i laziali e i campani invece sono in ritardo, mentre i santenesi dovrebbero mantenersi nella media. Causa il clima freddo, la campagna dell’asparago italiano inizierà ai primi d’aprile. La superficie coltivata in Europa nel 2018 è stata di 63.000 ettari, per una produzione di 350.000 tonnellate, con una resa di 53,8 quintali per ettaro. In Italia di 10.800 ha, con 50.000 t (resa 46,3 q x ha). In Germania di 133.000 t (90% bianco e 10% verde) su una superficie di 23.400 ha (resa 56,8 q. x ha). In Spagna la produzione è risalita oltre le 60.000 t, di cui ben 25.000 sono state esportate, 1.600 in Italia.

 6) Economia, cultura e marchio dell’Asparago. In agricoltura la sostenibilità ambientale non è una passione, neppure un fatto privato, una sensibilità o uno sfizio personale. Per i Produttori di Asparago la sostenibilità abbinata alla produttività è, da tempo, una precisa strategia aziendale. Un disegno lungimirante che incontra via via la sensibilità, l’interesse e la fiducia di consumatori, ristoratori e commercianti. Un fattore essenziale di competitività verso una concorrenza sregolata, in cui poco valgono il lavoro delle persone, il rischio, la qualità, la salubrità e la provenienza del prodotto. Chi aderisce all’Associazione Produttori Asparago di Santena e delle Terre del Pianalto sa di dover applicare un disciplinare definito più di 20 anni fa, con obblighi precisi di rispetto verso i consumatori finali e verso gli altri soci. Perché, se un associato non rispetta le regole, non solo danneggerebbe se stesso ma tutte le altre aziende con cui ha stabilito un rapporto di collaborazione nella promozione, valorizzazione, sperimentazione e commercializzazione tramite il marchio di qualità. Con il Disciplinare e lo Statuto, una tradizione plurisecolare è diventata una scelta culturale orientata alla sostenibilità ambientale. Le piccole dimensioni aziendali a conduzione famigliare, la vendita diretta in cascina, il tempo zero nella fornitura, la tracciabilità e il marchio di garanzia verso il compratore fanno parte di una scelta maturata nel tempo, che consente di affrontare la sfida sulla qualità e anche sul prezzo.    

7) L’Imperatore Cinese fa politica estera. Scrive Xi Jinping: “La Cina e l’Italia sono rispettivamente emblema della civiltà orientale e occidentale e hanno scritto alcuni dei più importanti e significativi capitoli della storia della civiltà umana….Già più di duemila anni fa, l’antica Via della Seta ha permesso il collegamento tra l’antica Cina e l’antica Roma….La dinastia Han inviò Gan Ying in missione alla ricerca di ciò che chiamavano <Da Qin> o <Grande Qin> che si riferiva proprio all’Impero Romano, mentre nei componimenti del poeta Virgilio e del geografo romano Pomponio Mela si trovano molteplici citazioni del <Paese della Seta>”. (Xi Jinping, 20 marzo 2019, Corriere della Sera). L’imperatore Xi parla di duemila anni fa, di Marco Polo e di oggi. Evita però di scrivere della Via della Seta aperta, dominata e governata dal Regno Unito dopo le due Guerre dell’Oppio nell’Ottocento e durata anche per una parte del Novecento. Una via alla quale Camillo Cavour e i suoi contemporanei riuscirono ad agganciare l’Italia in corso di unificazione. Con questa non casuale dimenticanza Xi Jinping forse ha voluto glissare sul fatto che oggi si deve stabilire su quali regole, equilibri e accordi internazionali si baserà il governo della nuova Via della Seta di cui Lui è promotore, non disinteressato. Questo per evitare che si ripeta al rovescio, ciò che accadde ai Cinesi durante e dopo le orrende Guerre dell’Oppio.

Gino Anchisi
da Santena, la città di Camillo Cavour, 30 marzo 2019.

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